Il saluto e il ricordo di Fabio Rossitto, ex calciatore di Carlo Mazzone: ecco che cosa fece il mister quando arrivò a Napoli.
Nessuno come lui in Serie A. Carlo Mazzone è ad oggi l’allenatore con più presenze sulla panchina del massimo campionato e appena cominciata la nuova stagione ha salutato tutti, lasciando un vuoto enorme.
Tanti ex calciatori, avversari e personaggi che hanno avuto modo di conoscere Sor Carletto hanno rilasciato interviste, riflessioni, lettere a cuore aperto per ricordare il mister. Pep Guardiola, tecnico del Manchester City, si è addirittura presentato in sala stampa con una maglia raffigurante Mazzone. Da Baggio a Totti, passando per Pirlo, Fonseca, Materazzi e tanti tanti altri campioni hanno incrociato la loro carriera con l’allenatore classe 1937.
Noi di Calciomercato.it abbiamo contattato Fabio Rossitto, ex giocatore di Carlo Mazzone, che ha conosciuto il tecnico nel breve periodo trascorso al Napoli. L’allenatore disputò appena quattro partite di campionato e due di Coppa Italia prima di dimettersi. Lasciò però un bellissimo ricordo nel cuore dei napoletani in quel mese di lavoro. E soprattutto lasciò un bellissimo ricordo all’interno di quello spogliatoio.
All’ex centrocampista di Udinese, Napoli e Fiorentina fra le altre, la redazione di Calciomercato.it ha provato a farsi raccontare chi era Carlo Mazzone. E come già rivelato da diversi suoi ex giocatori, la risposta è sempre la stessa: “Era come un papà – afferma Rossitto consapevole di accodarsi ai suoi tanti ex colleghi – Era un allenatore organizzato, attento”.
L’attenzione, però, non era la sua caratteristica principale. Chi è stato allenato dal mister, ricorda soprattutto il senso di appartenenza verso il gruppo. “Ha sempre dato l’impressione di proteggere la sua squadre e i suoi giocatori. Era la sua dote più grande. Un calciatore allenato da Mazzone si sentiva protetto e questo è una grande cosa – Racconta Fabio ai nostri microfoni – Era un uomo leale. Anche se ti criticava faccia a faccia, poi ti spronava a dare il meglio”.
Nel calcio moderno, di Mazzone non ne esistono più: “E’ un personaggio che purtroppo non c’è più. E’ uno di quei tipi di allenatori che ad oggi fai fatica a trovare. Il calcio è cambiato. Nel calcio moderno mancano i suoi valori, la sua paternità, il suo modo di educare i ragazzi alla vita, non solo a giocare a calcio”.
Infine, Fabio Rossitto, ora allenatore (ex Cremonese e Pordenone) è tornato indietro nel tempo ricordando un aneddoto di quella breve esperienza di Carlo a Napoli nel 1997, durata appena il mese di novembre: “Mazzone arrivò con grande entusiasmo, nonostante fece solo un mese al Napoli. E’ stato un anno disgraziato quello lì. Però fece vedere una grande organizzazione. Ricordo che alla prima partita ci consegnò dei fogli dalla mattina della partita e c’era la lettura del match. C’era tutto. Dietro tutto questo c’era grande organizzazione. Mazzone si è sempre tenuto all’avanguardia, non è mai passato. Voleva essere organizzato e voleva tanto da te, perché chiedeva molto. Ma non faceva mancare niente, era una cosa molto bella”.
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