Nella sala Paolo Rossi della Figc a Roma, oggi è stato presentato il nuovo ct della Nazionale Andrea Soncin. Accanto a lui il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina
Giornata importantissima per la Nazionale femminile e in generale tutto il movimento calcistico. Dopo la fine dell’esperienza di Milena Bertolini in seguito alla disfatta nel Mondiale, con tanto di divorzio e polemiche, la Figc ha scelto Andrea Soncin.
Nella sala ‘Paolo Rossi’ della Federcalcio a Roma, il presidente Gabriele Gravina ha presentato il nuovo allenatore azzurro: “Vogliamo raddoppiare il nostro impegno, verso il futuro, un progetto pluriennale. Vogliamo abbinare l’esperienza del tecnico – che ringrazio per l’entusiasmo che ha dimostrato – all’idea di un progetto, la proiezione al futuro, con l’inserimento anche di Viviana Schiavi. Vogliamo ricreare armonia, valorizzare tutta la filiera delle nazionali giovanili, ringiovanire. La forma di assuefazione al Mondiale del 2019 stava scemando, non stava portando frutti. Ma c’è bisogno di tempo e fiducia, che noi come federazione riconosciamo a Soncin e il suo staff, ma chiediamo che venga riconosciuta anche da parte delle calciatrici e mi auguro anche da parte vostra, i media. Vivremo momenti di difficoltà, Andrea sa benissimo quanto teniamo alla progettualità, noi terremo fede al nostro impegno. In tempi magari brevi, uno-due anni, vogliamo arrivare a risultati anche dal punto di vista degli investimenti. Dobbiamo cominciare a far giocare le bambine, sviluppare il calcio giovanile”.
Poi ha preso la parola lo stesso Soncin: “Ringrazio il presidente, è un mix di gioia e orgoglio, è un giorno importante per tutto il movimento calcistico femminile. Felicità e gioia, perché quando chiama la Nazionale si accetta e basta. Bisogna poi lavorare duramente per confermarsi, dare risposte a tutto il movimento. Da subito c’è stato grandissimo entusiasmo”.
Soncin parla poi della questione convocazioni, che saranno diramate domani ma non potranno basarsi sulla stretta attualità del campo visto che il campionato non è ancora iniziato. E soprattutto di uno spogliatoio non semplice dopo l’ormai famosa lettera delle calciatrici a ct e federazione: “È un nuovo inizio per tutte, non ci saranno preclusioni verso nessuna – dice il ct -. È un momento di passaggio, c’è bisogno delle veterane che possono essere utili alle più giovani. Non ho preclusioni, mi è stato chiesto di fare calcio e questo va valutato sul campo. Sarà mia preoccupazione studiare e valutare anche grazie al mio staff e Viviana Schiavi. Però mi aspetto risposte sul campo, di voglia di conquistarsi qualcosa”.
Sulle convocazioni: “I criteri saranno lo studio e l’osservazione, i feedback e i consigli di tutto lo staff. Ho chiamato tutti i tecnici di Serie A, importante intensificare contatti e cercare più condivisione con i club. Non essendoci state partite di campionato, le convocazioni sono state fatte su altri fattori“. Gravina poi risponde indirettamente, ma neanche troppo, all’ex ct Milena Bertolini che aveva parlato di ‘ritorno al patriarcato’ con la scelta di un ct uomo: “Parliamo di pari dignità e pari possibilità per il calcio donna, quindi è anacronistico parlare di allenatori maschi e allenatrici donne. Preferire gli uni agli altri è uno dei più grandi errori che si possono commettere, perché se vogliamo parlare di parità di genere solo all’interno di una scelta non basata sulla qualità tecnica è un errore madornale. Del resto, se ci proiettiamo verso l’esterno, la nostra federazione ha voluto individuare un percorso chiaro, una scelta su un progetto. Non mi pare che andando all’estero, vedi Svezia o Spagna, quindi corazzate con allenatori uomini, si sia parlato di ritorno al patriarcato”.
La scelta del ct, dopo varie valutazioni, è arrivata per alcuni con colpevole ritardo visti i prossimi impegni contro Svizzera e Svezia il 22 e 26 settembre. Gravina risponde: “Abbiamo dovuto fare approfondimenti a 360 gradi, è stato un momento molto difficile. Abbiamo avuto reazioni legittime da parte dei soggetti che rientravano nell’ambito delle nostre valutazioni. Non sempre i nostri interlocutori hanno condiviso strategie progettuali che la federazioni riteneva prioritarie. Avete fatto tutti riferimento a un allenatore che abbiamo sentito, Carmine Gautieri, che aveva le caratteristiche per ricoprire il ruolo ma cercavamo anche altri dettagli nell’ambito dell’insegnamento e la condivisione del progetto. Tutto questo è coinciso nella migliore coppia possibile (Soncin e Viviani Schiavi, ndc). Parliamo di tutta la filiera delle nazionali femminili, tutto il movimento”.
Soncin: “Penso ci sia del potenziale, si può sviluppare con fiducia e coraggio. La squadra credo possa essere sempre alla ricerca di determinare la partita. Affronteremo squadre forti, ma non significa che non abbiamo la qualità per metterle in difficoltà. Ci sono tante ragazze che possono esprimere il loro potenziale, ma per gli aspetti tecnici e tattici ci vuole grande fiducia. Sarà compito mio e dello staff tirar fuori questo e il coraggio anche contro squadre sulla carta più forti di noi. Sara Gama? Vale lo stesso discorso delle altre. Ci sarà attenzione verso di lei, come verso le altre, voglio mettere da parte le problematiche del passato, se deve essere il campo a decidere non posso essere condizionato da problematiche che non ho vissuto. Ci sarà attenzione verso di lei come di tutte le altre ragazze che hanno fatto parte della precedente gestione o sono state escluse. Ora ci stiamo concentrando sulla preparazione delle partite con Svizzera e Svezia“.
“Settore giovanile? Sono argomenti che andremo a sviscerare con la federazione, se vogliamo fare calcio la priorità è solo concentrarmi al prossimo impegno che è molto importante per noi. Sviluppare il settore giovanile significa creare contesti giusti nei club e nelle categorie inferiori per poter far crescere il movimento e raccogliere poi frutti nella Nazionale maggiore”.
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