“Chi comanda decide”, l’ex dirigente chiude il caso Maldini

L’ex difensore era stato allontanato in estate dopo aver avuto delle divergenze con il club

Manca poco più di una settimana all’atteso derby di Milano. Una sfida che può subito indirizzare lo scudetto nella corsa tra Inter e Milan, uniche due formazioni a punteggio pieno dopo le prime tre giornate.

Maldini seduto in panchina
Paolo Maldini (LaPresse) – Calciomercato.it

Un Milan nettamente rinforzato dopo il mercato estivo, una squadra rinnovata e con più alternative nelle mani di Stefano Pioli. Dei movimenti rossoneri ha parlato l’ex dirigente milanista Ariedo Braida nell’intervista per TV Play: “I giocatori che sono arrivati hanno dimostrato di avere personalità, di essere di livello molto alto e mi riferisco a quelli che giocano titolari, quindi a Loftus-Cheek, a Reijnders e devo dire che anche Pulisic non è un gigante ma comunque è un uno abituato a giocare a certi livelli”.

Oltre al mercato, l’attuale consigliere strategico della Cremonese è tornato a commentare la scelta presa dal Milan di esonerare dal ruolo dirigente una bandiera come Paolo Maldini: “Sono scelte. Maldini ha dalla sua l’aver fatto la storia. È evidente che era un personaggio carismatico, che è lì da sempre, già da prima con il padre. Le Coppe dei Campioni vinte dal Milan le hanno vinte tutte loro, quindi vuol dire che la storia del Milan l’hanno scritta. Poi per quanto riguarda le scelte sui dirigenti chi comanda decide. Nella vita tutti possiamo operare bene ma allo stesso tempo tutti possiamo sbagliare, nessuno escluso”.

Braida indica il Milan per lo scudetto: “Partito col piede giusto”

L’ex dirigente del Milan ha poi indicato i rossoneri come tra i favoriti per la vittoria finale dello scudetto.

Braida in tribuna
Ariedo Braida (LaPresse) – Calciomercato.it

Queste le sue parole: “Diciamo che è partito col piede giusto, trovo una squadra che ha aumentato ritmo e personalità. Quando certi calciatori giocano a San Siro se non soffrono e gli viene naturale significa che sono giocatori ‘da Milan’, perché purtroppo altri sentono la pressione e quindi non riescono a dare il meglio delle loro qualità e possibilità”.

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