Il Tribunale federale ha pubblicato il dispositivo con le motivazioni sull’inibizione inflitta all’ex presidente bianconero per la manovra stipendi
“Provate con ragionevole certezza le responsabilità ”. Lo dice il dispositivo del Tribunale federale in merito alla squalifica (inibizione di 16 mesi e multa di 60mila euro) inflitta all’ex presidente della Juventus Andrea Agnelli per la manovra stipendi.
“Quanto alla manovra stipendi 2019-2020 – aggiunge il dispositivo – consistita nella postergazione delle mensilità di stipendio dei calciatori di aprile, maggio e giugno 2020 all’esercizio contabile successivo 2020-2021, costituisce dato di fatto oggettivo che la stessa abbia avuto quale effetto immediato e concreto di evitare l’appostazione in bilancio di costi e/o debiti per circa 90 milioni di euro”.
Con tale manovra, Agnelli è andato contro “al principio contabile di competenza economica“, violando il “principio di par condicio con le altre società consorelle della Lega Nazionale Professionisti Serie A in punto di equilibrio economico finanziario”.
Il dispositivo parla di gravità di fatti, quali “la natura ripetuta in due esercizi successivi dei comportamenti censurati, in ragione di tanto attinti dal vincolo della continuazione”. Poi “la rilevanza dei comportamenti ascritti, peraltro riferibili a società quotata, che hanno fornito all’esterno una rappresentazione della situazione economico finanziaria della società non corrispondente alla realtà ”.
Così il Tribunale, “ritenuta accertata con ragionevole certezza la responsabilità del deferito in ordine ai fatti ascritti, (…) ritiene congrua la sanzione di cui al dispositivo”.