I due fratelli Inzaghi sono ex attaccanti che hanno scelto di proseguire nel calcio come mister. Simone ha già subito l’onta dell’esonero?
Simone Inzaghi è stato un calciatore come il più noto Filippo, il fratello che ha segnato tantissimi gol e che ha vinto tutto con il Milan. Oggi proprio come ‘Superpippo’, Simone Inzaghi allena una squadra di calcio: al momento siede infatti sulla panchina dell’Inter, una società prestigiosa con cui ha già raggiunto una finale di Champions – dopo l’esperienza con i biancocelesti della Lazio.
Ex punta centrale proprio come Filippo Inzaghi, con lui condivide una passione grandissima per il pallone, che non si è affievolita dopo aver appeso le scarpette al chiodo. Non a caso, il ritiro dal calcio giocato ha visto Simone Inzaghi subito attivo nel settore delle giovanili della Lazio, nell’anno 2010.
Perciò la sua carriera di mister non è di certo iniziata ieri: ecco allora almeno una buona ragione per parlare di lui in veste di coach e per scoprire se qualche passo falso vi è stato oppure no – in più di dodici anni di esperienza in panchina. Simone Inzaghi è già stato esonerato? E se sì, quando e da quale club di calcio? Di seguito la scheda illustrativa che segue lo chiarirà, indicando i principali snodi del suo percorso di allenatore. I dettagli.
Gli inizi in panchina con la Lazio: solo successi?
Come spesso accade agli ex giocatori di calcio, la squadra con la quale la carriera termina è anche quella con cui si inizia ad allenare. Ed è infatti stato il caso anche di Simone Inzaghi che, dopo aver giocato diversi anni con la Lazio – con brevi parentesi con Samp e Atalanta – ha proseguito poi il suo percorso calcistico nell’ambiente biancoceleste.
I primi anni alla Lazio furono ottimi e dimostrarono subito che il fratello minore di Filippo ha stoffa da vendere anche come mister. In veste di allenatore delle giovanili della Lazio, vinse prima con gli allievi regionali e poi con gli allievi nazionali. Di seguito un repentino salto di categoria: la guida della Primavera nel 2014, dopo pochi anni dal debutto in panchina, e la vittoria immediata della Coppa Italia di categoria – come pure della Supercoppa nello stesso anno (finale contro il Chievo Verona). Seguì poi un’altra coppa e vari ulteriori piazzamenti di rilievo.
Ecco perché nei primi anni di carriera di allenatore, per Simone Inzaghi nessuna vera ombra o rischio di esonero. I risultati d’altronde hanno parlato per lui e gli hanno permesso di crescere in fretta.
Il debutto nella prima squadra della Lazio nel 2016
Nella Lazio della Serie A Simone Inzaghi arrivò nell’aprile 2016, perché subentrò all’esonerato Pioli. Poche gare nel massimo campionato italiano per dimostrare il proprio valore, con la prospettiva di allenare altrove – al fine di fare esperienza nel calcio professionistico che conta. Ma il ‘caso Bielsa’ – l’allenatore che avrebbe dovuto dirigere la squadra biancoceleste ma che poi chiuse la porta in faccia al presidente Lotito dimettendosi per divergenze di calciomercato – spinse la dirigenza a confermare proprio Simone Inzaghi, dopo la nomina ad interim. Pertanto nessun rischio di esonero nell’aria, ma se mai una nuova chance in una panchina blasonata. E lui si fece trovare pronto per sfruttarla.
Infatti proprio questo fu il momento della definitiva svolta per Simone Inzaghi, che guidò la prima squadra della Lazio dalla stagione 2016/2017 alla stagione 2020/2021, collezionando buoni piazzamenti in campionato e percentuali di vittorie più che confortanti.
Per lui infatti varie vittorie nei derby con la Roma e una carriera in cui l’esonero è parola sconosciuta nel suo vocabolario di allenatore. Oltre alla partecipazione alla Champions ottenuta dopo 13 anni di assenza, Simone Inzaghi infatti in 5 anni alla Lazio ha conquistato una Coppa Italia (2018-2019), due Supercoppe italiane (2017 e 2019) e ha ottenuto l’invidiabile record di divenire il solo biancoceleste ad aver vinto ambo i trofei nazionali sia da calciatore che da tecnico. Un riconoscimento davvero prestigioso per una bandiera del club.
Dopo i successi con la Lazio la decisione inaspettata (ma non è l’esonero)
A fine stagione 2020/2021 qualcosa bolliva in pentola per Simone Inzaghi ed infatti dopo cinque anni assai positivi sulla panchina della Lazio, l’ex calciatore scelse di non proseguire la sua avventura sulla panchina biancoceleste, ma di volgere lo sguardo altrove.
Il 3 giugno 2021 infatti fu annunciato come nuovo tecnico dell’Inter – per una firma di un accordo biennale. E l’inizio fu subito con il piede giusto, perché il 21 agosto dello stesso anno ottenne una vittoria per 4-0 contro il Genoa al debutto in campionato di Serie A.
Concludendo, al momento l’allenatore Simone Inzaghi è in una botte di ferro. Stimato dalla dirigenza interista, come pure dalla tifoseria che lo ama, ha tutte le carte in regola per confermarsi nelle stagioni a venire.
Ma sono i numeri a parlare per lui e ad essere assai chiari: un secondo e un terzo posto in campionato nelle prime due stagioni sulla panchina nerazzurra, altre due coppe Italia con l’Inter – stagioni 2021/2022 e 2022/2023 ed altre due Supercoppe nazionali nel 2021 e 2022 lo proiettano in un futuro ricco di ambizioni e aspettative. Per lui i ‘fantasmi’ dell’esonero sono e restano al momento lontanissimi.