Mike Maignan si racconta a cuore aperto, dal rapporto col fallimento alla reazione rabbiosa alle critiche
Due stagioni di livello superlativo. Mike Maignan ha ridefinito il ruolo e l’importanza del portiere nel calcio e in Serie A. Il francese è stato a dir poco decisivo per la conquista dello scudetto rossonero e per la scalata Champions fino alla semifinale. Non a caso il periodo più nero della squadra di Pioli è coinciso anche con la sua assenza.
Il PSG si mangia le mani da diverso tempo, sogna di riportarlo a Parigi ma ora il Milan gli farebbe pagare carissima la pelle. Difficilmente risponderebbe al telefono per meno di 80-90 milioni. Anche se gli addii di Maldini, Massara e Tonali senza dubbio ha destabilizzato anche lui, oltre a Leao e Theo Hernandez. E intanto anche i tifosi della nazionale francese sono letteralmente pazzi di lui. Lo stesso Maignan si è raccontato a ‘ESN Talks’, un format ideato e realizzato dall’agenzia che cura i suoi interessi, la Excellence Sport. In un passaggio di queste dichiarazioni in particolare si capisce la forza del portierone del Milan, fisica e tecnica ma anche e soprattutto mentale: “Io non sono il tipo che legge la stampa e tutto il resto. Ma a volte ricevo notifiche che non mi piacciono molto: ‘Ah, questo e quest’altro è meglio di te’. Cose del genere che mi infastidiscono, perché so che non è vero”.
Maignan sulle critiche: “Mi danno fastidio, così impazzisco e mi alzo di notte per allenarmi”
Maignan spiega la sua reazione alle critiche così: “E allora cosa faccio? A volte divento pazzo. Alle 23 mi alzo e vado in palestra. Mi alleno, per la terza volta nella giornata. E poi mi alzo di nuovo il giorno dopo. E non sono stanco fino alla partita. Quando il match è finito e ho battuto il mio avversario, allora mi riposo. A quel punto poi ricomincio da capo. Quello che la gente dice di me non mi interessa, ma mi piace dare torto“.
Poi il rapporto col fallimento, non proprio amichevole: “È una cosa a cui penso da una stagione in cui ho fallito. Ho perso quella stagione, mi hanno tenuto fuori per sei mesi. E la cosa che mi sono messo in testa è questa: ‘Non aspettate che vedermi fallire’. Loro aspettano che io fallisca, ma io non fallirò mai. Questo significa che so che quando fallirò, ci sarà un fucile che mi aspetta“. Un po’ estremo, ma rende il concetto della forza sotto tutti gli aspetti di Maignan.