Ballardini è un mister che non si è mai dato per vinto, nonostante i non pochi esoneri. Ecco quali sono stati, quando e con quali squadre.
Chi segue il calcio italiano con almeno un po’ di attenzione sicuramente ha già sentito nominare il mister Davide Ballardini, uno degli allenatori più noti del mondo del pallone. Originario di Ravenna e classe 1964, Ballardini fa parte di quella categoria di tecnici che iniziano presto a dirigere giocatori dalla panchina: nel calcio giocato fu centrocampista ma la sua carriera agonistica si concluse presto, fermandosi alle esperienze con Cesena e Faenza.
Oggi l’allenatore guida la Cremonese in Serie B, con la speranza di riportare questo storico club nel massimo campionato italiano, ma non va dimenticato che il suo percorso professionale è iniziato vari decenni fa.
Prima di vedere da vicino qual è stato il primo esonero della sua lunga carriera, qualche cenno meritano gli inizi del suo percorso in panchina: tra il 1988 e il 2004 Ballardini ha fatto esperienza allenando le giovanili di varie squadre, tra cui Bologna e Milan. Un periodo lunghissimo e che gli ha permesso di carpire segreti e malizie di chi lavora come allenatore. La sua prima esperienza di mister di una squadra professionistica vera e propria risale alla stagione 2004/2005, periodo in cui Davide Ballardini sedette sulla panchina della Sambenedettese in C1 – peraltro con buoni risultati.
Il primo esonero in carriera arrivò subito dopo, nella stagione successiva, quando guidò il Cagliari. Nel campionato 2005/2006 la sua avventura con i sardi durò però davvero poco: l’esonero giunse dalla dirigenza dopo sole 9 gare, con 4 pareggi e 5 sconfitte. All’epoca il Cagliari militava in Serie A e la società decise che i passi falsi dovevano terminare anzitutto con la sostituzione del mister.
Il secondo smacco in carriera per Davide Ballardini giunse nella stagione immediatamente posteriore, quando fu chiamato ad allenare il Pescara, club all’epoca in serie cadetta. Anche qui avventura corta perché dopo sole sei partite negative (due pareggi e quattro sconfitte), la dirigenza decise di salutarlo con l’esonero nell’ottobre 2006. Sicuramente un inizio carriera non positivo per lui, che però non si perse d’animo e proseguì.
Altri problemi per Davide Ballardini arrivarono nella sua esperienza con la Lazio, preceduta dal Palermo e prima ancora da un ritorno al Cagliari in corso di stagione 2007/2008 (non fu il solo). Il ritorno nell’isola in verità non fu troppo entusiasmante, pur riuscendo a dare ai sardi la salvezza e la permanenza in A dopo 21 partite. Nel 2008/2009 Ballardini fu al Palermo ancora in A: anche qui discreti risultati seppur altalenanti, ma non l’esonero perché fu lo stesso tecnico ravennate ad andarsene a fine stagione, con risoluzione del contratto. In verità qualcosa bolliva in pentola ed, infatti, pochi giorni dopo il suo addio alla squadra siciliana arrivò la firma per allenare la Lazio – iniziando un’esperienza che però non si rivelò positiva per lui.
Davide Ballardini qui vinse subito, aggiudicandosi nell’agosto 2009 la Supercoppa Italiana a spese dell’Inter. Ma il campionato non iniziò per il verso giusto ed anzi, uno scadente ruolino di marcia fatto di 4 vittorie, 10 pareggi e 9 sconfitte di fatto condannò il mister all’esonero nel febbraio 2010. 22 punti in 23 gare e zona retrocessione furono i fattori chiave del suo nuovo allontanamento.
In seguito Davide Ballardini andò al Genoa, in cui ottenne risultati nel complesso più che discreti nella stagione 2010/2011. Ma alla fine non fu confermato dal presidente dell’epoca Preziosi. Formalmente fu una risoluzione di contratto.
Nella stagione 2011/2012 Davide Ballardini trovò subito una nuova panchina in cui allenare. Era quella del Cagliari, in cui il mister ravennate tornava per la seconda volta in sostituzione dell’esonerato tecnico Ficcadenti. Firmò un biennale che però non ebbe realizzazione, perché il coach fu licenziato nel marzo 2012 pur con una passabile gestione complessiva, fatta di 4 vittorie, 6 pareggi e 7 sconfitte.
C’è un dettaglio non di poco conto da considerare: diversamente dalla prassi, Davide Ballardini fu licenziato all’epoca per giusta causa – perciò secondo l’ottica della società isolana non si trattava di un esonero vero e proprio. Ne conseguiva il non obbligo di versare lo stipendio al mister.
Ballardini reagì alla situazione rivolgendosi al giudice del lavoro per valutarne la legalità del licenziamento nei suoi confronti. Ebbene, cinque anni dopo la magistratura stabilì che il licenziamento di Ballardini fu illegittimo, con la conseguenza per il Cagliari di doverlo risarcire.
Dopo un ritorno al Genoa senza infamia e senza lode, durato 17 partite e conclusosi con la salvezza del club rossoblù, per Davide Ballardini si aprirono le porte di una nuova esperienza in una squadra di Serie A, il Bologna.
