Il presidente di Adicosp e Fids Alfonso Morrone presenta l’evento di chiusura del mercato estivo a Roma e dice la sua su Lukaku, il Milan e l’Arabia Saudita
Romelu Lukaku è arrivato da poche ore a Roma e si candida a essere uno dei colpi più importanti, forse il migliore, di questo mercato estivo in Serie A. Una sessione che sta per concludersi, venerdì primo settembre. E da sempre l’ultimo giorno di calciomercato è ormai una sorta di rituale, seguitissimo anche mediticamente. E per la seconda volta questo momento così importante avrà il suo svolgimento anche a Roma e non solo a Milano. Questo grazie “Il Calciomercato – International Transfer Market” organizzato da ADICOSP, l’Associazione Direttori e Collaboratori Sportivi.
Una manifestazione che ha ricevuto il patrocinio dal Comune di Roma, FIGC, LNPB, Lega Pro oltre che dalla FIDS, la Federazione Internazionale Direttori Sportivi. Il “Title sponsor” sarà per la seconda volta Rabona Mobile. A condividere le sue sensazioni è stato Alfonso Morrone, presidente di Adicosp e Fids, che in esclusiva a Calciomercato.it ha parlato di diversi argomenti. A partire dalla due giorni di mercato (31 e 1): “Una soddisfazione, perché siamo nati da pochi anni, abbiamo sdoganato il fatto che il calciomercato si possa fare anche a Roma e non solo a Milano. Poi c’è l’orgoglio per aver dato seguito a quanto fatto a gennaio”.
Quello ideato da Adicosp non è tanto un mero punto di incontro per trattare, ma una sorta di kermesse ben articolata: “Dobbiamo prendere atto che la tecnologia ha preso piede, il bisogno di incontrarsi fisicamente è venuto un po’ meno rispetto agli anni scorsi. Prendendo atto di questa evoluzione nella società moderna, vorremmo che l’occasione del calciomercato fosse non soltanto per le trattative ma anche un momento di riflessione. Mi auguro che sia un laboratorio di idee che riguarda il calcio giocato e non solo, che possa essere strumento di divulgazione di temi come la lotta al bullismo, la sostenibilità, le riforme dello sport. Parlare quindi di questi temi, individuando le criticità che ci sono ancora. È una due giorni di workshop su vari argomenti”. Senza perdere di vista determinati valori: “La sera del 31 agosto ci sarà un evento di beneficienza con Sportogether, insieme all’associazione Shadow Project di Gloria Peritore, campionessa mondiale di kickboxing, impegnata sul tema della violenza sulle donne. Il ricavato di questa cena sarà interamente devoluto all’associazione”.
Difficile non parlare, in tema di mercato, dell’arrivo di Lukaku alla Roma: “È l’operazione più importante del nostro calcio. Abbiamo avuto delle uscite come Brozovic, Milinkovic-Savic, campioni che sono andati a giocare in un campionato con altri campioni. A livello di Serie A siamo terzi per soldi spesi sul mercato. Quindi di soldi se ne sono spesi, specie dal Milan che ha fatto la migliore campagna acquisti. Non a caso ora è la squadra più in forma, anche se bisogna vedere alla lunga. Ma Lukaku direi che è il colpo più importante, ma nel complesso il Milan si è mosso meglio“.
Ruolo di estrema importanza e assoluto rilievo ce l’ha avuto l’Arabia Saudita e questo incredibile flusso economico: “L’Arabia Saudita non è una cosa effimera, perché stanno andando lì anche giocatori non a fine carriera, vedi Veiga del Celta Vigo che ha 21 anni ed è un gioiellino. Il calcio è diventato sempre più sport business, il denaro la fa da padrone, siamo in uno sport professionistico e si guarda anche l’aspetto economico. Come direttore sportivo parlo in rappresentanza di quelli che sono in Serie A, quando devi trattenere un giocatore questi petroldollari dall’Est ti mettono in difficoltà. Non sarà un fenomeno effimero come la Cina, poi i capitali vengono sempre spostati verso l’Est, e i paesi arabi in particolare investono molto in campionati importanti come la Premier. Ad esempio l’Arabia Saudita farà i primi stage a Newcastle dove c’è il fondo Pif. Ti fa capire che la geopolitica del calcio sta cambiando”.
Infine Morrone torna a parlare di un tema importante come l’inquadramento e il riconoscimento a livello globale della figura del direttore sportivo: “Siamo una nazione che ha un regolamento ben delineato, ma in altri paesi il direttore sportivo neanche esiste. Per il resto noi siamo concentrati sulle nostre battaglie interne ed esterne, lavoriamo affinché anche all’estero siamo riconosciuti come direttori sportivi, allo stesso modo di allenatori e giocatori. Parlo anche di paesi come America Latina ed altri in Europa, i ds esistono ma non lo possono fare tutti. Bisogna colloquiare con Fifa e Uefa affinché ci sia una regolamentazione. In Italia è giunta l’ora che, come già avvenuto per i procuatori, diventi una professione regolamentata e chi esercita abusivamente sia perseguibile penalmente. Stiamo già parlando con gli esponenti politici, vediamo se ci sarà la possibilità di legiferare”. Intanto appuntamento il giovedì 31 e venerdì 1 all’hotel Hilton Rome Eur La Lama.
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