Wojciech Szczesny allo scoperto sul suo futuro, poi parla anche del rapporto con Allegri e torna sul malore in Juve-Sporting
La Juventus comincia a muoversi sul mercato, anche se abbastanza lentamente. Al momento le incombenze sono tutte per Giovanni Manna, ufficialmente ds bianconero in attesa però dell’arrivo di Cristiano Giuntoli. Il primo colpo è stato il ritorno di Arek Milik, per cui è stato trovato un nuovo accordo col Marsiglia. Il prossimo può essere invece Timothy Weah, atteso addirittura in settimana a Torino per le visite. Ma un ruolo fondamentale nel gioco del mercato ce l’ha inevitabilmente la questione cessioni.
Che diventano assolutamente principali, perché danno la misura delle risorse a disposizione della Juventus per le entrate. I big sono tutti cedibili, a patto che arrivino offerte all’altezza da Chiesa a Vlahovic passando per Bremer. Qualche dubbio c’è anche relativo ad altri giocatori, vedi Wojciech Szczesny. Il portiere polacco è in scadenza nel 2025 e ha 33 anni, questa può essere l’ultima estate in cui il club può monetizzare dalla sua cessione. È apprezzatissimo come giocatore e come uomo, resta anche un leader in campo come e fuori. Però i ragionamenti sono a 360 gradi su qualsiasi giocatore e appunto Szczesny ha ancora mercato in diversi paesi, in primis l’Inghilterra da dove sono partiti dei sondaggi, e ha un ingaggio bello pesante da circa 6,5 milioni netti. Anche e soprattutto per questo non è incedibile e potrebbe andare via in caso di proposte da circa 15 milioni.
Lo stesso Szczesny ha rilasciato un’intervista a ‘Canal Plus Sport Polonia’, parlando del suo futuro in nazionale e anche del rapporto con Max Allegri. Parole importanti soprattutto dopo un po’ di maretta tra i due dopo la partita con il Siviglia.
E il portiere della Juve ammette che l’addio alla Polonia è ipotesi concreta: “Sì, è molto vicino, sto giocando già più a lungo del previsto. Smetterò quando sentirò di non poter dare il 100% in campo, voglio finire ad alto livello. Non lo annuncerò, lo terrò come sorpresa perché non voglio nessun addio“. Poi le dichiarazioni sul tema del rapporto con Allegri: “Siamo molto amici, lo rispetto perché è capace di dirmi cose che nessun altro farebbe, siamo anche vicini di casa da quando mi sono trasferito a Torino. Quindi direi che è un mio grande amico”.
Per il polacco è stato senza dubbio un anno particolare, segnato anche dalla paura per il malore nel match contro lo Sporting che aveva fatto pensare al peggio: “È stato spaventoso, pensavo davvero che stavo per morire. Dopo aver passato una palla al difensore mi sono sentito come se il mio cuore stesse per esplodere. Durante un calcio d’angolo ho detto ad Arek (Milik, ndc) che stavo male, ma i giocatori dello Sporting stavano già battendo il corner. Il dolore al petto era terribile, anche oggi non sappiamo ancora quale fosse la causa. Probabilmente dei problemi alla schiena o alla colonna vertebrale”.
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