Pioli ha avuto un’altalenante carriera di coach, ma lo Scudetto è stato il premio per tanti sacrifici. Quanti gli esoneri? E da chi?
Parmense, classe 1965, Stefano Pioli è un allenatore di calcio con un’esperienza ultraventennale. Anche lui, come tanti colleghi che siedono in panchina, ha una carriera di calciatore alle spalle – con anche militanze di un certo livello. Spiccano infatti l’esperienza con i bianconeri della Juventus a metà degli anni ’80 del secolo scorso ma anche gli anni alla Fiorentina, nel periodo che va dal 1989 al 1985. Per un ex atleta come lui non potevano mancare le motivazioni a continuare nel mondo del pallone e a riprovare a vincere come allenatore, al termine di una carriera nel calcio giocato che forse avrebbe potuto regalargli qualche soddisfazione in più.
Pioli ha iniziato ad allenare partendo dal basso, a fine anni ’90, e da quel periodo fino ad oggi è stato visto come mister di non pochi club, a conferma di una buona stima nei suoi confronti – ma anche del fatto che le cose non sono sempre andate per il verso giusto. Quali sono stati gli esoneri di Stefano Pioli? Quali i passi falsi dell’allenatore originario di Parma e con quali squadre? E quando? Di seguito la scheda sintetica ed illustrativa che segue, lo chiarirà. I dettagli.
Le ultime squadre con cui Pioli giocò furono il Fiorenzuola e il Colorno, ma fu con le giovanili del Bologna che iniziò ad allenare. Era il 1999 e all’epoca il mister si fece subito notare con una vittoria nel campionato allievi nazionali. Dopo un anno alla guida della Primavera del Chievo, club che all’epoca ben figurava a livello di prima squadra, seguì la prima esperienza nel calcio che conta.
Infatti nel giugno 2003 Stefano Pioli sedette sulla panchina della Salernitana, club all’epoca militante in Serie B. Con i campani una stagione senza infamia e senza lode, ma soprattutto senza esonero. La sua scelta fu però quella di cambiare aria e nella stagione successiva il tecnico proseguì allenando il Modena: nella prima stagione gli emiliani sfiorarono i play-off, tuttavia il parmense nella stagione successiva subì il primo smacco da allenatore.
Infatti arrivò l’esonero, cui però seguì ben presto la reintegrazione come mister, perché il suo sostituto – Maurizio Viscidi – ottenne 3 sconfitte consecutive in campionato. Di seguito la svolta: Stefano Pioli fece recuperare posizioni alla squadra del Modena che, a fine campionato, si piazzò quinta nel campionato di Serie B stagione 2005/2006. Un risultato molto dignitoso per un allenatore con ambizioni.
Panchina di maggior peso per lui dal giugno 2006, quando infatti firmò per allenare il Parma. Ma un inizio di campionato difficile dei gialloblù, pur con i discreti risultati in Coppa Uefa, impedirono a Pioli di terminare il campionato con il club emiliano: infatti la grave situazione che si era creata in campionato – e il serio rischio di retrocedere – ne comportò il nuovo esonero a febbraio.
Un passo indietro per l’allenatore Stefano Pioli, che nella stagione successiva scelse di ripartire dal Grosseto, club neopromosso in serie cadetta e speranzoso in vista della nuova stagione calcistica. Arrivato da subentrato anche qui le cose all’inizio non andarono per il verso giusto, tanto che si materializzò di nuovo il rischio di un esonero. Tuttavia la squadra piano piano ingranò e cominciò a risalire la classifica, conquistando la permanenza in B a fine stagione 2007/2008.
L’esperienza al Grosseto durò però una sola stagione. Stefano Pioli prese infatti accordi diversi in vista della successiva. Non un altro esonero, ma l’11 giugno 2008 la firma per guidare il Piacenza, club all’epoca in B e con cui raggiunse il traguardo della salvezza. Anche qui però esperienza temporanea dato che il giugno dell’anno successivo lasciò il club, per non aver trovato un accordo sulle strategie e i piani futuri del club.
Subito una nuova chance per Stefano Pioli dato che nel giugno 2009 accettò la proposta di allenare il Sassuolo, club che nel giro di alcuni anni divenne uno dei club più saldamente ancorati alla Serie A. Arrivarono buoni risultati fin dalla prima stagione 2009/2010, ma anche la risoluzione del contratto al termine della stagione, per andare ad allenare il Chievo.
Anche con questo club l’esperienza di Stefano Pioli fu di una sola stagione: infatti dopo la salvezza raggiunta a fine campionato, nel maggio 2011 la società veronese e il mister Pioli decisero consensualmente di non rinnovare il contratto di collaborazione. Una ulteriore dimostrazione che per questo tecnico mancava ancora la squadra in cui trovare la propria ‘dimensione’, tanto che gli esoneri restavano una variabile importante del suo percorso di mister.
