La Coppa d’Africa può essere un trampolino di lancio per non pochi atleti africani semisconosciuti, ma dalle qualità indubbie. La guida.
Negli ultimi anni il calcio africano, da cui ci si aspetta il definitivo salto di qualità, ha mostrato passi avanti non indifferenti. Basti pensare al piazzamento del Marocco nel Mondiale in Qatar, con una semifinale raggiunta e una partita equilibrata con la Francia che poi – con molta fatica – riuscì a qualificarsi per la finalissima.
I migliori giocatori africani solitamente fanno presto le valigie, per partire con destinazione Europa. Nel nostro continente infatti sono tanti i club pronti ad accoglierli, certi del loro valore calcistico, oltre che di una preparazione atletica che per i calciatori africani è una sorta di ‘marchio di fabbrica’.
I giocatori africani che ambiscono a farsi notare e ad emergere agli occhi del mondo del pallone – ma che magari giocano ancora in patria – potrebbero pensare al palcoscenico della Coppa d’Africa come il luogo ideale per mostrare le loro abilità. E proprio il campionato d’Africa nel corso degli anni ha acquisito maggiore popolarità rispetto al passato, dimostrando ancora una volta che il calcio è un fenomeno globale.
Di seguito allora tutto ciò che c’è da sapere sulla Coppa d’Africa di calcio, sulle partecipanti, sulle regole e l’albo d’oro e sulla nazionale che ha alzato il trofeo più volte, ma anche tanto altro. I dettagli.
Conosciuta dai più come Coppa d’Africa, ma in verità il trofeo prende propriamente il nome di Coppa delle nazioni africane, altro non è che il riconoscimento che viene alzato dalla nazionale di quel continente che vince la finale del relativo torneo.
Senza ombra di dubbio si tratta della maggiore competizione calcistica che confronta le nazionali africane iscritte alla CAF (Confédération Africaine de Football), ovvero la federazione africana del calcio – l’equivalente della nostra UEFA. Di fatto la Coppa d’Africa corrisponde al trofeo che in Europa viene assegnato a chi vince gli Europei per nazionali maggiori.
Il livello tecnico complessivo della competizione è cresciuto nel corso del tempo, come pure l’attenzione mediatica – e ciò a conferma del fatto che il calcio africano è in costante crescita.
Una lunga storia riguarda la Coppa d’Africa, che infatti ha avuto la sua prima edizione nel lontano 1957, con la peculiarità non di non svolgersi quadriennalmente come invece altri tornei simili (ad es. i campionati europei di calcio) – bensì biennalmente. Una sola eccezione a questa regola nel 1968, anno in cui fu infatti ospitata dallo Stato dell’Etiopia dopo l’edizione anteriore del 1965. Da lì in poi si prosegui, di nuovo, con cadenza biennale.
Nel maggio 2010 la federazione africana decise di spostare la competizione dagli anni pari a quelli dispari a cominciare dal 2013: tra le cause, insieme ad un possibile scarso rendimento delle nazioni africane ai campionati mondiali a causa dell’impegno continentale anteriore (solitamente il campionato d’Africa di calcio si tiene a gennaio), anche quella di permettere una più alta visibilità all’evento – evitando una non conveniente ‘sovrapposizione’ proprio con il torneo della Coppa del Mondo. Ecco perché la successiva edizione fu nel 2012, ma quella dopo nel 2013 e quella dopo ancora nel 2015.
Nel corso del tempo le nazionali le cui federazioni sono iscritte alla CAF è aumentato, con la conseguenza di spingere al varo di un pre-torneo di qualificazione con cui sono selezionate le compagini che, sommandosi alla squadra del paese ospitante (qualificata d’ufficio) compongono le 24 partecipanti alla manifestazione (peraltro lo stesso numero delle partecipanti alla Coppa d’Asia).
In totale sono così quasi sessanta compagini a giocarsi un posto tra le nazionali ammesse alla competizione: la formula delle qualificazioni è comunque piuttosto lineare, tenendo conto del ranking CAF delle varie selezioni che affrontano la fase.
Nella prima parte del percorso delle qualificazioni, un turno preliminare ha visto coinvolte le ultime 12 nazionali in base alla statistica del citato ranking CAF (tra esse ad es. Gibuti, Eritrea e Somalia). Dette nazionali si sono sfidate in un confronto con gara di andata e ritorno.
Le 6 vincenti hanno poi raggiunto le altre squadre che hanno costituito nell’insieme la seconda fase, che include le 48 nazionali in 12 gironi all’italiana da 4 squadre ognuna. La regola delle qualificazioni vuole che le prime due classificate di ogni girone accedono alla fase finale e dunque al tabellone vero e proprio del campionato d’Africa o Coppa d’Africa.
