Uno degli allenatori più discussi della storia del calcio; ha ricevuto lodi ma è stato anche criticato. Conosciamo meglio Zdenek Zeman
Le sue migliori annate le ha vissute con il Foggia e con il Pescara; due avventure dove ha fatto vedere un calcio propositivo e capace di dominare l’avversario. Il suo modo di fare calcio, però, non si è riuscito a sposare pienamente con le realtà più grandi del calcio italiano.
Ecco perché le esperienze a Napoli e a Roma (sponda giallorossa) non sono andate come previsto. Tecnico tutto di un pezzo, senza mezze misure, con un preciso metodo di allenamento, una filosofia di gioco ben delineata e la voglia di stupire per la bellezza del suo gioco. Cerchiamo di scoprire qualcosa in più su Zeman.
Allenatore capace di rivoluzionare il modo di fare calcio tra gli anni ottanta e gli anni novanta; idee di gioco ben precise, grande attenzione soprattutto alla fase offensiva e nessun problema ad esporre il proprio pensiero anche se non in linea con l’idea generale.
Zeman è, senza ombra di dubbio, uno degli allenatori più discussi del calcio capace di essere apprezzato ma anche di ricevere non poche critiche per il suo modo di comunicare molto spesso fuori dagli schemi.
Il binomio più importante nella sua carriera da allenatore è, per forza di cose, quello con il Foggia portato a vincere un campionato di Serie B. Stesso risultato ottenuto anche sulla panchina del Pescara e, in entrambi i casi, ricordiamo le due squadre con piacere per la loro fluidità di gioco e la capacità di segnare con incredibile facilità.
Impossibile, però, dimenticare la sua esperienza nella capitale sia con la Lazio sia con la Roma; sulla panchina dei giallorossi è tornato una seconda volta ma l’avventura è stata decisamente negativa. Zeman, nel corso della sua carriera da allenatore, ha anche guidato Napoli e Cagliari dove però non è riuscito ad imporre le sue idee di gioco.
Sono ben quattro le volte in cui Zeman ha allenato il Foggia; un binomio, quello tra il tecnico e la squadra, che ha portato anche diverse soddisfazioni. Il tecnico, infatti, ha espresso forse il suo miglior calcio da allenatore del Foggia portando il club ad un risultato storico.
Nella stagione 1991-199, infatti, il Foggia arrivò nono in Serie A ottenendo il miglior piazzamento di sempre all’interno del massimo campionato italiano. Impossibile dimenticare quella formazione, messa in campo con il classico 4-3-3 (un vero e proprio marchio di fabbrica) di Zeman.
Tra i pali era presente Francesco Mancini mentre la linea difensiva vedeva Salvatore Matrecano, Dan Petrescu, Angelo Consagra e Maurizio Codispoti. A dirigere la manovra Mauro Picasso con Onofrio Barone e Igor Shalimov a fare da mezzali. In avanti, il tridente offensivo, era composto da Roberto Rambaudi, Giuseppe Signori e Francesco Ciccio Baiano. Una squadra capace di scrivere una pagina indelebile del massimo campionato italiano.
Come abbiamo detto Zeman è sempre stato un tecnico senza peli sulla lingua; questo ha portato l’allenatore ad avere diverse discussioni e tra queste non possiamo non andare a ricordare quella con Mourinho attuale tecnico della Roma.
Si inizia nel 2012 con Mourinho allenatore del Real Madrid e Zeman alla guida dei giallorossi; l’allora tecnico della Roma disse che lo Special One non proponeva nessun concetto e che il suo gioco non si capiva. La risposta del portoghese, ovviamente, non si è fatta attendere; Mou ha sottolineato di non conoscere Zeman e che non sapeva fosse un tecnico.
I due sono tornati a lanciarsi frecciatine di recente con Mourinho alla guida della Roma e Zeman, ancora una volta, al Foggia. Il boemo ha sottolineato di preferire il tecnico della Lazio (Sarri) con lo Special One che ha detto di non poter rispondere ad uno che ha vinto solamente in Serie B. Possiamo dire come tra i due non corra buon sangue e difficilmente andranno a prendere un caffè insieme.
Uno è stato un tecnico della Roma mentre l’altro è ancora oggi il simbolo più importante della storia giallorossa; parliamo, ovviamente, di Totti e Zeman. Il primo ha scritto pagine importantissime nel storia del club capitolino, il secondo non è riuscito a lasciare il segno che, probabilmente, avrebbe voluto.
