Il Monza punta a ripetersi dopo lo storico ed esaltante campionato della scorsa stagione: Adriano Galliani rimane un punto di riferimento del mercato italiano
Esordio di lusso per il Monza ai nastri di partenza della nuova Serie A. L’undici di Raffaele Palladino sarà infatti di scena alla ‘Scala’ di San Siro contro i vicecampioni d’Europa dell’Inter.
Tanti gli ex in campo da una parte e dall’altra, a iniziare ovviamente da Carlos Augusto fresco di trasferimento alla corte di Simone Inzaghi. Alla fine a spuntarla è stata l’Inter nella corsa al gioiello brasiliano, che era finito sul taccuino anche dell’Atalanta e soprattutto della Juventus. Una cessione record per il Monza, la più remunerativa della storia per le casse del sodalizio brianzolo: 17 milioni di euro tra prestito oneroso e obbligo di riscatto (legato alla qualificazione in Europa) l’assegno complessivo che sborseranno i nerazzurri del presidente Zhang. Cifra importante, considerando inoltre che tra un anno l’ex Corinthians (che ambiva a giocare in Champions League) si sarebbe liberato a parametro zero visto il contratto in scadenza nel giugno 2024. Adriano Galliani ha ricavato il massimo e probabilmente anche qualcosa in più dalla situazione, muovendosi per tempo per la sostituzione del laterale verdeoro con l’arrivo a sinistra di Kyriakopoulos e lo scorso gennaio di un prospetto interessante come Franco Carboni.
Il Monza ha lavorato con lungimiranza per rimpiazzare Carlos Augusto, così come per completare gli altri comparti dello scacchiere di Raffaele Palladino. Un mercato intelligente finora quello condotto da Galliani – il vero artefice del sogno Monza – con l’obiettivo di consegnare una squadra competitiva e ambiziosa al giovane allenatore campano, replicando lo straordinario campionato della scorsa stagione. Fermo restando comunque che l’obiettivo principale, almeno ai nastri di partenza, rimane sempre la salvezza.
Galliani investe e fa sognare Monza: un big per l’attacco
Il Monza ha stupito tutti al battesimo nel massimo campionato e vuole consolidarsi anche nella prossima stagione, confermando quasi in blocco l’ossatura dello scorso anno a parte ovviamente l’addio di Carlos Augusto e le partenze per fine prestito di Sensi e Rovella.
La compagine biancorossa e Galliani hanno investito già all’inizio della sessione estiva oltre 40 milioni di euro per i riscatti obbligatori di giocatori del calibro di capitan Pessina, Pablo Marì, Caprari, Petagna e Cragno, quest’ultimo poi accasatosi a titolo temporaneo (con diritto di riscatto) al Sassuolo. Cifra pesante quella scucita dal Monza, superiore anche rispetto agli esborsi di società con ben altre ambizioni come Inter e Juventus. Rosa successivamente plasmata con il ritorno in Brianza di Izzo, alfiere della retroguardia di Palladino, oltre gli arrivi in prestito di profili giovani e di qualità come Cittadini e Valentin Carboni. A questi si aggiungono elementi di grande esperienza e profilo internazionale come Gagliardini e D’Ambrosio, vice campioni d’Europa nell’ultima stagione con la casacca dell’Inter. Giocatori con ingaggi importanti e che daranno alla squadra un contributo significativo anche nello spogliatoio.
Ma non solo movimenti in entrata. Galliani, insieme ai ‘delfini’ Modesto e Franco, si è mosso al alacremente pure sul fronte rinnovi: da Di Gregorio a Mota, passando per Machin, Ciurria e Colpani, quest’ultimo in evidenza nel precampionato del Monza e riscattato l’anno scorso per 9 milioni di euro dopo l’esaltante promozione in Serie A. Il fiore all’occhiello della lunga lista di prolungamenti è ovviamente mister Palladino, rivelazione in panchina al battesimo sul grande palcoscenico e ambito dalle big italiane. Tutto a testimoniare la bontà del lavoro certosino della dirigenza e di Galliani, che nonostante la perdita del patron Silvio Berlusconi vuole regalare altre gioie e domeniche indimenticabili alla piazza monzese. Occhio quindi al possibile colpo a effetto dell’ex Ad milanista, in pressing su Muriel e Zapata in casa Atalanta se dovesse uscire Petagna nel reparto d’attacco. Il Milan come il Monza, non fa differenza: il ‘Condor’ lascia sempre il segno.