Il grande ex trova nel portoghese la spiegazione delle difficoltà dei rossoneri: “Bel gol di Leao, ma è lui il limite del Milan”
I rossoneri sono usciti da San Siro con tre punti in tasca, ma con una prestazione che non rassicura in vista delle prossime sfide. Anche contro il Verona, infatti, sono emerse le difficoltà che hanno contraddistinto il derby contro l’Inter e il pareggio di Champions League contro il Newcastle di Sandro Tonali.
L’uomo più atteso anche nella giornata di ieri è stato Rafael Leao, che ha giocato con la fascia di capitano al braccio e ha trovato il gol-vittoria. Eppure, secondo quanto espresso da Arrigo Sacchi ai microfoni della Gazzetta dello Sport: “Il problema del Milan è il portoghese”. L’ex allenatore rossonero ha spiegato perché il numero 10 si sta tramutando nel più grande limite della compagine guidata da Stefano Pioli.
Sacchi contro Leao: “È il più grande limite del Milan”
Ad Arrigo Sacchi la vittoria del Milan contro il Verona non ha un sapore dolce: “La squadra di Pioli non è ancora un collettivo”. E la causa di tutto questo sarebbe da ricercare proprio in Rafa Leao.
L’ex CT spiega: “Leao con il suo modo di stare in campo, con i suoi mancati rientri, con la mancata partecipazione al lavoro del gruppo, è quello che non ti permette di diventare un collettivo”. Al portoghese sono concessi dei privilegi che nessun altro giocatore del Milan ha e questo sarebbe il motivo per cui la compagine di Stefano Pioli continua a trovare difficoltà ad essere un collettivo forte.
Arrigo Sacchi, poi, continua a battere su un tema a lui molto caro: “Nonostante qualcuno la pensi diversamente, il collettivo non imprigiona il talento, ma lo esalta”. Questo il consiglio che l’ex CT ha voluto dare a Pioli, ricercare in ogni modo di far diventare il Milan un collettivo: un’operazione che permetterebbe a tutti i grandi giocatori in rosa di esaltarsi ed esprimersi al meglio.