Il Napoli non ha fatto nessun passo più lungo della gamba: la vera differenza con il Milan di Maldini e Massara.
Sorprende, o quantomeno fa riflettere, il modus operandi del Napoli campione d’Italia in questa finestra estiva di mercato. La piazza chiede di difendere il titolo e De Laurentiis ha cercato in tutti i modi di mantenere una “promessa” fatta appena terminata la scorsa stagione: trattenere tutti i campioni.
La dirigenza azzurra è consapevole della forza del gruppo e non ha voluto destabilizzare lo spogliatoio aggiungendo pedine in più o maggior concorrenza nei reparti, motivo per cui per ogni calciatore ceduto ne è arrivato uno nuovo o è ritornato qualche giocatore mandato via in prestito.
Svincolato Marfella, ripreso Gollini e trattenuto Contini come terzo portiere; via Kim Min Jae per 50 milioni e dentro Natan per circa 10 milioni; fine prestiti per Bereszyński e Ndombele, sostituiti dal ritorno di Zanoli e dall’acquisto di Cajuste per 12 milioni. Insomma, al momento – esclusi i riscatti di Simeone e Raspadori – il club azzurro ha speso circa 22 milioni per rinforzare la prima squadra. Tuttavia, va sottolineato che il Napoli ha rimpolpato le proprie casse grazie agli introiti dei diritti televisivi, al raggiungimento della qualificazione in Champions e della conquista del tricolore. E il merito va dato anche alla cessione di Kim Min-Jae.
Ma come si è comportato il Milan nella passata estate, quando doveva difendere il titolo di campione d’Italia appena conquistato? Ecco quanto spese il duo Maldini-Massara, ormai non più dirigenti rossoneri.
Milan, gli addii a zero e la scommessa persa: il mercato dopo il tricolore
La differenza tra il Milan dell’anno passato con il Napoli attuale sembra abbastanza netta. Nella passata stagione, il club rossonero lasciò partire alcuni elementi a parametro zero. Romagnoli e Kessie andarono in scadenza di contratto e dopo aver festeggiato il tricolore hanno lasciato il club. Il Milan perse anche Castillejo e cedette in prestito allo Spezia Daniel Maldini.
Gli acquisti della società rossonera, almeno sulla carta, furono importanti. L’investimento più oneroso è stato quello su De Ketelaere: 36 milioni di euro e ora già ceduto in prestito all’Atalanta dopo un’annata disastrosa terminata con 0 gol in campionato.
Il Milan acquistò anche Thiaw per 8 milioni per far fronte alla partenza di Romagnoli; Oltretutto, a centrocampo arrivarono alcuni rinforzi: il ritorno dai prestiti di Pobega e Adli, l’acquisto in prestito di Vranckx. Gli ultimi due scarsamente utilizzati da mister Pioli. In attacco, invece, l’occasione di mercato colta al volo: Origi a parametro zero. Ma anche l’attaccante belga, come il suo connazionale, ha deluso le aspettative.
Il confronto tra Napoli e Milan campioni d’Italia
Insomma, il Milan ha speso ben oltre i 40 milioni senza guadagnare nulla dalle cessioni. Ad inizio stagione sembrava che questo tipo di calciomercato potesse bastare per riconfermarsi, ma in realtà l’ex formazione Campione d’Italia ha mostrato qualche fragilità di troppo. Addirittura, senza la penalizzazione inflitta alla Juventus, il Milan non avrebbe centrato la qualificazione in Champions League.
Dunque, si può sottolineare come il Napoli sia stato molto più attento a non perdere alcuni suoi leader, anziché andare ad acquistare giocatori affermati per rinforzare davvero la rosa e restare competitivo. Il vero “colpo” è stato trattenere Osimhen, facendo un enorme sforzo per modificare le sue condizioni contrattuali. E a differenza del Milan, De Laurentiis ha evitato di perdere a parametro zero alcuni calciatori. L’unica vera situazione spigolosa è rappresentata da Lozano, entrato in scadenza e ancora in rosa a disposizione di Garcia. Per Demme, invece, si prospetta una cessione imminente in Turchia, dopo che è saltata l’opzione Hertha Berlino.
Di certo il mercato azzurro passa sottotraccia rispetto a quello rossonero dell’anno passato. De Ketelaere doveva essere l’acquisto di punta, il diamante della formazione di Pioli. E invece è stato uno dei più grandi flop degli ultimi anni. Una scommessa persa miseramente.