Tra i due, però, il rapporto è sempre stato ottimo con Totti che ha avuto insegnamenti importanti sul boemo. Zeman, consapevole del talento dell’ex numero dieci giallorosso, sosteneva che su dieci tiri, ben nove volte la palla sarebbe entrata. Anche nella crescita fisica della bandiera giallorossa, il tecnico ha avuto un ruolo importante.
Il rapporto tra Zeman e la Juventus non è mai stato rosa e fiori con il boemo ad attaccare, anche pesantemente, la squadra bianconera con dichiarazioni che non lo hanno fatto entrare nel cuore della tifoseria juventina.
Ancora oggi, con Zeman non più impegnato direttamente nel campionato italiano, i rapporti tra il tecnico e i bianconeri sono tutto tranne che ottimi. Il boemo, infatti, ha sempre detto quello che pensava senza mezze misure
Della preparazione atletica di Zeman è impossibile andare a dimenticare i famosi gradoni; il tecnico, però, faceva lavorare duramente le proprie squadre in estate perché l’obiettivo era arrivare meglio rispetto agli altri all’inizio della stagione.
La mattina, al termine della colazione, si lavorava senza il pallone e si andava a testare la resistenza fisica dei giocatori con diversi kilometri di corsa; al pomeriggio, invece, ecco che arrivavano i famosi gradoni per poi mettere in pratica schemi difensivi e offensivi. Una seduta di allenamento decisamente intensa e che, soprattutto a Foggia e Pescara, ha dato i suoi frutti.
Tecnico mai banale e, di conseguenza, non sono state banali le sue frasi; alcune sono incise nella storia del calcio e saranno ricordate per sempre. “Talvolta i perdenti hanno insegnato più dei vincenti. Penso di aver dato qualcosa di più e di diverso alla gente” è una delle dichiarazioni più famose del tecnico in relazione ad un palmares non proprio ricchissimo di trofei.
Zeman ha vissuto due esperienze a Roma e la seconda si è conclusa con l’esonero; alla domanda se avesse smesso di allenare, il tecnico è stato piuttosto coinciso. “Dovrebbero spararmi” fu la risposta.
Per capire il pensiero di Zeman basta andare a riprendere la dichiarazione in cui sottolineò “Il risultato è casuale, la prestazione no“. Il tecnico non è mai riuscito ad avere un buon rapporto con la Juventus e lo testimonia una frase “Io non mi voglio rovinare la giornata” in riferimento ai complimenti ricevuti da Moggi quando Zeman allenava il Pescara.
Come abbiamo detto Zeman ha ricevuto consensi e critiche; allenatore che, per anni, ha incantato con un gioco incentrato esclusivamente sull’aspetto offensivo. Non sempre, però, le sue avventure sono state poi così positive.
Il tecnico, infatti, vanta diversi esoneri come ad esempio quello di Parma (stagione 1997/1998) dopo solamente sette partite; nel 1996/1997 fece male anche alla Lazio a tal punto che fu esonerato dopo nove sconfitte nelle prime diciotto giornate. La sua avventura al Napoli, nel 2000/2001 durò solamente sei partite mentre il suo ritorno a Roma si concluse con la squadra all’ottavo posto e nove sconfitte in ventitré giornate. Esonero anche a Cagliari dove poi subentrò per poi dimettersi.
Usciamo ora dalla sfera sportiva ed entriamo in quella familiare dove non possiamo non andare a sottolineare come Zeman abbia due figli: Andrea e Karel. Di loro non sappiamo molto ma, stando anche alle informazioni di Donna Glamour, possiamo sottolineare come Karel ha seguito le orme del padre con la carriera da allenatore mentre Andrea ha deciso di stare lontano dal mondo calcistico.
Andrea ha dovuto fare i conti con una brutta malattia ma, per fortuna, ne è uscito vincitore; per il resto sappiamo veramente poco sui due figli.
Abbiamo detto come Zeman abbia due figli ed entrambi sono nati dall’amore che lega lui e la moglie, Chiara Perricone. Di lei sappiamo veramente poco; è una donna molto riservata e che non ama essere sotto la luce dei riflettori; tutto il contrario del marito che, per il mestiere intrapreso, è uno dei tecnici più conosciuti a livello calcistico.
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