Alessandro Nesta è stato un pilastro delle difese delle squadre in cui ha militato. Scopriamo il percorso di calciatore e i successi.
Il reparto dei difensori, come anche quello dei portieri, non ha mai costituito un importante problema per la rosa della nazionale italiana. Anzi forse si tratta proprio dei ruoli in cui il calcio del nostro paese ha maggiormente brillato nella sua storia: Paolo Maldini, Franco Baresi, Fabio Cannavaro, Giacinto Facchetti sono soltanto alcuni dei nomi illustri che – in passato – hanno guidato gli Azzurri con attenzione nelle marcature, ottima lettura del gioco e tutte le altre qualità che indicano un difensore di alto livello.
Ebbene tra i difensori più rappresentativi ce n’è uno in particolare che merita di essere ricordato: Alessandro Nesta è stato infatti uno dei punti fermi di club blasonati come Lazio e Milan, oltre ad aver vestito per non poche partite la maglia della nazionale. Un difensore completo e forte sia tatticamente che tecnicamente, in grado di incutere timore in in un gran numero di attaccanti, che sapevano di trovarsi di fronte ad un osso duro.
E’ vero che in molti tra gli appassionati del pallone lo ricorderanno, ma c’è sicuramente anche chi vuole saperne qualcosa di più: ecco allora una panoramica sulla sua carriera di calciatore, con le squadre di riferimento, il ruolo, i risultati e i trofei vinti. Ed anche qualche curiosità, che per un calciatore con un ricco curriculum, non può di certo non esservi.
Nessun dubbio nel posizionare Alessandro Nesta sul terreno di gioco: il suo ruolo naturale è stato quello di difensore centrale, che ha saputo svolgere con intelligenza, senso della posizione, abilità nel controllare il pallone e passarlo e sicurezza anche durante le fasi più delicate della partita. Anzi proprio quest’ultima qualità è forse quella che con più chiarezza balzava all’occhio, vedendolo giocare: con gli altri compagni difensori centrali o terzini con cui si trovava in campo, Nesta era in grado di costruire una cerniera difensiva difficilmente penetrabile e questo fu – ad esempio – molto evidente ai tempi della militanza nel Milan, in cui fece coppia con l’olandese Stam, un difensore roccioso che era l’esatto complemento proprio del nostro Nesta. Ma all’epoca nei rossoneri militava anche Paolo Maldini, andando a costituire una delle difese più impenetrabili del primo decennio del XXI secolo.
In verità ad inizio carriera il calciatore originario di Roma giocò anche come terzino e più avanti a centrocampo, ma presto si distinse come perno centrale della difesa grazie ad una buona velocità e forza fisica, ma anche al senso della posizione e dell’anticipo. Sue altresì le abilità nel gioco aereo e nei tackle. In più era stilisticamente impeccabile ed elegante nelle movenze. Nesta ebbe insomma tutto quello che serviva per eccellere nel suo ruolo.
Alessandro Nesta non ebbe un solo club nella sua carriera, ma diversi. Vediamo insieme quali sono stati.
La sua storia di calciatore iniziò con i biancocelesti della Lazio, ovvero nelle giovanili del club nel lontano 1985. All’epoca il noto ex calciatore giocò in più ruoli, incluso quello di attaccante e centrocampista – dicevamo – ma in seguito le sue doti difensive emersero nettamente e gli fecero guadagnare un posto come difensore centrale in Serie A e nazionale.
Nella prima squadra della Lazio fu inserito nella stagione 1993/1994 dove l’allora allenatore Zoff lo fece esordire giovanissimo nel massimo campionato italiano nel marzo del ’94, ovvero a pochi giorni dal compimento della maggiore età. Prese il posto di Pierluigi Casiraghi, un attaccante che in molti ricorderanno in nazionale ma che dovette interrompere definitivamente ed anzitempo la sua carriera, a causa di un brutto infortunio.
Non mancarono i trionfi ad inizio del professionismo: oltre ai buoni piazzamenti in campionato – all’epoca la Lazio era un top club – vinse con i biancocelesti la Coppa Italia battendo in finale il Milan – la sua futura squadra – e segnando peraltro la rete decisiva. Anche però qualche delusione all’epoca, con la sconfitta per 3-0 contro l’Inter di Ronaldo nella finale di Coppa UEFA 1998.
Nesta vinse però l’ultima finale della storia della Coppa delle Coppe contro il Maiorca e, all’inizio della stagione seguente, ovvero la 1999-2000, la Supercoppa europea contro gli allora temibili campioni d’Europa del Manchester United – a dimostrare ulteriormente la forza di un club come la Lazio del periodo tra il XX e il XXI secolo.
Altri successi in questo club arrivarono nel 2000 con lo Scudetto, la Coppa Italia e la Supercoppa italiana. Dopo pochi anni però Alessandro Nesta fu ceduto al Milan perché la Lazio era finita nel noto tunnel dei problemi societari, che ne segnò la storia più di vent’anni fa.
Il vero salto di qualità a livello professionale fu ai rossoneri, cui giunse nel 2002 per 31 milioni di euro. In particolare nella prima stagione al Milan vinse la Champions League ai rigori a Manchester contro la Juventus, ma anche la Coppa Italia contro la Roma. Altre vittorie con la Supercoppa europea l’anno dopo, come pure lo Scudetto. Nella stagione 2004-2005 invece un altro trionfo con la Supercoppa italiana, vinta proprio a spese della sua ex squadra, la Lazio.
