Il livornese Allegri non passa inosservato e spesso ha alimentato chiacchiere e gossip. Quali gli incidenti di percorso in panchina?
Tra gli allenatori più chiacchierati e in grado di dividere l’opinione pubblica tra sostenitori e critici, c’è sicuramente anche Massimiliano Allegri, che da molti anni vediamo alla guida della Juventus, club con cui ha vinto ben 5 Scudetti consecutivi nelle scorse stagioni.
Originario di Livorno e classe 1967, il tecnico come tanti altri colleghi prima di lui, è stato un calciatore in passato – con il ruolo di centrocampista. Famoso per il suo approccio tattico pragmatico e flessibile e per l’importanza data alla fase difensiva, al possesso palla ma anche a veloci contropiedi – come pure alle rotazioni dei giocatori – il suo carattere grintoso e vivace gli ha permesso di infondere molto spesso fiducia e motivazione nei calciatori, che si è trovato ad allenare, ma non sempre tutto è filato per il verso giusto.
E proprio degli esoneri di Max Allegri vogliamo parlare di seguito e nel corso di questo articolo, per scoprire quando i rapporti con dirigenza e/o giocatori non hanno funzionato, e con quali club di calcio. In molti ricordano Allegri per i suoi trascorsi al Milan e il suo presente – oggi turbolento – alla Juve, ma ci sono vari aspetti del suo percorso di allenatore che meritano di essere citati.
Ecco allora una sintetica scheda illustrativa sulle ‘docce fredde’, che anche un allenatore plurititolato come Allegri, ha dovuto subire nel corso della sua lunga carriera in panchina. I dettagli.
Il tecnico toscano ha vestito maglie di squadre di Serie A come ad esempio Cagliari e Napoli. Nel 2002 il suo ritiro dal calcio giocato, come atleta dell’Aglianese, club nel quale peraltro iniziò il suo duraturo percorso in panchina – dopo aver svolto le ultime due stagioni da calciatore professionista in Serie D e C2.
Ufficialmente il suo inizio di percorso in panchina risale alla stagione 2003/2004, nell’appena citato club toscano. La Serie è ancora la C2, ovvero un contesto adatto a muovere i primi passi da tecnico di calcio. Qui concluse un primo campionato da tecnico senza infamia e senza lode, ma anche senza esonero e fu così anche nella stagione successiva, in cui passo alla SPAL – club che all’epoca militava nella categoria superiore della C1. Anche qui nessuna brutta sorpresa con un nono posto finale, ma in verità per Massimiliano Allegri i primi problemi arrivarono poco tempo dopo – quando scelse di allenare il Grosseto anch’esso militante all’epoca in C1.
Le stagioni di riferimento erano le 2005/2006 e le 2006/2007: nel club toscano Massimiliano Allegri ebbe un’avventura a dir poco altalenante e turbolenta, in quanto fu esonerato non una, ma due volte. Il secondo esonero, quello definitivo, lo subì alla nona giornata di campionato stagione 2006/2007, dopo un avvio deludente con la formazione toscana.
La curiosità è che anche nella anteriore stagione il tecnico fu esonerato dopo la nona giornata di campionato, proprio come questa volta. Ma Allegri fu poi richiamato in panchina a tre giornate dalla fine della stagione regolare, e fu capace di portare poi il Grosseto alla finale play-off, match in cui però fu sconfitto dal Frosinone.
Nel novembre 2006 una nuova chance per Massimiliano Allegri ma anche una nuova disavventura, un incidente di percorso che tuttavia non lasciò strascichi pesanti in carriera. Di che cosa si tratto? Ebbene la vicenda è molto semplice da ricostruire. Fu chiamato dall’Udinese per affiancare il suo mentore Galeone, che per lui stravedeva, con il ruolo di collaboratore tecnico, ma pochi mesi dopo Galeone fu allontanato dalla società friulana.
Il punto è che, avendo Allegri già lavorato per un’altra squadra nel corso della suddetta stagione, l’Udinese non lo ha potuto tesserare in maniera ufficiale. Tuttavia il mister subì nel 2007 una squalifica di tre mesi proprio per aver comunque avuto un ruolo tecnico collaborando con Galeone. Insomma tra i cavilli delle regole del calcio in Italia, emersero gli estremi per la sospensione della sua attività per alcuni mesi. Ciò però non gli impedì di avere altri contatti altrove: fu il 2007 anche l’anno in cui il mister livornese ebbe una brevissima esperienza nel Lecco, club che all’epoca militava in C1, ma il rapporto finì in pratica ancor prima di iniziare. Le ragioni furono rintracciate nei contrasti insanabili con la dirigenza lombarda.
