La Juventus stagione 1983/1984 ha vinto lo Scudetto grazie ad una squadra di campioni. Eccone 5 che hanno lasciato il segno.
La Serie A degli anni ’80 resta impressa nella memoria di non pochi appassionati di calcio per la grande quantità di fuoriclasse, italiani e stranieri, che la caratterizzava. C’è un campionato della massima serie di quella decade che sicuramente merita di essere ricordato ed è la stagione 1983/1984.
All’epoca lo Scudetto fu vinto dalla Juventus, grazie anche e soprattutto alle prestazioni di Michel Platini, che in quegli anni fece incetta di titoli e riconoscimenti e contribuì ai successi dei bianconeri grazie a giocate sopraffine e a numeri di alta scuola. Le Roi fu peraltro capocannoniere di quel torneo, avendo realizzato ben 20 gol.
La Serie A stagione 1983-1984 vide così l’affermazione della Vecchia Signora, che colse il suo ventunesimo titolo, da inserire in un palmares già molto ricco. Di seguito una scheda che si focalizzerà su alcuni dei maggiori artefici di quel successo bianconero, il quale fu ottenuto con 43 punti in totale (17 vittorie, 9 pareggi e 4 sconfitte) e due sole lunghezze di vantaggio sulla Roma seconda. Al terzo posto della classifica finale si piazzò la Fiorentina, a 36 punti e con 7 punti di distacco dalla prima classificata.
Ecco allora 5 big di quella Juventus vincente e la formazione completa della stagione di A 1983/1984.
Tra i pilastri della Juve dello Scudetto stagione 1983/1984 c’è Marco Tardelli, uno dei calciatori chiave per il trionfo nel mondiale del 1982 ma anche titolarissimo dei bianconeri dell’epoca, con cui vinse lo Scudetto per ben cinque volte.
Tardelli, dopo la fine della carriera agonistica, avvenuta nel 1988, iniziò subito ad allenare. Fu nelle panchine di squadre quali il Como o il Cesena e a lungo guidò le selezioni giovanili della nazionale italiana di calcio. L’ultima sua avventura come allenatore terminò nel 2013 quando lasciò la nazionale irlandese, dopo le dimissioni del Ct di allora – Giovanni Trapattoni.
Oggi Marco Tardelli spesso compare in televisione in veste di ospite ed opinionista sportivo nei programmi Rai. Alcuni anni fa scrisse un’autobiografia e nel 2023 è conduttore su Rai 3 della trasmissione L’avversario – L’altra faccia del campione, in cui intervista personaggi celebri del mondo dello sport. E’ sposato con la presentatrice tv e giornalista Myrta Merlino.
Claudio Gentile è stato tra le bandiere della Juventus anni ’80. Difensore di alto livello, oltre ad aver vinto sei campionati di Serie A, è stato tra i partecipanti alla fortunata spedizione spagnola dei mondiali del 1982. In campo rappresentava una garanzia per il club bianconero, che moltissime volte si è avvalso delle sue prestazioni per contrastare la spinta offensiva avversaria.
Dopo il ritiro dal calcio giocato, risalente al 1988, Gentile rimase nel mondo del calcio, prima con ruoli dirigenziali e poi con l’attività di allenatore delle squadre giovanili della nazionale italiana, essendo entrato nel settore tecnico FIGC. La sua ultima esperienza in panchina risale al 2014, in veste di allenatore del club svizzero del Sion. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo, Gentile ha così intrapreso il doppio percorso dirigenziale e come allenatore.
La carriera di Platini ebbe di sicuro il suo apice nella Juventus, in cui giocò cinque stagioni dal 1982 al 1987 e in cui fece prestazioni tali da fargli vincere per ben tre volte il Pallone d’Oro. Qui Le Roi vinse tutti i maggiori trofei per un calciatore a livello di club, tra cui Coppa Italia, Coppa dei Campioni, Supercoppa UEFA e Coppa Intercontinentale. Nella Juve vinse anche due Scudetti, il primo proprio nella stagione 1983/1984.