Un altro grande successo nella stagione 2006-2007, dove peraltro riprese a giocare soltanto quasi al suo termine, a seguito di un grave infortunio alla spalla. Per lui infatti la presenza nella finale di Champions League ad Atene, in cui il Milan riuscì a vendicare la sconfitta di pochi anni prima contro il Liverpool. Con i rossoneri anche una Supercoppa europea contro il Siviglia e un Mondiale per club.
Al Milan la seconda parte della sua carriera fu costellata sia da successi che da vari infortuni, che di fatto ne limitarono le presenze in campionato, nelle coppe ed anche in nazionale. Dopo un lungo percorso nel club, nel 2012 in una conferenza stampa Alessandro Nesta disse addio al Milan, ma non ancora al calcio.
Come altri calciatori italiani oltre a lui, e tra questi ad es. Giovinco o Pirlo, Nesta scelse di trascorrere l’ultima parte della sua carriera di calciatore nel soccer, ovvero nella MLS. Il 5 luglio 2012 fu infatti ufficializzato il suo passaggio al Montreal Impact, squadra canadese della Major League Soccer, dove all’epoca trovò altre vecchie conoscenze del calcio italiano quali ad es. Corradi o Di Vaio. Erano gli anni del boom del calcio americano, con tanti big europei che arrivarono lì, a partire da David Beckham.
L’avventura americana durò però poco tempo: infatti nell’autunno del 2013, a seguito del termine della sua seconda stagione di MLS, Nesta annunciò pubblicamente l’addio al calcio giocato, tuttavia ripensandoci nel 2014 – anno in cui fu ingaggiato dal Chennaiyin, club dell’Indian Super League. Nella scelta sicuramente ebbe peso il fatto che all’epoca il club era allenato dall’ex compagno di nazionale Marco Materazzi. Un’esperienza comunque brevissima e che durò lo spazio di pochi mesi. Al termine la scelta di Alessandro Nesta fu quella di ritirarsi definitivamente dal calcio giocato.
Con la nazionale maggiore il difensore centrale ha totalizzato 78 presenze prendendo parte a tre campionati d’Europa (Inghilterra 1996, Belgio-Paesi Bassi 2000, Portogallo 2004) e tre campionati del mondo (Francia 1998, Corea del Sud-Giappone 2002, Germania 2006). Non alzò la coppa dei campionati europei della nazionale maggiore, ma fu convocato nella fortunata spedizione azzurra ai Mondiali 2006. Tuttavia anche in questo caso un infortunio dopo le prime due partite, ne limitò l’utilizzo: al suo posto Marco Materazzi, che però fece un grande torneo e fu decisivo per la vittoria finale.
Con l’Under 21 vinse l’Europeo di categoria, svoltosi in Spagna nel 1996.
A seguire la sintesi dei titoli vinti da Alessandro Nesta come calciatore:
Si può dire che che Alessandro Nesta ha vinto praticamente tutti i maggiori trofei, tolto l’Europeo per nazionali maggiori e la Coppa UEFA (oggi Europa League). Ciò a riprova del suo grande talento, di cui diede prova in numerosissime partite.
Essendo stato un calciatore di primissimo piano, le curiosità su di lui non mancano. Ha sempre indossato la maglia numero 13. Il totale delle sue presenze in Serie A è stato di 417, 193 e 1 gol con la Lazio e 224 e 7 gol con il Milan. Sicuramente non un altissimo numero di partecipazioni – se confrontato ad esempio con un giocatore come Paolo Maldini – ma sul numero totale delle presenze hanno influito i vari infortuni che ne hanno condizionato la seconda metà di carriera.
Inoltre forse non tutti sanno che nelle tre edizioni dei Mondiali a cui partecipò, a causa di tre distinti infortuni, non fu mai in grado di disputare una delle partite a eliminazione diretta – fermandosi sempre dopo le fasi a gironi e non proseguendo oltre.
Ai tempi della militanza in biancoceleste, e da giovanissimo, fu nominato membro del consiglio di amministrazione della Lazio su volontà dell’allora presidente Sergio Cragnotti. I sopra accennati problemi societari della Lazio lo condussero al Milan, e detti problemi furono così gravi che il capitano biancoceleste lasciò il club capitolino con uno stipendio arretrato pari a ben 2 milioni di euro, i quali poi per la metà furono convertiti in azioni della società.
Ebbe il soprannome di Tempesta perfetta ed è stato incluso per tre volte nella classifica del Pallone d’oro, posizionandosi al quinto posto nel 2000 come suo miglior risultato. Non solo. Fu 47mo nell’UEFA Golden Jubilee Poll, un sondaggio sul web tenuto alla UEFA per celebrare i migliori calciatori d’Europa della storia. Mentre nel 2004 è stato incluso nella FIFA 100, ovvero la lista dei più grandi giocatori viventi, selezionata direttamente Pelé e dalla FIFA in concomitanza con il centenario della federazione internazionale.
Fu nominato Cavaliere della Repubblica Italiana il 12 luglio 2000 e Ufficiale della Repubblica Italiana il 12 dicembre del 2006. Per lui anche il Collare d’oro al Merito Sportivo il 23 ottobre 2006.
Nella sua brevissima esperienza nel calcio del campionato indiano, da notare che il 9 dicembre 2014 giocò una sfida contro il Delhi Dynamos dell’ex compagno di nazionale Alessandro Del Piero, con il risultato finale di 2-2. Infine anche una breve apparizione cinematografica, nel film “Paparazzi” di Neri Parenti del 1998.
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