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Luciano Spalletti, tutti gli esoneri in carriera del neo allenatore della nazionale

Il ct della nazionale Spalletti, in passato, ha fatto molto bene in vari club. Tuttavia le tegole degli esoneri non sono mancate. Ecco dove.

Luciano Spalletti (Ansa) – calciomercato.it

Con lunghi strascichi e non pochi veleni, la storia di Roberto Mancini con gli Azzurri si è conclusa in modo improvviso: a lui è subito però subentrata una vecchia conoscenza del calcio italiano, quel Luciano Spalletti che ha vinto assai in passato con la Roma e che ha permesso al Napoli di conquistare il terzo Scudetto della sua storia.

Carismatico, esperto, attento alla fase tattica ma anche a dare alla propria squadra tutte le indicazioni per fare un bel gioco, Spalletti è un allenatore toscano nato a Certaldo, che ha le carte in regola per ottenere ancora risultati positivi nella sua ormai lunga esperienza in panchina.

Tuttavia, anche per il commissario tecnico della nazionale qualche passo falso nel suo percorso di coach vi è stato: gli esoneri sono d’altronde uno dei tratti distintivi del curriculum di ogni allenatore, insieme alle vittorie, alle promozioni e ai trofei. Dal bilanciamento tra delusioni e successi, è possibile dare un giudizio su un mister e sulla sua carriera professionale. Quello su Spalletti è senza dubbio positivo ma quali sono state le docce fredde della sua carriera? Quali gli esoneri che ne hanno bloccato l’esperienza in un club e lo hanno costretto a guardare altrove? La sintetica scheda che segue lo chiarirà.

Esonero con la Sampdoria

Luciano Spalletti iniziò la carriera di allenatore all’Empoli nel 1994, in cui partì dalle giovanili. Qui presto allenò la prima squadra portandola dalla C alla A. Insomma, il tecnico presto dimostrò di saperci fare ed infatti, di seguito, firmò per un club più blasonato come la Sampdoria: nella stagione 1998/1999 la dirigenza blucerchiata credette molto su di lui, giovane allenatore rampante ricco di carattere, ma le cose non andarono per il verso giusto.

Dopo aver condotto i toscani alla permanenza in massima serie, infatti fu chiamato alla guida dell’ambiziosa Sampdoria ma subì l’esonero nel dicembre 1998, pur essendo poi richiamato quasi due mesi dopo in seguito alle dimissioni di David Platt, prima calciatore e poi tecnico della Samp.

La sua seconda esperienza con i blucerchiati non impedì al club di retrocedere. Ma d’altronde i numeri, dopo la positivissima esperienza all’Empoli, non gli sorrisero – troppe le sconfitte, ben 12, per salvare la squadra e permettergli di partecipare ancora alla Serie A. Da notare che nella stessa stagione retrocedette pure l’Empoli che lo lanciò tra gli allenatore di successo.

L’esonero al Venezia (doppio)

Dopo la fallimentare esperienza nella Samp, per Luciano Spalletti si aprirono le porte del Venezia, club all’epoca presieduto dal vulcanico Maurizio Zamparini, recentemente scomparso. Era la stagione 1999/2000 ma anche qui per il coach originario di Certaldo le difficoltà non mancarono: nella squadra veneta conseguì soltanto una vittoria nei primi due mesi di Serie A. Ecco perché la negativa partenza ne produsse il sollevamento dall’incarico, la prima volta in via temporanea.

Un secondo esonero, nel febbraio 2000, dopo essere stato richiamato proprio come alla Samp, portò Spalletti verso nuovi lidi calcistici. Per Luciano il contatto con la Serie A non fu dunque indolore, pur con un ottimo passato con le panchine di Serie C e B.

Da notare però che il vulcanico patron del Venezia Zamparini ebbe però modo di esprimere parole di elogio negli anni a venire, definendolo un grande allenatore. Fece infatti notare alla stampa che, sotto la sua gestione del Venezia, vi fu l’infortunio dei primi due portieri ma Spalletti ottenne comunque qualche buon risultato. All’epoca dell’intervista in cui parlò proprio del tecnico toscano, Zamparini scherzò sui motivi dell’esonero – spiegando che la scelta di mandarlo via dipese dal fatto che quando allenava i lagunari pensava portasse sfortuna, perché si vestiva sempre di nero.

Arrivarono poi le esperienze con Udinese, Ancona (in Serie B) di nuovo Udinese, con discreti piazzamenti in campionato e nessuna ombra di un possibile esonero.

L’esonero in Russia

Tra il 2005 e il 2009 Spalletti fu alla guida della Roma con cui riuscì a togliersi varie soddisfazioni da tecnico – basti pensare alle due Coppe Italia con i capitolini. Ma dopo le dimissioni dal club giallorosso per attriti con la dirigenza, arrivò l’esperienza in Russia allo Zenit San Pietroburgo: in questa piazza arrivo il titolo del campionato nazionale ed anche la Coppa di Russia, ma anche un nuovo esonero – durante la sua terza stagione al club – per un avvio di stagione avaro di buoni risultati. Era il 10 marzo 2014. Al momento questa è la sola esperienza all’estero dell’allenatore Luciano Spalletti.

Spalletti durante la felice esperienza alla guida del Napoli (Ansa) – calciomercato.it

Le ultime annate: altri esoneri?

L’ultima parte della carriera di Spalletti si riassume nelle esperienze alla Roma (per la seconda volta), all’Inter e al Napoli. Con i giallorossi, Luciano disputò altre due stagioni, in cui non subì l’onta dell’esonero ma che non gli permisero di continuare ancora sulla panchina capitolina.

Se è vero infatti che in campionato – stagione 2016/2017 – fu in grado di conquistare il secondo posto dopo un duello spettacolare con il Napoli, come pure i record di punti (87) e di reti segnate in una singola stagione (90), è altrettanto vero che i risultati nelle coppe europee non gli sorrisero. Ma non vi fu l’esonero piuttosto una risoluzione consensuale.

Seguirono due stagioni all’Inter, entrambe concluse al quarto posto nella classifica finale del campionato di Serie A. Anche qui pesarono alla lunga le prestazioni non esaltanti nelle coppe europee e in coppa Italia: non abbastanza per restare in un club dalle elevate ambizioni come l’Inter. Per questo arrivò l’esonero di Luciano Spalletti il 30 maggio 2019.

In seguito il tecnico scelse di fare due anni sabbatici, ma nel maggio 2021 la fortunata nomina come tecnico del Napoli gli permise di fare il vero salto di qualità in carriera, vincendo lo Scudetto. Gli attriti con il presidente dei partenopei e la volontà di passare più tempo con la famiglia, riposandosi, hanno spinto il tecnico toscano a non voler proseguire oltre l’esperienza con i campioni d’Italia della stagione 2022/2023.

Concludendo, oltre agli esoneri Luciano Spalletti ha ottenuto – ovviamente – risultati di prestigio. Basti pensare al premio della Panchina d’oro (2004-2005), al premio come miglior allenatore AIC (vinto sia nel 2006 che nel 2007), al premio Nazionale Enzo Bearzot (2023) ed al premio come miglior allenatore della Serie A (2022-2023), conseguente alla vittoria dello scudetto con il Napoli, che lo ha proiettato – di fatto – sulla panchina della nazionale.

Claudio Garau

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