Massimiliano Alvini è un mister che si è costruito da solo, partendo dai livelli minori del calcio italiano. Ecco successi ed esoneri.
Massimiliano Alvini è stato un calciatore non professionista, che in giovinezza non è riuscito a compiere il grande salto nei maggiori campionati del paese – restando sempre nella sfera del dilettantismo. Ma è vero che l’attuale tecnico dello Spezia, club oggi retrocesso in Serie B, rappresenta l’emblema della tenacia e di come fare gavetta in modo prolungato ma redditizio.
Originario di Fucecchio e classe 1970, Alvini è davvero partito dalle categorie minori del calcio, ricoprendo il ruolo di allenatore in realtà calcistiche molto piccole – salvo poi però riuscire ad emergere. Alvini insomma rappresenta uno di quei non molti casi di allenatori che, pur non provenendo direttamente dal mondo del calcio che conta, sono riusciti con passione, abnegazione e spirito di sacrificio, ad emergere.
Ecco perché il suo profilo sicuramente merita considerazione: di seguito una sintetica scheda illustrativa su di lui indicherà il percorso professionale dell’allenatore toscano, per scoprirne gli snodi essenziali in positivo e in negativo. Riassumeremo infine le promozioni ottenute dal tecnico toscano, le quali non sono di certo mancate nella sua ormai lunga carriera. I dettagli.
Le promozioni nella categoria superiore sono state più d’una nella carriera dell’allenatore Alvini, e gli hanno permesso di dimostrare con i fatti che in panchina ci sa fare.
Ricapitolandole in sintesi, la prima fu nella stagione 2001/2002 con il Signa portato in Eccellenza, mentre la seconda con il Quarrata nel 2006/2007 portato anch’esso in Eccellenza.
Le successive promozioni di mister Alvini furono con il Tuttocuoio, altro club che portò dalla Promozione all’Eccellenza, e poi ancora dall’Eccellenza alla Seconda Divisione Lega Pro. Chiude la lista la promozione della Reggiana, che al termine della stagione 2019/2020 passo dalla C alla B grazie a Massimiliano Alvini.
Alvini in giovinezza fu rappresentante di pelletteria con l’hobby per il calcio, che coltivava da sempre ma che mai – dicevamo – lo portò ad avvicinarsi al professionismo. Da atleta ruotò sempre nei campionati dilettantistici, ma è proprio questa la particolarità di Massimiliano Alvini: la perseveranza nel portare avanti il suo sogno, non tanto di calciatore quanto di tecnico. E scalando tutte le categorie del calcio italiano, ciò che poi è effettivamente avvenuto – trasformando il sogno in realtà.
Massimiliano Alvini iniziò prestissimo ad allenare, a metà anni ’90 quando era poco più che venticinquenne e un comune calciatore del campionato Promozione, che vedeva il calcio giocato come un passatempo e nulla più.
Iniziò ad allenare dalla categoria base, ovvero il campionato Uisp: all’epoca gestiva infatti una squadra amatoriale composta dai suoi amici. Come indica il sito web CittàdellaSpezia.com a trent’anni un guaio fisico molto grave interruppe l’agonismo, ma non la passione e fu così che Massimiliano Alvini divenne allenatore a tempo pieno.
Il primo piccolo salto di qualità lo fece quando si guadagnò la panchina del Signa, club dilettantistico in cui giocava prima dell’incidente che ne stoppò il percorso di atleta. All’epoca, agli inizi degli anni Duemila, Massimiliano Alvini allenava in Promozione ma si fece subito apprezzare con il conseguimento del passaggio nella categoria superiore – il campionato Eccellenza. Fu il trampolino di lancio verso esperienze più importanti.
Nei primi anni di carriera come allenatore Alvini fece poi esperienza al Quarrata, sempre in Eccellenza, di nuovo al Signa ed ancora al Quarrata, ma questa volta in campionato Promozione, dove anche qui fu in grado di vincere il campionato – rimanendo alla guida del club anche nella successiva stagione in Eccellenza.
Tuttavia nella stagione 2007/2008 le cose non si misero per il verso giusto: con un ruolino di marcia composto da due vittorie, due pareggi e ben sei sconfitte, il club con sede nella provincia di Pistoia decise di cambiare allenatore, esonerando Massimiliano Alvini. Tuttavia fu proprio da questo evento negativo che il tecnico di Fucecchio trovò l’occasione per salire ancora di categoria.
La stagione 2008/2009 fu determinante per la futura carriera di Massimiliano Alvini. A lui andò infatti la panchina del Tuttocuoio, altro club del campionato Promozione, con cui riuscì a compiere un piccolo capolavoro. Infatti il tecnico vinse due campionati in modo consecutivo, conducendo dunque il non ambizioso club fino alla serie D.
