Si torna a parlare del caso plusvalenze e per la Juventus c’è la sentenza che fa storcere il naso: penalizzazione ‘cancellata’
La Juventus pensa al futuro ed ha messo in archivio le vicende giudiziarie, almeno quelle a livello sportivo, che hanno caratterizzato la passata stagione. Tutto si è chiuso con il -10 in classifica, l’ammenda da 718mila euro e l’esclusione per un anno dalle coppe europee.
Qualche strascico però continua ad esserci e negli ultimi giorni il caso plusvalenze è tornato a galla a causa della decisione della Procura di Bologna di chiedere l’archiviazione per la società emiliana, relativamente all’indagine che riguardava l’acquisto dalla Juventus di Riccardo Orsolini.
“Insussistenza di elementi”: così i magistrati bolognesi hanno motivato la loro richiesta, rimandando peraltro la palla alla Procura della Figc (cui sono stati inviati i documenti) parlando della possibilità di una rilevanza dal punto di vista della giustizia sportiva. Su questo tema emerge anche il parere di Graziano Campi che fa un quadro molto chiaro, almeno stando al suo punto di vista della situazione.
La decisione della Procura di Bologna di chiedere l’archiviazione per il caso Orsolini riattiva polemiche che sembravano ormai chiuse dopo l’ultima decisione della Uefa e la rinuncia al ricorso da parte della Juventus.
Così non è come dimostra la discussione nata sotto una serie di tweet pubblicati da Graziano Campi, secondo cui non c’era possibilità di vedere il Bologna finire a processo: “Non è quotato in Borsa. Le accuse a Torino riguardano il danno patrimoniale fatto ad azionisti e investitori con operazioni che nascondevano la realtà dei costi per Juventus – il suo tweet – . Il Bologna al massimo avrebbe nascosto un futuro ricavo, peraltro irrealizzato”.
Campi continua spiegando che a Torino “il processo riguarda un danno fatto dagli amministratori alla società stessa, attraverso operazioni fittizie e comunicazioni parziali che hanno danneggiato azionisti e investitori”. Ma la frase forse più importante riguarda la giustizia sportiva. A suo dire invece “a livello sportivo non avrebbero dovuto farci nulla perché la normativa è carente”. Invece con l’utilizzato dell’articolo 4 “si è aggirato in maniera scandalosa il problema dell’incompetenza di chi doveva fare norme chiare”. Insomma, la penalizzazione non aveva motivo di esistere, ma ormai il caso è chiuso e si può guardare avanti.
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