Nonostante un contratto in scadenza nel 2026, è destinata a terminare in anticipo l’avventura bis di Paul Pogba alla Juventus dopo la positività del centrocampista francese
Sembra destinata a concludersi la seconda parentesi alla Juventus di Paul Pogba. Il caso di positività al testosterone, dopo il match di campionato in casa dell’Udinese dello scorso 20 agosto, rischia di mettere la pietra tombale al matrimonio bis del ‘Polpo’ con il club bianconero.
Un’avventura finora tormentata e da dimenticare per il centrocampista francese, per via anche dei diversi problemi fisici che ne hanno condizionato il rendimento in campo. Pogba ha collezionato poco più di 200 minuti in 14 mesi dal ritorno sotto la Mole, saltando anche il Mondiale alla fine dello scorso anno a causa dell’operazione ritardata al menisco del ginocchio. Da lì in poi una vera e propria via crucis per l’ex Manchester United, che almeno in questa primissima parte di stagione aveva dato qualche segnale di risveglio tra la sfida contro il Bologna e la trasferta di Empoli. Prima ovviamente della mazzata della positività e alla sospensione dal Tribunale Antidoping. Pogba si sottoporrà alle controanalisi il prossimo 5 ottobre e rischia una pesante squalifica che pregiudicherebbe la sua carriera.
Oltre ovviamente a porre fine al suo rapporto con la Juventus che, nel caso in cui venisse confermata la squalifica, rescinderebbe il contratto del giocatore.
Il ‘Polpo’ nell’estate 2022 ha firmato un accordo quadriennale con il sodalizio bianconero, con un ingaggio da 8 milioni di euro netti. Circa 11 milioni al lordo grazie al Decreto crescita. La Juve stracciando per giusta causa il contratto di Pogba (che al contrario invece resterebbe con il minimo salariale), andrebbe a risparmiare a bilancio poco meno di 30 milioni di euro. Tesoretto prezioso per le casse della ‘Vecchia Signora’, allo stesso tempo dispiaciuta e delusa dal comportamento superficiale del francese. Potrebbe esserci però una grana con la rescissione contrattuale: la società torinese rischierebbe di perdere i vantaggi del Decreto crescita, che per essere effettivo prevede la permanenza di un calciatore nella società di riferimento per almeno due anni dal suo arrivo in Italia. I guai non finiscono mai per Pogba e la Juventus…
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