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Maurizio Sarri, tutti gli esoneri in carriera

Maurizio Sarri è un tecnico con esperienza ultratrentennale. Ha allenato ovunque e conseguito grandi risultati. Ma qualche esonero c’è stato.

Maurizio Sarri oggi tecnico della Lazio
Maurizio Sarri oggi tecnico della Lazio (Ansa) – calciomercato.it

Una carriera minore e non lunghissima come calciatore, ma anche un percorso molto articolato – in seguito – come tecnico. Maurizio Sarri, originario di Napoli, è un allenatore che ha saputo farsi apprezzare nel corso degli anni e che ha conseguito anche risultati di indubbio prestigio. Ha infatti vissuto il calcio in tutte le dimensioni, dalle categorie più basse ai successi nell’Europa League con il Chelsea e in Serie A con la Juventus, con cui vinse uno Scudetto nella stagione 2019/2020. Il tecnico di Napoli è stato altresì in grado di ottenere ben sei promozioni in carriera.

Tuttavia come praticamente per tutti gli allenatori – e in particolare coloro che hanno una lunga esperienza alle spalle e tante panchine – anche per lui qualche passo falso o incidente di percorso non è mancato.

Gli esoneri per Maurizio Sarri sono state le note stonate nella sua professione di mister, che iniziò dalle categorie inferiori ad inizio anni ’90. Di seguito una scheda su di lui, che intende riassumere luci ed ombre di un cammino di allenatore, in cui gli aspetti di interesse di sicuro non mancano. E c’è anche una curiosità che non molti conoscono e di cui diremo alla fine. I dettagli.

Gli inizi di Sarri in panchina: la Seconda Categoria e Promozione

Più di trent’anni fa l’esordio di Maurizio Sarri come coach, tra i dilettanti della Seconda Categoria dello Stia, formazione in cui aveva militato come atleta, e poi con la Faellese. Per lui già qualche sprazzo di buon calcio e delle idee tattiche che lo avrebbero poi condotto ad un lunga carriera. In particolare con la Faellese arrivò vicinissimo alla promozione in Prima Categoria, pur non riuscendovi.

Nel corso del 1993 il primo salto di qualità di Maurizio Sarri allenatore, che infatti sedette sulla panchina delle formazioni Cavriglia ed Antella. Il periodo di riferimento è il 1993/1998, e con ambo le squadre Sarri riesce a centrare il traguardo dell’approdo nel campionato Eccellenza dalla categoria Promozione.

Ecco dunque ulteriori segnali di abilità gestionali e tattiche come mister e – se ci si chiede della lunga ‘gavetta’ del tecnico napoletano partendo dal basso  – la risposta sta anche nel fatto che Sarri non ha mai giocato da calciatore professionista. Per ciò per lui la conquista del calcio professionistico come allenatore non poteva che essere un po’ più impegnativa rispetto ad altri colleghi.

Dall’Eccellenza alla Serie C2 (ma anche il primo esonero)

Maurizio Sarri – dicevamo – fece vari anni di esperienza in club minori: a fine anni ’90 seguirono infatti le panchine del Tegoleto e del Valdema – campionato Eccellenza. In quest’ultima formazione vi fu la prima delusione, ovvero l’esonero nel 1999.

Di seguito arrivò la firma per allenare il Sansovino, club in cui riuscì a fare un ottimo lavoro: qui infatti nel corso di tre sole stagioni riuscì ad arrivare in C2 partendo dall’Eccellenza. In questo lasso di tempo anche la vittoria della Coppa Italia Serie D nella stagione 2002/2003.

Le prime esperienze in Serie C e l’approdo in Serie B: Sangiovannese, Pescara e Arezzo (con esonero)

Nella stagione calcistica 2003/2004 ecco la panchina della Sangiovannese, club all’epoca militante in Serie C2. Qui ancora diede prova subito delle sue abilità in panchina, grazie ad ottimi risultati e ad una promozione in C1 alla prima stagione. Alla Sangiovannese anche una seconda stagione, per poi scegliere di dimettersi nel giugno 2005.

Qualcosa evidentemente bolliva in pentola ed infatti di lì a poco Maurizio Sarri avrebbe allenato un club militante nel campionato cadetto. Nel luglio successivo la firma con il Pescara e l’esordio come allenatore in Serie B – stagione 2005-2006.

Un campionato senza infamia e senza lode, dove il mister iniziò a prendere le misure ad una categoria superiore a quelle in cui si era trovato in precedenza. Con il Pescara conseguì una salvezza abbastanza tranquilla, ma a fine stagione scelse di proseguire altrove: infatti nel giugno 2006 arrivò la scelta delle dimissioni.

