Alberto Aquilani, ex centrocampista, è il nuovo tecnico del Pisa; andiamo a fare una panoramica generale sul suo stile di gioco
Il Pisa ha chiuso la stagione scorsa all’undicesimo posto; un campionato, tutto sommato, tranquillo per una squadra che, in questa annata calcistica, vuole cercare di alzare l’asticella. Non sarà semplice perché la Serie B è una competizione lunga, complicata e ricca di insidie; la squadra si affida al proprio allenatore.
Alberto Aquilani è stato un centrocampista che, in carriera, ha vestito maglie importanti come quelle di Liverpool, Roma, Juventus e Milan. Giocatore con una tecnica molto importante, ottima visione di gioco e un gran tiro da fuori area grazie al quale metteva in difficoltà gli avversari. Andiamo a vedere con che tipo di modulo mette in campo i suoi ragazzi.
Il sistema di gioco del Pisa di Alberto Aquilani è un 4-2-3-1 dove la volontà della squadra è quella di provare a fare la partita e imporre il proprio calcio. Non sempre ci si riesce ma l’idea fa capire quale possa essere il credo calcistico del proprio allenatore. Davanti al portiere troviamo una linea difensiva con due centrali e due terzini; i primi hanno il compito di guidare la retroguardia e cercare di imporsi sugli avversari mentre i terzini si devono alternare in una fase di spinta per aiutare la squadra in fase offensiva.
In un sistema di gioco come il 4-2-3-1 i due mediani sono molto importanti e, anche loro, devono andare a dividersi i propri compiti. Un giocatore deve fare più da regista, per tenere uniti i reparti (evitare che la squadra sia troppo sfilacciata) e dare i giusti tempi e ritmi di gioco; l’altro, il mediano, ha il compito di dare una mano alla retroguardia, abbassarsi sulla linea dei centrali difensivi quando la squadra è in difficoltà e recuperare un numero importante di palloni per permettere una rapida transizione offensiva.
E’ chiaro che, in un modulo come questo dove sono presenti ben quattro giocatori offensivi, i trequartisti devono fare un lavoro veramente importante all’interno della partita. Partiamo dagli esterni che hanno sì il compito di andare a creare superiorità numerica nell’uno contro uno e mettere in difficoltà la difesa avversaria ma devono anche alternarsi in ripiegamenti difensivi. Non farlo significherebbe lasciare la squadra completamente spezzata in due tronconi e questo potrebbe rappresentare un problema non da poco nel corso del match.
Passiamo, ora, al trequartista centrale che per caratteristiche può anche andare a fare la seconda punta alla spalle del centravanti. La sua qualità risulterà fondamentale all’interno della partita per permettere alla propria squadra di alzare il livello di pericolosità. In un discorso di natura tattica, nel 4-2-3-1, il trequartista centrale può anche abbassarsi in mezzo ai due centrocampisti trasformando il modulo in un classico 4-3-3. Ovviamente questo cambio avviene solo ed esclusivamente in base alle necessità della partita.
Concludiamo con il discorso relativo alla punta; in un sistema di gioco come il 4-2-3-1, l’attaccante deve essere sì abile all’interno dell’area di rigore ma deve anche sapersi muovere su tutto il fronte offensivo per dialogare con i trequartisti e favorire i loro inserimenti in modo da riempire l’area di rigore avversaria. Questo, dunque, il modulo di Alberto Aquilani per un Pisa che vuole vivere una stagione senza troppi patemi d’animo.
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