Juventus, il caso Pogba riapre la rivoluzione: tutti i bianconeri a rischio ‘taglio’ per il 2024

La Juventus valuta cosa fare con Pogba, dopo la sospensione per doping, e riflette anche su altri addii pesanti il prossimo anno

La Juventus sperava che questa stagione potesse essere quella del riscatto per Paul Pogba, dopo gli innumerevoli infortuni della scorsa annata. Allegri avrebbe voluto avere maggiormente a disposizione il francese, che però è ricaduto non soltanto in altri problemi fisici, ma adesso è anche a rischio di una lunghissima squalifica per doping.

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Paul Pogba © LaPresse – Calciomercato.it

I test effettuati il 20 agosto a margine di Udinese-Juventus hanno fatto emergere la positività del francese al testosterone. Un grosso guaio, che nel frattempo ha causato la sospensione immediata da parte del Tribunale Nazionale Antidoping. Nel caso più grave, quello dell’assunzione volontaria, Pogba rischierebbe fino a quattro anni di squalifica. Il giocatore pare intenzionato a professare la sua innocenza e l’inconsapevolezza dell’assunzione del principio attivo tramite un integratore. Davanti alla Nado, Pogba potrebbe rivelare tutte le ultime assunzioni farmacologiche come strategia difensiva. Di certo, rimarrà fermo a lungo in ogni caso, anche se le accuse dovessero essere ridimensionate, come accaduto ad esempio nel caso di Palomino.

Pogba intanto va incontro al taglio dello stipendio e anzi potrebbe rischiare la rescissione del contratto con la Juventus. Uno scenario clamoroso e drastico ma da non escludere, cui il club bianconero avrebbe diritto, anche nel caso di una squalifica ‘minima’: per l’assunzione involontaria potrebbero esserci due anni di stop, con altre circostanze attenuanti si potrebbe scendere ulteriormente ma è tutto da capire se il giocatore potrà uscire ‘pulito’ al cento per cento da questa vicenda. Il ‘Pogback’ potrebbe insomma andare incontro a un epilogo davvero amaro e la stessa carriera del giocatore pare a questo punto a rischio.

Juventus, altri addii top per il prossimo anno: anche Vlahovic è ancora in bilico

La Juventus, intanto, si guarda già intorno per eventuali sostituti di Pogba sul mercato e nel frattempo riflette anche sulle ricadute economiche della questione ad ampio raggio. Il club guadagnerebbe, dalla rescissione del contratto di Pogba, un importo complessivo di circa 30 milioni di euro. Una situazione che nessuno voleva ma che darebbe benefici evidenti alle casse della società. Che in ogni caso in vista del prossimo anno proseguirà sulla strada di una rivoluzione già avviata con addii e tagli pesanti come abbiamo visto nel corso dell’estate appena conclusa.

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Dusan Vlahovic © LaPresse – Calciomercato.it

Tra i primi indiziati, Dusan Vlahovic, che è rimasto a Torino ma dopo essere stato per tutto il periodo estivo con la valigia in mano. Non si è trovato un offerente adeguato per il serbo, che dal canto suo vuole dimostrare tutto il suo valore e non si arrenderà, ma nel caso di un’altra stagione deludente la cessione a quel punto sarebbe inevitabile. Anzi, il club potrebbe provare a cederlo in ogni caso per monetizzare. Il suo ingaggio, lo ricordiamo, è di 7 milioni di euro fino al 2026, dal suo cartellino si sperano di ricavare almeno 70-80 milioni.

E Vlahovic non è certo l’unico il cui futuro nel 2024 appare tutto da scrivere. Sono ad esempio all’ultimo anno di contratto Alex Sandro e Rugani, anche salutandoli a parametro zero la Juventus risparmierebbe quasi 10 milioni di ingaggio. Veniamo poi alle scadenze 2025, casistica di cui fanno parte Szczesny, De Sciglio e Kean. Il portiere polacco è un punto di riferimento ma il prossimo anno compirà 34 primavere, rinunciare a lui a un anno dalla scadenza farebbe risparmiare 6 milioni e mezzo di ingaggio, oltre a un possibile indennizzo da ricevere. Altri 4 milioni verrebbero risparmiati liberandosi del terzino e dell’attaccante, nel caso di quest’ultimo può esserci mercato per tentare di ricavarci qualcosa dal punto di vista del costo del cartellino. Occhio poi anche a Kostic, che per ora è rimasto, ma fino all’ultimo giorno di mercato era individuato come ‘sacrificabile’ per monetizzare.

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