Nakata è stato un calciatore di Serie A dai piedi buoni. Dagli inconfondibili lineamenti orientali, in molti lo ricordano. Che lavoro fa oggi?
C’è un calciatore asiatico che ha fatto molto bene in Serie A alcuni decenni fa e che i tifosi di Roma, Parma, Bologna, Fiorentina e Perugia sicuramente ricorderanno. Stiamo ovviamente parlando di Hidetoshi Nakata, il quale vinse uno scudetto con i capitolini e una coppa Italia con il Parma nei primi anni Duemila. Si è ritirato nell’ormai lontano 2006, a soli 29 anni di età – chiudendo la carriera nella squadra inglese del Bolton.
Nakata aveva i movimenti e le giocate tipiche del trequartista, un ottimo tocco di palla e la capacità di adattarsi in mezzo al campo nel ruolo di centrocampista in caso di necessità, Indubbie la visione del gioco, il senso del gol come pure le abilità offensive e nel servire i compagni con efficaci assist. Insomma Nakata ha tutto per essere ricordato come atleta, ma oggi che cosa fa? E’ rimasto nel mondo del calcio con un ruolo di allenatore o dirigenziale oppure ha deciso di intraprendere una nuova strada? La sintetica scheda illustrativa che segue, lo chiarirà.
Nella sua carriera di calciatore Nakata non ebbe un solo numero di maglia, ma diversi. Per quanto riguarda la sua esperienza in Italia, si ricorda il n. 7 al Perugia, il n. 8 alla Roma e il n. 10 al Parma. Al Bologna ebbe il n. 16 e alla Fiorentina il n. 10 e infine di nuovo il n. 7, come a voler chiudere il cerchio.
Ai Mondiali 2006 il Brasile sconfisse il Giappone 4-1: fu l’ultima parte della carriera del calciatore che, prima dei 30 anni, scelse di chiudere con il calcio giocato. Un ritiro sicuramente inaspettato perché Nakata stava bene fisicamente, era integro ed in grado di giocare ancora.
La motivazione fu dunque squisitamente psicologica. Hidetoshi Nakata ormai vedeva il calcio solo per la sua componente di business ed affari: troppo denaro frenava passione e valori, così il calciatore scelse di cambiare vita.
Hidetoshi anzitutto tornò a casa per riscoprire le sue origini, ma in passato ai giornalisti ebbe anche modo di dichiarare che l’Italia per lui è una sorta di patria adottiva. Anzi l’ex calciatore ha confessato che senza i sette anni di impegni sportivi in Italia non sarebbe divenuto il Nakata odierno.
Un precoce ritiro dal mondo del calcio per lui, dato che ormai era stufo del flussi di denaro che molti anni di fatto lo controllano. Alla ricerca di sensazioni più genuine, Nakata ha scelto di appendere le scarpette al chiodo nel pieno della carriera, per esplorare il mondo girandolo in lungo e in largo e per.. avviare un’azienda di saké – vino di riso giapponese – di cui è CEO.
Inoltre, per aumentare i guadagni imprenditoriali, l’ex calciatore ha creato Sakenomy, un’applicazione per telefono che illustra informazioni su migliaia di tipi di saké.
Non solo: Hidetoshi è anche ambasciatore degli artigiani giapponesi e disegnatore di gioielli: con Giorgio Damiani in passato ha infatti lanciato una collezione a sfondo benefico. Ecco perché anche Nakata ha saputo finora ritagliarsi tanti spazi per far parlare ancora di sé, dopo aver lasciato il calcio giocato.
Com’è tipico della cultura giapponese e orientale in generale, non si sa praticamente nulla della famiglia di Nakata, della moglie e dei figli. L’ex calciatore è infatti molto riservato e preferisce non dare informazioni sulla sua vita privata e su quella della sua famiglia.
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