Vincenzo D’Amico, capitano e bandiera della Lazio, si è spento al Gemelli all’età di 68 anni: da anni lottava contro un brutto male
Sabato primo luglio 2023 è un giorno tristissimo per la Lazio e i tutti i laziali. Al policlinico Gemelli si è spento infatti Vincenzo D’Amico, che ha fatto la storia dei colori biancocelesti diventandone bandiera e simbolo da calciatore e poi da dirigente e soprattutto da tifoso.
Da un paio d’anni lottava contro un brutto male, da qualche giorno si era purtroppo aggravato. Oggi il suo cuore laziale ha smesso di battere, a 68 anni. Sui media la notizia è circolata in fretta, i tifosi biancocelesti temevano che arrivasse. Spiegare cosa è e cosa è stato Vincenzo D’Amico non è semplice: di sicuro è stato leggenda, con quella banda del’74 che regalò alla Lazio di Maestrelli il primo incredibile e romanzesco scudetto. Genio e sregolatezza, in campo come fuori, era l’enfant prodige di quella squadra, a volte quasi mina vagante. Pupillo e protetto di Maestrelli.
Addio a Vincenzo D’Amico, eroe e salvatore della Lazio
Ha incantato tutti con le sue giocate, con tecnica ed eleganza. Della Lazio poi è diventato simbolo, ceduto nell’80 contro la sua volontà per i problemi finanziari del club ma poi subito di ritorno dopo appena una stagione. I biancocelesti erano in B, c’era stato lo scandalo calcioscommesse che aveva sfaldato la squadra.
Vincenzo D’Amico sarai sempre nel mio cuore… pic.twitter.com/sTd7lHrTls
— Guido De Angelis (@Guido_DAngelis) July 1, 2023
Ed è in quell’occasione che D’Amico – ormai capitano e leader assoluto – è diventato leggenda, prendendo letteralmente per mano quella squadra trascinandola alla salvezza. Storica e iconica la tripletta contro il Varese che è valsa la permanenza in cadetteria. Una partita letteralmente vinta da solo, con la Lazio che era sotto 2-0. E lui l’ha ribaltata, evitando il baratro della C e forse – chissà – cambiando per sempre la storia di questo club. Che lui ha amato e da cui è stato corrisposto, con i tifosi che sempre lo hanno osannato. Per tutti è rimasto ‘Vincenzino’, da oggi D’Amico entra a tutti gli effetti nell’olimpo laziale.