Ed infatti ecco la nuova doccia gelata per il tecnico di Parma: nel giugno successivo la firma per allenare il Palermo, arrivando da subentrato a Delio Rossi, ma soprattutto il veloce esonero dopo una cocente eliminazione in Europa League, subita dagli svizzeri del Thun. Ciò portò al veloce addio al tecnico Pioli, che il 31 agosto fu esonerato dopo poche settimane di panchina con i rosanero.
Stefano Pioli, nonostante qualche passo falso, era rimasto finora un allenatore affidabile e di buona fama. Per questo per lui non mancò una nuova opportunità di allenare, questa volta il Bologna in Serie A. Il periodo di riferimento è compreso tra il 2011 e il 2014 e in questo lasso di tempo il tecnico conseguì risultati di livello – ovvero due salvezze tranquille che però non impedirono un nuovo esonero. Infatti ad inizio 2014 giunse un ulteriore addio, per i risultati non soddisfacenti dell’ultima parte della sua gestione.
A seguito di quest’esperienza, a metà 2014 si presentò però un’altra occasione per Pioli. La firma per divenire allenatore della Lazio sancì l’accordo con i biancocelesti: qui buone prestazioni da subito, con una finale di Coppa Italia e il terzo posto finale in campionato 2014/2015.
La stagione successiva non ebbe tuttavia una striscia positiva come la prima. Oltre all’eliminazione immediata dai preliminari di Champions League, arrivò infatti nell’aprile 2016 il nuovo esonero dopo la sconfitta nel derby – a seguito peraltro di risultati ben poco soddisfacenti dei biancocelesti in Serie A.
Nell’autunno 2016 Stefano Pioli subentrò a Frank De Boer alla guida dei nerazzurri dell’Inter. Risultati tra luci ed ombre su questa piazza per il tecnico parmense: alla fine prevalsero i risultati negativi e la dirigenza si convinse di non proseguire con lui. Per Pioli arrivò così un nuovo esonero nel maggio 2017 – probabilmente un’occasione persa, ma l’esito fu figlio dei numeri: il tecnico infatti non riuscì a totalizzare più di 39 punti sui 69 disponibili in totale.
Dopo questa nuova esperienza – non esaltante – sulla panchina dell’Inter, Stefano Pioli ebbe subito una nuova proposta di lavoro, che accettò senza indugio. Nel giugno dello stesso anno la firma per allenare la Viola di Firenze, svolgendo un cammino di Serie A senza patemi particolari. A seguire una nuova stagione con la Fiorentina, meno convincente della prima sul piano dei risultati e dei punti: per questo nella primavera del 2019 scelse la via della dimissioni, forse anticipando la proprietà e lasciando il club al decimo posto in campionato e in semifinale di Coppa Italia.
Oggi Stefano Pioli è conosciuto soprattutto per essere il tecnico dei rossoneri del Milan, un club in cui fu accolto nel 2019 senza molto entusiasmo da parte della tifoseria. Ma i fatti gli hanno dato ragione: in questa piazza infatti l’allenatore parmense ha saputo dare la svolta che mancava alla sua carriera, subentrando inizialmente all’esonerato coach Giampaolo.
La prima stagione diede risultati confortanti, con 16 vittorie e sole 6 sconfitte in campionato di Serie A, che gli permisero la conferma nella stagione successiva e fino al giugno 2022. Un’ascesa di Stefano Pioli certificata dai numeri: la prima stagione con i rossoneri fu chiusa al sesto posto, la seconda al secondo e la terza valse invece la conquista dello Scudetto.
Proprio la stagione 2021/2022 fu allora quella della consacrazione per Stefano Pioli, dopo tanti anni di esperienza in più panchine e non poche delusioni ed esoneri. La squadra rossonera chiuse il girone d’andata al secondo posto, ma i segnali dell’annata ‘giusta’ continuarono a manifestarsi: nel febbraio 2022 la vittoria nel derby contro l’Inter e il raggiungimento della vetta della Serie A pochi giorni dopo, decretarono che il Milan era tra le principali candidate per la vittoria finale in Serie A.
E il finale fu entusiasmante dato che nelle ultime sei giornate, i rossoneri conseguirono soltanto vittorie trovando i punti necessari per laurearsi campioni d’Italia. Una cavalcata che a Stefano Pioli ha portato il primo trofeo in carriera da allenatore. Ad esso poi seguì nel febbraio del 2023 il premio della Panchina d’oro dal Settore Tecnico della FIGC. La stagione 2022/2023 di Serie A si è conclusa invece con un quarto posto finale: nessun bis dunque ma la conferma di un allenatore che nel Milan sembra aver trovato la sua dimensione. Oggi i fantasmi degli esoneri del passato sembrano dunque soltanto un lontano ricordo.
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