Un primo piano di Maurizio Sarri
Un primo piano di Maurizio Sarri (Ansa) – calciomercato.it

Alcuni mesi dopo Maurizio Sarri ebbe una nuova panchina su cui sedere, quella dell’Arezzo. In questo ambiente il tecnico napoletano ha un passato di luci ed ombre: infatti ben si piazzò nel torneo di Coppa Italia, arrivando ai quarti di finale, ma anche subì nel marzo 2007 l’onta del secondo esonero in carriera.

L’allontanamento in effetti stona con alcuni risultati di indubbio prestigio che il mister ottenne all’Arezzo. Basti pensare al 2-2 in casa della Juventus di Deschamps e il 2-2 al San Paolo contro il Napoli di Reja. Ma erano ulteriori segnali del fatto che Sarri aveva – ed ha – i numeri per essere tra gli allenatori di alto livello.

Le esperienze negative con Avellino, Verona e Perugia: dimissioni e doppio esonero

La lunga ‘gavetta’ verso il calcio che conta davvero, per Maurizio Sarri continuò ancora. Infatti, alcuni mesi dopo il secondo esonero, arrivò la firma con l’Avellino: qui però durò non più che alcune settimane, perché scelse di dimettersi dopo una sconfitta in Coppa Italia. Il tecnico all’epoca non le mandò a dire ed ebbe modo di dichiarare che il motivo della sua decisione era da rintracciarsi nella scarsissima programmazione e organizzazione che, a suo dire, caratterizzava questo club di calcio.

Pochi mesi dopo giunse una nuova carta da giocare. Sarri infatti a fine 2007 iniziò a dirigere l’Hellas Verona come tecnico. Un salto indietro di categoria, dato che il club all’epoca militava in Serie C1. Ma anche qui le cose non andarono per il verso giusto, dato che ottenne la ‘miseria’ di un punto solo in sei giornate di campionato. L’ultimo posto in classifica C1 pesava come un macigno e per questo la società scelse di esonerarlo dopo neanche due mesi di panchina.

Nel 2008 però un’altra occasione per allenare giunse dal Perugia, club di Lega Pro Prima Divisione. Qui rimase dal settembre 2008 al febbraio 2009, perché fu esonerato dopo un brutto risultato in campionato.

Il riscatto al Grosseto, la nuova e turbolenta esperienza all’Alessandria e l’approdo al Sorrento (con esonero)

Tra il marzo e il giugno 2010 Maurizio Sarri fu al Grosseto, con il ritorno ad allenare un club militante nel campionato cadetto. Qui il riscatto dopo le ultime esperienze infelici, dato che rimase fino a fine stagione portando la compagine toscana al settimo posto finale.

Alcuni mesi dopo il tecnico napoletano continuò ad allenare altrove, ancora in terza serie. Un”altalena’ di panchine tra C e B che sicuramente servì molto a Sarri per fare esperienza in vista di impegni maggiori.

Firmò infatti con l’Alessandria e diresse la squadra nelle partite di Lega Pro Prima Divisione. Nel club piemontese subito ottimi risultati ed addirittura un terzo posto finale in campionato per i giocatori dalla caratteristica casacca di colore grigio.

Tuttavia fu per Maurizio anche un periodo assai complicato quello su questa panchina, dato che la società dell’Alessandria rimase coinvolta in una crisi pericolosa e nelle accuse legate ad un’inchiesta sul calcioscommesse. Arrivò così la retrocessione a tavolino in Lega Pro Seconda Divisione.

Sarri preferì ovviamente volgere lo sguardo altrove e, nell’estate 2011, decise di firmare per un altro club di Lega Pro Prima Divisione, il Sorrento. Qua fu attratto dalle prospettive di crescita e dall’ottimismo che regnava negli ambienti societari, ma l’avventura non andò bene e dopo pochi mesi, nel dicembre dello stesso anno, per Sarri arrivò un nuovo esonero – pur con la squadra sesta in classifica. Evidentemente qualcosa non girò per il verso giusto, considerato anche il carattere vulcanico e non sempre diplomatico del tecnico napoletano.

Maurizio Sarri ai tempi della panchina dell'Empoli
Maurizio Sarri ai tempi della panchina dell’Empoli (Ansa) – calciomercato.it

Il ritorno in Serie B con l’Empoli e l’approdo alla A a 55 anni

A metà 2012 Maurizio Sarri ebbe la possibilità di firmare un nuovo contratto come allenatore di Serie B, ed ovviamente non se la fece sfuggire. In passato peraltro più volte disse pubblicamente che non era più intenzionato a guidare squadre della terza serie.

L’Empoli fu il nuovo palcoscenico del tecnico ma le prime giornate di campionato non furono le migliori della sua carriera. Tutt’altro. In seguito una progressiva risalita e l’approdo al quarto posto nella classifica finale della Serie B.