Qui arrivò nel gennaio 2014, ma la sua permanenza durò – ancora una volta – pochi mesi, fino a giugno dello stesso anno. 20 partite, con 2 vittorie, 8 pareggi e 10 sconfitte ne decretarono infatti l’esonero e l’allontanamento dal club, che giunse alla fine del campionato. Alla 37ª giornata, perdendo 2-1 in casa col Catania, la squadra bolognese retrocesse nella serie cadetta e per Davide Ballardini la diretta conseguenza fu il nuovo addio anticipato. D’altronde i numeri, anche in questa piazza, non gli sorrisero affatto.
Nell’autunno 2015 il presidente dell’epoca del Palermo lo spinse a tornare sulla panchina siciliana ma, dopo soli 4 punti ottenuti in 6 partite di campionato di Serie A, la dirigenza si convinse a licenziarlo. Era il gennaio 2016 e proprio subito dopo l’allontanamento arrivò il dietrofront: infatti il suo sostituto Giuseppe Iachini fu a sua volta cacciato per una lite avuta con Maurizio Zamparini – avente ad oggetto il calciomercato della società siciliana. Ecco allora il ritorno di Ballardini.
Ma pochissimo tempo dopo arrivò il nuovo esonero a causa di risultati che continuavano ad essere negativi, e a cui si sommò anche la grave lite tra il tecnico e il portiere del Palermo dell’epoca, Sorrentino, che ebbe conseguenze legali. Nuova sostituzione e nuovo ritorno dopo l’esonero: nell’aprile 2016 infatti tornò ancora a guidare la squadra rosanero che non navigava in buone acque.
Fu un finale di stagione convulso per Davide Ballardini e per il Palermo, ma alla fine del campionato di A 2015/2016, il tecnico ravennate riuscì a conseguire una soffertissima salvezza. Determinanti furono gli 11 punti ottenuti nelle ultime 5 giornate di campionato: un sussulto d’orgoglio che ripagò gli sforzi fatti.
Un mezzo colpo di scena si ebbe all’inizio della stagione successiva: a settembre 2016, infatti, dopo sole due giornate dall’inizio del campionato, Davide Ballardini scelse di andarsene dando le dimissioni. Ancora una volta di mezzo la questione calciomercato, evidentemente non ritenuto all’altezza dal mister ravennate.
Nell’arco di tempo tra il 2017 e il 2021, Davide Ballardini fu nuovamente con i rossoblù del Genoa in Serie A. Tornò subentrando ad una vecchia gloria del calcio locale, Ivan Juric, che però non fece bene come tecnico.
Alla prima stagione del ritorno buoni risultati nel complesso: Davide Ballardini infatti raccolse un Genoa non in buone condizioni di classifica, ma a seguito dei 31 punti conquistati in 26 gare, portò il Grifone ad una salvezza tranquilla, e che infatti giunse con quattro giornate d’anticipo rispetto alla fine del torneo.
Meno bene andò la stagione 2018/2019, nonostante l’inizio non lo facesse sospettare affatto: in questo periodo infatti fu ancora una volta esonerato dalla dirigenza rossoblù, ma colpì che l’esonero fu conseguente ad un piazzamento comunque onorevole della squadra, all’epoca vicina alla zona Champions. 12 punti in 7 gare non facevano infatti pensare ad un esonero immediato e che, invece, arrivò evidentemente anche per motivi estranei all’andamento della squadra.
Al Genoa Davide Ballardini tornò dopo più due anni. Nel dicembre 2020, infatti, a seguito dell’esonero del predecessore Rolando Maran, il tecnico ravennate fu chiamato ancora una volta alla guida dei rossoblù – la quarta in un decennio a conferma di una sorta di rapporto di ‘amore-odio’ tra lui e la dirigenza del club.
Nella stagione 2020/2021 Ballardini ottenne risultati soddisfacenti rispetto alle ambizioni genoane: infatti fu in grado di risollevare la squadra dal penultimo penultimo posto in classifica con 7 punti e, grazie a 17 punti in 7 giornate, a portarla ad essere ben lontana dalla zona retrocessione.
Meno bene andò la seconda parte del campionato, in cui però i punti ottenuti furono sufficienti ad ottenere una salvezza piuttosto tranquilla. 35 punti in 25 partite a seguito di 9 vittorie, 8 pareggi e 8 sconfitte furono i numeri chiave di quella stagione. A seguire però nuovi problemi nel turbolento rapporto con la società rossoblù: Davide Ballardini nella stagione 2021/2022 ebbe una partenza complicata, totalizzando soltanto 9 punti in 12 partite (e una sola vittoria). Ne seguì un nuovo esonero per il coach, nel novembre 2021: Ballardini lasciava la squadra in piena zona retrocessione.
Oggi Davide Ballardini è alla sua seconda stagione alla guida della Cremonese, club con cui nel campionato 2022/2023 non riuscì a salvarsi e a restare nel massimo torneo nazionale. L’apporto del mister, per risollevare un club che era sprofondato in basso in classifica, vi fu ma non fu sufficiente a non retrocedere.
Da notare che in questo caso non è seguito l’esonero: al momento Ballardini è ancora il tecnico del club, dopo aver prolungato con la società fino al giugno 2025. Ma ovviamente saranno i risultati sul campo ad indicare quanto sarà effettivamente lunga l’esperienza di Ballardini sulla panchina della Cremonese.
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