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Locatelli in regia, non è tutto oro quello che luccica. Da Spalletti ad Allegri, può dare di più

L’Italia di Spalletti trova finalmente i tre punti contro l’Ucraina e sistema la classifica di un girone che si era complicata dopo il pareggio contro la Macedonia. Gli azzurri vincono 2-1 a San Siro

Tra i titolari l’unico bianconero rimasto in Nazionale, ossia Manuel Locatelli. Impiegato nel ruolo di regista come fa nella Juventus, al posto di Bryan Cristante. 

Manuel Locatelli con l'Italia
Manuel Locatelli (LaPresse) – calciomercato.it

Locatelli, unico a rappresentare la Juve in questa pausa per le selezioni nazionali, dopo il forfait di Chiesa. E dopo gli zero minuti in campo della sfida contro la Macedonia del Nord, ecco l’opportunità di tornare a vestire la casacca azzurra (col numero 5 sulle spalle, che porta anche a Torino). Il ct Spalletti lo schiera nel fulcro della mediana, tra Barella e Frattesi, compagni nell’Inter e mezzali di grande qualità e quantità. Mancava Tonali, per infortunio, ma anche l’ex Milan nella prima delle due sfide aveva giocato come interno di centrocampo. Insomma, evidentemente al nuovo commissario tecnico serviva, tra le altre cose, provare lo juventino in quella zona per trovare il proprio regista designato. Un’ottima opportunità per Locatelli.

A fine gara, lo stesso giocatore esprime la propria personale soddisfazione per quanto profuso sul rettangolo verde, ai microfoni di ‘Rai’: “Sono soddisfatto, nel ruolo di regista mi trovo bene. Avevo bisogno di una partita così”. Si sprecano i commenti nel post partita verso il 5 azzurro. Non è però tutto oro quello che luccica. 

Locatelli, dall’Italia alla Juventus: nel ruolo di regista può fare meglio

Manuel Locatelli torna a giocare con l’Italia e lo fa nel ruolo che Allegri gli ha ritagliato alla Juventus, quello che ora va di moda chiamare play, ossia il playmaker: il costruttore di gioco.

Manuel Locatelli con la Juve
Manuel Locatelli (LaPresse) – calciomercato.it

La gara del classe ’98, però, vive di sensazioni e passaggi contrastanti. Il ragazzo dichiara di trovarsi bene, eppure pare che manchi qualcosa. Certo, come ha affermato anche l’opinionista ed ex-calciatore Lele Adani: “Fa girare la palla, ha il corto, ha il lungo”, ossia tutto quello che serve al metronomo del centrocampo. 

Eppure la sensazione è quella di un Locatelli ancora troppo contratto, quasi scolastico nella manovra. Un paio di bei lanci lunghi e una traversa che sta ancora tremando, ma anche una palla sanguinosa persa in uscita, spianando il contropiede all’Ucraina. I voti, da parte dei vari media, non sono univoci nella valutazione del lecchese. A differenza di quanto fatto nella Juventus, ieri sera Locatelli ha giocato in fase di costruzione più avanzata, più offensiva, eppure alcuni dubbi permangono. Da Allegri a Spalletti, i due tecnici vedono in Manuel il potenziale ago della bilancia, ma il giocatore può e deve dare di più. A tratti compassato, incide poco con le verticalizzazioni tra le linee, nonostante gli ottimi movimenti del falso nueve Raspadori, volti ad invitare negli spazi sia Frattesi, sia Barella. 

Il morale del ragazzo resta alto, aver ritrovato la Nazionale lo riempie di gioia ed orgoglio (e si vede), ma nel ruolo di regista può fare sicuramente meglio. Nella Juve così come con l’Italia. Nulla di personale, anzi. Le qualità però ci sono tutte e perciò le aspettative sono rapportate al potenziale. Da grandi poteri, derivano grandi responsabilità. 

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