Lindstrom, Okafor, Zapata e Lukaku, storie simili ma destini opposti: ecco quanto conta l’utilizzo dei nuovi arrivati dal mercato
Riuscire ad ambientarsi in un nuovo club non è mai semplice, specie se non conosci il paese e lo stile di quel campionato. Cambiano la lingua, gli schemi, le abitudini e prima di riuscire a rendere al massimo serve del tempo. Qualcuno poi ha la fortuna, invece, di conoscere perfettamente la lega dove giocherà, magari per un semplice cambio di maglia, ed il risultato è opposto.
C’è chi deve sgomitare per trovare il posto da titolare e si ritrova davanti una concorrenza spietata. Qualcun altro ha invece il ruolo garantito sin dal principio, sia per suoi meriti, che per mancanza di un’agguerrita concorrenza che potrebbe far dubitare della sua posizione.
E’ questo il caso di 4 storie, due opposte alle altre: quelle di Lindstrom e Okafor da una parte e quelle di Duvan Zapata e Romelu Lukaku dall’altra. Piazze diverse, Napoli e Milano e Torino e Roma. Mondi che però si intrecciano per uno studio sull’importanza dei nuovi arrivati.
Lukaku e Zapata show, che fatica per Lindstrom e Okafor: gli innesti contano
Volti differenti da quelli della stagione passata, nuove maglie, impatti differenti. Una serie di fattori che caratterizza l’approccio e la resa di un neo arrivato dal mercato in un club. Ci sono acquisti che fanno subito la differenza ed altri che impiegano settimane per trovare spazio.
E’ questo il caso di Jesper Lindstrom del Napoli, acquistato per circa 30 milioni di euro e sceso in campo per una mezz’ora nella disfatta contro la Lazio. Da quel momento l’esterno d’attacco non ha più visto il campo neanche per un minuto tra Serie A e Champions League, ricevendo un’apparente bocciatura di Rudi Garcia, che preferisce far giocare Raspadori, Politano o persino Elmas in quel lato. A cosa è servito il suo acquisto dopo l’addio di Lozano, se è dovuto retrocedere così tanto nelle gerarchie? Era necessaria una spesa di questo tipo?
Non se la cava meglio Okafor, che è stato pagato meno di 15 milioni dal Milan e che ha fin qui accumulato 77 minuti in campo. Sprazzi di partita soprattutto per prendere il posto di Leao, ma nulla più. E proprio in questi giorni di critica al portoghese, che ha risposto con l’ennesimo gol, l’ulteriore panchina ha dimostrato una considerazione bassa nei confronti dello svizzero ed una dipendenza del Milan per il suo numero 10.
C’è chi invece se la passa decisamente meglio, come Duvan Zapata, che ha immediatamente lasciato un segno importante al Torino. Se è in condizione, il colombiano fa la differenza in Serie A, come dimostrato anche contro la Roma. In granata ha preso subito il posto di titolare ai danni di Sanabria e ha già dimostrato di essere un perno imprescindibile per la squadra.
Ha fatto ancora meglio con 3 gol consecutivi, di cui due decisivi, Romelu Lukaku per la Roma. Oltre al gol, a cui ha risposto proprio Zapata, il belga ha risolto anche la partita di Europa League contro lo Sheriff Tiraspol e si è preso subito il ruolo di leader offensivo dei giallorossi. Un impatto pazzesco, che ha permesso alla squadra di Mourinho di accumulare 4 punti, che senza di lui non sarebbero mai arrivati. Un segnale anche a Napoli e Milan, a Garcia e Pioli, che dovranno pensare ben presto di iniziare a sfruttare maggiormente i propri innesti per provare a risolvere le gare più delicate.