La fase a gironi – dicevamo – vede la partecipazione di 24 squadre divise in 6 gironi da 4. Passano agli ottavi le prime due di ciascun gruppo e le quattro migliori terze. Vi sono dunque più possibilità di passare alla fase ad eliminazione diretta, che appunto ha inizio con gli ottavi, con a seguire i quarti, le semifinali e la finalissima. Si tratta di una formula consolidata e che attira un numero cospicuo di spettatori e telespettatori.
Non sono pochi i calciatori, nazionali africani, che militano nella nostra Serie A. Conseguentemente c’è chi potrebbe chiedersi della data di partenza degli atleti quando ricorre la competizione in oggetto.
Ebbene i calciatori selezionati dalle rispettive nazionali debbono trovarsi in ritiro nel territorio in cui si svolge l’evento al massimo entro una settimana / dieci giorni giorni prima del via ufficiale della manifestazione – ma non c’è una data fissa. Conseguentemente in caso di lungo cammino della loro nazionale, potrebbero essere assenti anche per un mese o poco più. Debbono farsi trovare in nazionale con un buon anticipo rispetto alla data del debutto nel torneo, per adattarsi al cambio d’orario e per trovare i giusti ritmi e gli automatismi con i compagni.
Chiaro che in caso di eliminazione ai gironi della Coppa d’Africa, i giocatori potranno fare rientro nei rispettivi club con largo anticipo e, dunque, teoricamente anche soltanto dopo poche settimane.
Le regole sono chiare: anche per i club di Serie A vale l’obbligo di lasciar andare i giocatori impegnati con le rispettive nazionali africane. Vista la durata che ha oggi questo torneo, il rischio è dunque quello di perdere i giocatori in rosa per un massimo di 5 giornate. Considerando che la Coppa d’Africa si svolge di gennaio, si tratta di assenze potenzialmente importanti in un periodo chiave per il prosieguo del campionato di Serie A.
In più c’è il rischio infortuni, con più di un club italiano che potrebbe trovarsi uno o più giocatori acciaccati al ritorno in squadra (come infatti già successo in passato).
Se durante il periodo della pandemia le regole di emergenza imponevano il tampone entro 72 ore prima dell’ingresso in Italia come pure il rispetto di un periodo di quarantena obbligatorio pari a 10 giorni, oggi non è più così. Non vi sono più particolari restrizioni a riguardo, dato che le autorità statali, sanitarie e calcistiche si sono accordate per una modifica che comporta oggi un significativo accorciamento del rientro in campo dei giocatori di ritorno dalla Coppa d’Africa.
Insomma, nessun obbligo di quarantena ma piuttosto potrà esservi un monitoraggio da parte del personale medico del club, per verificare che la condizione fisica sia ok dopo il periodo lontano dal club di appartenenza. Conseguentemente chi rientra dalla Coppa d’Africa, se in buone condizioni, potrà giocare in campionato fin da subito.
A rotazione, sono ovviamente i paesi africani ad ospitare la manifestazione. Talvolta è un singolo paese ad organizzare, talvolta due (come ad es. nell’edizione 2000 del campionato d’Africa che vide la coppia Nigeria – Ghana). Vero è che la situazione politica nel continente non è sempre tranquilla e per questo, negli ultimi anni, vi sono stati cambi di sede non programmati – come nel caso della Libia che avrebbe dovuto organizzare l’edizione 2013 del campionato d’Africa. Infatti a seguito dello scoppio della guerra civile, il paese nordafricano fu costretto ad accordarsi con il Sudafrica per scambiarsi le rispettive assegnazioni. Nel 2013 fu infatti quest’ultimo paese ad organizzare la Coppa d’Africa.
Non solo. La Coppa d’Africa di calcio del 2015 era prevista in Marocco, ma si tenne poi in Guinea Equatoriale a causa della grave situazione sanitaria che all’epoca vi era nel territorio marocchino. Mentre nel 2015 la confederazione africana diede l’edizione del campionato d’Africa del 2017 al Gabon, al posto della Libia, colpita ancora una volta dalla guerra civile.
Anche l’edizione 2019 vide un cambio di sede, dato che in un primo tempo era stata assegnata al Camerun, ma poi fu revocata a seguito di ritardi nella costruzione degli impianti e per motivi di sicurezza. L’edizione 2019 del campionato d’Africa fu così assegnata all’Egitto.
A ben vedere non sorprendono eccessivamente questi cambi di sede, se consideriamo le cause specifiche (di natura politica, sanitaria o organizzativa) che ne sono alla base.