L’Empoli si giocò l’ingresso nel massimo campionato nazionale, ma perse la finale con il Livorno. Per Sarri uno smacco evidente, a cui però seppe rimediare nella stagione successiva – 2013/2014 – con la promozione in Serie A dopo il secondo posto in campionato.

Dopo tantissimi anni di panchina e tante partite combattute in veste di mister, Maurizio Sarri finalmente arrivò a guidare un club in Serie A. Sarà sempre l’Empoli e l’avventura, anche questa volta, fu positiva grazie ad una salvezza raggiunta in anticipo. Nel giugno 2015 però le dimissioni del tecnico, che nel frattempo aveva acceso i riflettori su di lui e attirato l’attenzione di club più blasonati.

Le esperienze al Napoli (con esonero) ed al Chelsea

Le dimissioni dopo la positiva esperienza con l’Empoli si spiegano con i contatti con il Napoli, che nel frattempo lo aveva cercato. Alcuni giorni dopo l’addio alla panchina toscana arrivò infatti la firma con il club partenopeo, il più rapido ad accaparrarsi un tecnico in forte ascesa.

Al Napoli Sarri stette per tre stagioni consecutive, fino al 2018, ottenendo sempre risultati di altissimo livello. Per lui infatti un secondo, un terzo ed un secondo posto in classifica finale di Serie A ed inoltre una serie di record societari. Basti pensare a quello delle vittorie e del maggior numero di punti conseguiti in campionato, tra gli altri.

Tuttavia il percorso di Maurizio Sarri e quello del presidente del Napoli De Laurentiis si separarono nel 2018, pur dopo importantissimi risultati. Il Napoli infatti scelse per l’esonero e al suo posto in panchina andò un big come Carlo Ancelotti.

Passarono poche settimane e per Maurizio Sarri si aprirono le porte di una nuova esperienza di prestigio, questa volta oltre confine. Nel luglio 2018 la firma per allenare il Chelsea, dove restò una sola stagione pur ottenendo un terzo posto in campionato ma risultati negativi in Coppa di Lega e in FA Cup. Tuttavia approdò anche alla finale di UEFA Europa League, che poi vinse guadagnando il primo trofeo in assoluto tra i professionisti – dopo una carriera già all’epoca lunghissima.

Lo Scudetto alla Juve e un nuovo esonero

Nel giugno 2019 la scelta della risoluzione contrattuale con i Blues, una decisione di cui l’allenatore poi si pentì – avendolo dichiarato pubblicamente agli organi di informazione. Ma qualcosa di nuovo per lui bolliva in pentola, dato che erano già stati avviati i contatti con la Juventus, nella cui panchina infatti l’allenatore napoletano si trovò di lì a breve.

Una sola stagione alla guida dei bianconeri, ma in cui il mister riuscì ad ottenere il massimo traguardo possibile in campionato. Qui vinse infatti lo Scudetto, in un torneo il cui programma fu fortemente ridimensionato causa pandemia. Ebbene, questo risultato non gli bastò a proseguire, siccome la dirigenza tenne anche conto delle brucianti eliminazioni in coppa. Conseguentemente nell’agosto 2020, proprio poco dopo la vittoria dello Scudetto, Sarri fu esonerato.

Maurizio decise di prendersi un anno di pausa dopo un’avventura con i bianconeri dai contorni amari. Nel giugno 2021 arrivò però il nuovo contratto con i biancocelesti della Lazio ed oggi il tecnico napoletano, ancora alla guida del club, nutre grandi ambizioni in vista della stagione di Serie A 2023/2024.

Sarri ai tempi della panchina del Napoli
Sarri ai tempi della panchina del Napoli (Ansa) – calciomercato.it

Una curiosità su Maurizio Sarri che forse non tutti sanno

Sarri non proviene dagli ambienti del calcio giocato di alto livello e per arrivare dov’è ora, ha fatto molta gavetta ed esperienza in club minori. Fu sì calciatore ma in categorie molto basse e come dilettante, tanto che per diverso tempo portò avanti l’attività di atleta con quella – senza dubbio all’epoca principale – di impiegato di banca.

Nel 2002, però, in un momento di svolta del suo percorso di mister, scelse coraggiosamente di lasciare il lavoro in banca, per fare a tempo pieno l’allenatore. E se è vero che anche per lui gli esoneri e i momenti negativi in carriera non sono mancati, è altrettanto vero che i successi che sono arrivati dopo hanno dimostrato la bontà della scelta fatta più di vent’anni fa. Evidentemente capì che la sua carriera era ad un punto chiave e voleva premere sull’acceleratore per massimizzare i risultati, che poi infatti giunsero.

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