Ecco allora che si fece largo la nuova esperienza al Sassuolo, oggi solida realtà della Serie A ma in passato nella stagione 2007/2008 in C1. Era sempre l’estate del 2007 e quella successiva fu la stagione in cui i tecnico toscano riuscì a condurre i neroverdi alla prima promozione in Serie B della loro storia calcistica. Quasi una sorta di ‘apripista’ per gli ulteriori successi che portarono il club in Serie A negli anni successivi (ma non sotto la sua gestione).
Nella stagione Allegri scontò anche la citata squalifica fino al 25 marzo 2008, stabilita dalla sentenza che la Commissione Disciplinare a Coverciano inflisse all’allora tecnico del Sassuolo – in relazione alla vicenda dell’incarico dello stesso all’Udinese. Questo però non gli impedì di brillare con la squadra del Sassuolo e di farsi notare nel calcio che conta.
Una sola stagione gli bastò per incrementare le sue quotazioni ed avviare i contatti con un club di Serie A, il Cagliari.
Nella stagione successiva Massimiliano Allegri ottenne 38 punti in totale e un nono posto finale in campionato, ma nuovi problemi professionali arrivarono nella stagione successiva – la 2009/2010 – che il coach toscano non completò, perché – dopo una striscia di cocenti delusioni e sconfitte brucianti – la società guidata da Cellino gli diede il benservito.
L’esonero fu la conseguenza di una gestione non impeccabile, pur avendo Max Allegri già consegnato al Cagliari la salvezza ormai certa per la seconda stagione, a cinque giornate dal termine del campionato. Ma di fatto c’erano anche i malumori della tifoseria nei confronti di un tecnico, che non aveva lasciato un positivo ricordo nel club.
Quanto successo al Cagliari non frenò l’ascesa di Massimiliano Allegri come allenatore. Infatti nel giugno 2010 firmò per allenare il Milan, un club che veniva da annate di alto livello e che conservava intatte le ambizioni di ben figurare in campionato e nelle coppe. Alla prima stagione subito ottimi risultati, con ben 24 vittore e soltanto 4 sconfitte in campionato di Serie A, che gli regalarono il traguardo del primo Scudetto con i rossoneri.
Alla seconda e terza stagione al Milan, ovvero la 2011/2012 e la 2012/2013 arrivarono ancora molte vittorie, ma non il bis dello Scudetto. Tuttavia si mise in tasca un secondo e un terzo posto nella classifica in campionato, insieme ad altri successi quali la Supercoppa italiana, il premio di migliore allenatore AIC e il Trofeo “Maestrelli”. Nelle coppe europee non riuscì però ad conquistare alcun trofeo.
La stagione dell’addio fu la 2013/2014, quella in cui i rossoneri, che nel frattempo avevano perso pezzi pregiati per esigenze di bilancio, ottennero risultati deludenti e comunque al di sotto delle aspettative. Nel mirino finì proprio Max Allegri.
Fu nel gennaio 2014 il mese della nuova doccia fredda per il tecnico toscano, che subì di infatti un altro esonero. Il rendimento scadente, conseguente anche alla cessione di giocatori di alto calibro quali Thiago Silva e Ibrahimovic, fu infatti determinante nella scelta di cambiare il mister. Una curiosità è data dal fatto che l’esonero del Milan arrivò dopo la sconfitta per 3-4 sul campo di una sua ex squadra, il neopromosso Sassuolo.
Dopo l’avventura conclusasi in modo amaro al Milan, Massimiliano Allegri virò verso i bianconeri, che venivano peraltro da un periodo molto positivo e che cercavano qualcuno che sostituisse Antonio Conte. Qui il mister, nonostante qualche malumore iniziale di chi non scommetteva granché su di lui, riuscì a farsi apprezzare subito – vincendo lo Scudetto alla prima stagione.
Arrivò la Coppa Italia ed anche la finale di Champions stagione 2014/2015, raggiunta dopo molti anni dall’ultima apparizione (però persa contro il Barcellona). Alla seconda stagione alla guida dei bianconeri ancora successi: il secondo scudetto della sua gestione, il quinto consecutivo per i bianconeri. Nelle stagioni successive una nuova finale di Champions (questa volta persa contro il Real Madrid nella stagione 2016/2017) ed altri Scudetti resero ancor più interessante il curriculum di Allegri.
I successi proseguirono nell’annata 2017-2018 in cui, dopo un lungo testa a testa contro il Napoli, Allegri guidò la Juventus al suo settimo Scudetto consecutivo. Allegri ottenne il record di double nazionali consecutivi – ovvero Scudetto e Coppa Italia – che sembravano tenere lontane le ombre di un esonero. Ma così non fu.
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