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Dall’inchiesta Juventus all’allarme sulla giustizia sportiva: “Non è autonoma”

Juventus, la decisione sull’incompatibilità territoriale della Procura di Torino in merito all’inchiesta Prisma sta calamitando l’attenzione mediatica

Come spesso è capitato negli ultimi mesi, nelle ultime ore sono le vicende extra-campo a prendersi le luci della ribalta. In questo caso il verdetto della Cassazione che, in merito all’inchiesta Prisma, ha accolto il ricorso della Juventus.

Agnelli, Arrivabene, Cherubini (LaPresse) – Calciomercato.it

Ragion per cui il procedimento a carico del club bianconero e dei dodici indagati coinvolti è stato spostato a Roma. Uno scenario che, stando così le cose, potrebbe avere delle ripercussioni assolutamente tangibili. Come prevedibile, si tratta di un verdetto assolutamente divisivo. Sono in molti a chiudere una riforma della giustizia sportiva, che in diverse circostanze ha mostrato limiti strutturali piuttosto evidenti. In questa scia si colloca anche l’intervento dell’ex magistrato Luca Palamara, che nel corso della diretta di TV PLAY si è espresso proprio su questo tema.

Caso Juventus, Palamara rincara la dose: “La giustizia sportiva non funziona”

Senza peli sulla lingua, Palamara ha definito non autonoma la giustizia sportiva allo stato attuale della situazione, puntando il dito su un tema in particolare: “Così com’è, la giustizia sportiva non funziona, non è autonoma; va avanti solo con gli incartamenti delle Procure. La Giustizia Sportiva va di fretta ma questa fretta travolge ogni meccanismo di difesa, questo è il grande tema: è un sistema lesivo dei diritti e delle garanzie di difesa.”

Agnelli (LaPresse) – Calciomercato.it

Palamara ha aggiunto: “Nessuno ha detto che l’azione legale sia stata sbagliata. Non c’è ancora una sentenza, sarebbe stato meglio se ci fosse stato un coordinamento tra le Procure. Può essere strumentalizzata questa cosa, ma nel merito tutto è intatto”.

Ad ogni modo la situazione è ancora tutta da decidere e non sono esclusi colpi di scena: “C’è stato un pronunciamento della Cassazione che ha deciso che la Procura competente doveva essere quella di Roma. Possiamo pensare che questo sia accaduto perché è diventato centrale il tema dell’informatizzazione e dei server. Il merito dell’indagine è da verificare.” 

Raffaele Bene

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