Mondiali 2030, il tecnico non ci sta: “Una fregatura. Un giorno giocheremo sull’Everest”

Non mancano le critiche nei confronti della Fifa dopo la decisione di organizzare il Mondiale 2030 in sei paesi diversi: il tecnico non le manda a dire

Fa discutere quella che è stata la decisione del Mondiale 2030 di assegnare un Mondiale che vede coinvolti addirittura sei paesi organizzatori. La Fifa infatti ha deciso che le gare inaugurali si giocheranno in Sudamerica, mentre Spagna, Marocco e Portogallo ospiteranno la gran parte della competizione.

Il presidente Fifa, Gianni Infantino (LaPresse) – calciomercato.it

La candidatura congiunta di Uruguay, Argentina e Paraguay è stata riconosciuta soltanto in parte. Escluso infatti il Cile (che si era presentato con gli altri paesi sudamericani), mentre i tre paesi sudamericani ospiteranno soltanto le prime partite. Una sorta di omaggio alla prima Coppa del Mondo, disputata proprio in Uruguay nel 1930. L’annuncio del presidente Infantino verrà trasferito al Congresso FIFA, che porrà le premesse per la ratifica completa della decisione presa dal Consiglio in un summit in programma per dicembre 2024.

Mondiale 2030, Rose critico nei confronti della scelta della Fifa

La decisione però di giocare un “Mondiale intercontinentale”, che implica tra l’altro un’automatica qualificazione per i sei paesi ospitanti, non è piaciuta proprio a tutti.

Marco Rose (LaPresse) – calciomercato.it

Tra i critici c’è stato il tecnico del Lipsia, Marco Rose, che in conferenza stampa dopo la sfida giocata contro il Manchester City in Champions League, si è espresso senza mezzi termini: “Un giorno giocheremo sull’Everest. Penso sia un peccato e sia una scelta sbagliata” ha dichiarato. “Il mio primo pensiero è stato per i giocatori – ha affermato – Saranno costretti ad andare avanti e indietro in aereo, passando dall’inverno all’estate. Ogni volta ci inventiamo qualcosa di diverso. Un giorno giocheremo sull’Everest, perché possiamo allestire un campo da calcio e possiamo commercializzarlo”.

L’allenatore tedesco ha definito la decisione, senza mezzi termini, una fregatura: “È sempre stato bello quando un paese o due, aspettavano con ansia i Mondiali: era tutto una grande festa con brevi distanze per le varie squadre e organizzati bene. Cosa che probabilmente ora non c’è più. Sembra che non siamo ancora alla fine della fregatura”.

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