Il primo esonero ha insomma fatto bene al coach di Fucecchio che nella stagione 2012/2013, al terzo anno in Serie D, ottenne un altro risultato eclatante. Alvini infatti vinse vince il campionato e la Coppa Italia di Serie D, conquistando l’accesso alla Lega Pro Seconda Divisione – poi Lega Pro unica – quella che all’epoca era il quarto livello della piramide del calcio italiano professionistico.
Il Tuttocuoio fu quindi il club del suo vero e proprio salto di qualità, in cui seppe farsi notare come mister, pur in giovinezza non avendo mai avuto ingresso nel mondo del calcio professionistico.
Dopo queste doverose precisazioni sulla sua carriera, va evidenziato il suo secondo esonero: nel 2015 il mister lasciò il Tuttocuoio per trasferirsi al più rinomato club della Pistoiese, ma qui – impegnato in Lega Pro – fece i conti con la durezza del maggior livello qualitativo del calcio professionistico.
Fu esonerato dopo meno di una stagione di Serie C con la Pistoiese, club in cui ottenne sei vittorie, dodici pareggi e ben dodici sconfitte. 30 partite in cui Massimiliano Alvini non riuscì a far vedere il meglio di sé come allenatore.
Ancora Serie C nell’annata successiva, poiché nella stagione 2016/2017 il tecnico toscano firmò per allenare un altro club dalla discreta storia, ovvero l’AlbinoLeffe. Qui ebbe alterne vicende nel corso di tre stagioni, e mischiò buone prestazioni con prestazioni sottotono. Alla seconda stagione un quinto posto finale in campionato, ma poco dopo – nel corso della terza – arrivò il nuovo esonero per Massimiliano Alvini, nel novembre del 2018.
Ancora una volta di mezzo i risultati sul campo, in una stagione non all’altezza delle precedenti: una vittoria, sette pareggi e quattro sconfitte resero breve l’avventura di Alvini nel campionato di C 2018/2019, collezionando con il club solo 12 presenze.
Il mister si riscattò di nuovo, e questa volta alla Reggiana – club anch’esso all’epoca militante in Serie C. Alla prima stagione 2019/2020 riuscì ad ottenere una nuova promozione, questa volta dalla terza serie al campionato cadetto. Per la squadra emiliana fu un grande successo ottenuto ai playoff, che permise di tornare in B dopo più di vent’anni.
In Serie B, in cui Massimiliano Alvini allenava per la prima volta dopo decenni di carriera in cui partì dai piani più bassi per arrivare poi a quelli più alti a suon di promozioni, le cose però non andarono bene: infatti la stagione 2020/2021 degli emiliani fu caratterizzata da alti e bassi, e questi ultimi alla fine prevalsero – spingendo il club all’immediata retrocessione.
Da notare che a fine stagione Alvini chiuse il rapporto con la società granata, ma non per esonero: la dirigenza della Reggiana avrebbe voluto tenerlo, ma il tecnico si oppose per l’alto livello di pressione e stress sopportato nelle ultime due stagioni. Insomma, aveva bisogno di staccare – anche se il prossimo impegno in panchina sarebbe arrivato di lì a poco.
L’esperienza successiva di Massimiliano Alvini arrivò sulla panchina del Perugia, club appena promosso all’epoca in serie cadetta. Qui ebbe un discreto andamento, con la qualificazione ai playoff per la A ma anche una cocente eliminazione al primo turno degli spareggi. Ne seguì anche in questo caso non l’esonero, ma la scelta del tecnico di risolvere consensualmente il contratto con il Perugia. Di fatto fu l’epilogo di un campionato in cui Alvini avrebbe potuto ottenere di più.
Nella stagione successiva, la 2022/2023, mister Alvini sedette sulla panchina della Cremonese, club con cui era in trattativa già prima di rompere con il Perugia. All’epoca era un club militante in A e chiaramente l’offerta della società non poteva essere rifiutata da uno che aveva fatto tutta la gavetta per arrivare dov’era. La firma arrivò proprio il giorno successivo alla risoluzione con gli umbri, ma in questa piazza Alvini in verità non ebbe affatto la fortuna che trovò altrove: il biennale firmato non si concretizzò e il tecnico, dopo aver collezionato la miseria di 7 pareggi e 11 sconfitte in 18 partite, a metà gennaio 2023 fu esonerato ancora una volta. Fu determinante la sconfitta interna contro il Monza e la squadra della Cremonese all’ultimo posto in classifica di Serie A.
Dall’estate 2023 Massimiliano Alvini è alla guida dello Spezia.
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