Da notare che l’edizione 2021 si disputò in realtà nel 2022 per le conseguenze legate alle restrizioni da pandemia. Ciò che emerge da questo albo è anche il dato per cui, nonostante le tensioni politiche e i problemi sanitari o organizzativi, la Coppa d’Africa si è svolta praticamente senza soluzione di continuità lungo tutta la sua storia – garantendo al popolo africano lo spettacolo più bello del mondo in un palcoscenico di prestigio.
Nelle ben 33 edizioni disputate fino ad oggi, la Coppa delle nazioni africane è stata assegnata ad un totale di 15 nazionali. Un numero sicuramente molto alto, che indica un certo livellamento dei valori delle squadre di questo continente. Da un lato non esiste un ‘Brasile’ dell’Africa, ovvero un paese che anno dopo anno ha sfornato campioni ma è pur vero, dall’altro, che vi sono paesi che hanno contribuito più di altri alla storia di questa manifestazione.
In particolare, tra le squadre che hanno vinto di più la Coppa d’Africa o campionato d’Africa spicca l’Egitto, la nazionale più titolata con 7 successi. Al secondo posto di questa speciale classifica segue il Camerun con 5 e il Ghana con 4. Ai piedi del podio la Nigeria con 3 vittorie.
L’Egitto è anche la nazionale con il maggior numero di partecipazioni alla fase finale del torneo (25) e di finali disputate (10). E’ dunque da considerarsi il paese con la più ricca storia in fatto di Coppa d’Africa.
Dire qual è la nazionale più forte dell’Africa oggi significa fare il nome del Marocco, una squadra che ha saputo ben figurare agli ultimi Mondiali di calcio e che ha saputo esprimere un bel calcio come pure alcune individualità di grande livello – ad es. l’esterno Hakimi. Vedremo se, nella prossima edizione della competizione della Coppa d’Africa, questa selezione del paese nord occidentale del continente africano saprà confermarsi – magari ottenendo una vittoria di prestigio.
Se invece guardiamo alla squadra che ha vinto di più il trofeo, potremmo dire che la più forte – storicamente – è il citato Egitto, mentre se consideriamo le ultime edizioni della Coppa d’Africa dovremmo probabilmente nominare il Senegal, che è arrivato al secondo posto nell’edizione del 2019, vincendo quella successiva del 2021.
In linea generale, rispetto alle ultime edizioni, oggi i compensi per i piazzamenti e la vittoria nel campionato d’Africa sono maggiori. Ciò dipende da fattori quali le maggiori entrate da sponsor, i diritti televisivi e gli incentivi pagati dalla FIFA: insomma flussi di denaro che aiuteranno ogni Federcalcio africana ad aumentare le proprie ambizioni e a far crescere l’attività sportiva nel proprio paese.
Ma quali sono i maggiori premi? Ebbene, eccoli di seguito (prendendo come riferimento l’edizione della Coppa d’Africa svoltasi nel 2022):
Ciascun ammontare sarà da dividere poi tra i calciatori e i membri dello staff, tenendolo comunque ben distinto dall’importo dei ‘premi vittoria’, concordati preventivamente con ciascuna Federcalcio dei singoli paesi africani che partecipano alla manifestazione. Pertanto per i trionfatori vi sarà in pratica una doppia fonte di entrata, legata ai compensi per la vittoria.
Il campionato africano di calcio 2023 sarà la prossima edizione, ovvero la 34ma. Recentemente la Confédération Africaine de Football (CAF) ha reso note le date del prossimo torneo, che avrà durata pari a quattro settimane e che si svolgerà in Costa d’Avorio – con fischio d’inizio il 13 gennaio 2024 allo stadio Alassane Ouattara di Ebimpe (Abidjan).
In un primo tempo la fase finale del torneo era prevista per quest’anno, ma poi la scelta del posticipo ad inizio 2024 a seguito della valutazione delle non favorevoli condizioni meteo del paese ospitante, la Costa d’Avorio – durante la stagione estiva.
La data della partita della finale è stabilita per l’11 febbraio 2024. Secondo la formula odierna saranno 24 le nazionali che si giocheranno il titolo, e tra le favorite troviamo di certo Senegal, Egitto e soprattutto Marocco.
Concludendo, la manifestazione viene trasmessa a pagamento sia in diretta TV che con i servizi streaming. Nell’edizione svoltasi nel 2022 Discovery ha trasmesso in esclusiva le gare in diretta integrale su Discovery+. Una ‘deroga’ è stata prevista per la finale, dato che è stata trasmessa anche da Eurosport LIVE.
La Coppa d’Africa su Discovery+ era visibile anche su TIMVISION e Amazon Prime Video Channels, ma anche su Smart TV tramite app. Per usufruire del servizio partite a pagamento basta un PC, tablet o smartphone e scegliere uno degli abbonamenti proposti.
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