Chi vuole saperne di più su di lui, forse non è al corrente che, dopo aver appeso le scarpette al chiodo nel 1987, divenne allenatore della nazionale francese – ma senza troppa fortuna.
Andò decisamente meglio sul piano della carriera dirigenziale, dato che Platini ha un passato di vicepresidente della Federcalcio francese dal 2001 al 2008, accedendo poi anche agli ambienti ‘direttivi’ della FIFA. Fu Presidente UEFA e aspirò ad diventare il n. 1 della FIFA, carica oggi in mano allo svizzero Gianni Infantino. Tuttavia il suo percorso nei ‘piani alti’ delle federazioni calcistiche si fermò in modo improvviso, ed in parte inaspettato, a seguito di alcuni guai con la giustizia – di cui abbiamo parlato più ampiamente qui. Proprio questi problemi lo allontanarono dal mondo del pallone.
Nei tempi odierni Michel Platini si è ritirato a vita privata e, come spiegato in alcune interviste, passa buona parte del proprio tempo libero in compagnia di familiari ed amici. Non ha peraltro dimostrato finora un vero interesse a ritornare nel mondo del pallone.
Tra gli stranieri di qualità in quella Juve anche il polacco Boniek, che giocò tre stagioni alla Juventus tra il 1982 e il 1985 e che fece molto bene con la sua nazionale, piazzandosi sul podio ai mondiali del 1982 in Spagna.
Atleta versatile e in grado di svolgere più ruoli, dopo la fine della carriera agonistica nel 1988, quando militava nella Roma, scelse di restare in Italia e continuare il suo percorso nel mondo del calcio in veste di allenatore. Boniek fu infatti visto su panchine di squadre quali il Lecce e il Bari e, in seguito, guidò anche la nazionale polacca per un breve periodo.
L’ex atleta dopo essere stato a lungo ai vertici della federazione calcistica del suo paese, è oggi vicepresidente UEFA, ma negli ultimi anni è stato visto non di rado in veste di opinionista in trasmissioni sportive delle reti nazionali. Il suo legame con l’Italia dunque non si è mai spezzato.
Non si può chiudere questa breve carrellata dei giocatori chiave della Juventus che vinse lo Scudetto nel campionato di calcio 1983/1984 senza menzionare un attaccante, scomparso prematuramente e che tutti i tifosi degli Azzurri ricordano. Paolo Rossi – detto Pablito – diede un contributo essenziale con i suoi gol, sia ai successi della Juve – Scudetto 1983/1984 compreso – sia a quelli della nazionale. In quel campionato che si concluse con la vittoria dei bianconeri realizzò in particolare 13 gol in 30 partite. Sicuramente un buon bottino.
Paolo Rossi dopo aver chiuso la carriera nell’Hellas Verona, stagione 1986/1987, non scelse di fare l’allenatore ed anzi, è stato visto molte volte in tv in veste di commentatore sportivo. Dal 2018 era tornato a lavorare per il suo Vicenza – club in cui esplose il suo talento calcistico. Qui fu membro del CdA e ambasciatore del club.
L’ex attaccante morì prematuramente all’ospedale di Santa Maria alle Scotte di Siena il 9 dicembre 2020, all’età di 64 anni, a causa di un tumore ai polmoni.
Portieri: Luciano Bodini, Stefano Tacconi;
Difensori: Sergio Brio, Antonio Cabrini, Nicola Caricola, Claudio Gentile, Gaetano Scirea (capitano);
Centrocampisti: Massimo Bonini, Giuseppe Furino, Giovanni Koetting, Cesare Prandelli, Marco Tardelli, Roberto Tavola, Beniamino Vignola;
Attaccanti: Zbigniew Boniek, Domenico Penzo, Michel Platini, Paolo Rossi.
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