Lautaro Martinez rompe il silenzio e commenta le notizie relative a una condanna per licenziamento illegittimo
È delle scorse ore la notizia della condanna del Tribunale di Milano nei confronti di Lautaro Martinez al risarcimento di una baby sitter che sarebbe stata licenziata ingiustamente: arriva il commento dell’attaccante.
È un duro sfogo quello di Lautaro Martinez, attaccante dell’Inter condannato dal Tribunale di Milano, sezione Lavoro, per il licenziamento illegittimo di una babysitter con lui convivente, una donna argentina di 27 anni. Una notizia commentata dall’attaccante argentino, affidatosi a Instagram per esternare la sua versione dei fatti.
“Ho deciso di rimanere in silenzio per molto tempo per rispetto di una famiglia che non ha mai avuto niente a che fare con noi” ha scritto Lautaro Martinez, il quale però non può permettere “che gettino fango sulla mia”. Il giocatore classe ’97 ha raccontato: “Avevamo assunto una persona che stava male, da sempre nostra amica, fino quando purtroppo non ha potuto più lavorare perché la sua malattia non glielo permetteva”.
Inter, Lautaro Martinez condannato: la versione dell’attaccante
Prosegue il racconto di Lautaro che spiega: “Dopo aver fatto tanto per lei e per la sua famiglia, dai viaggi di cui ci siamo fatti carico per farli venire, aiutare a cercare letti di ospedale quando tutto era pieno, aiutare con suo trattamento, con l’alloggio della sua famiglia che abbiamo dovuto convincere per farla venire a prendersi cura di sua figlia quando stava morendo”.
È un Lautaro Martinez indispettito quello che si sfoga via social: “Dopo aver fatto di tutto, hanno aspettato che la loro figlia stesse per morire e non fosse più lucida per cercare di portarci via del denaro e approfittare di questa situazione. Non solo questo, perché anche dopo della morte hanno continuato ad insistere e gli è andata molto male, non poteva andare in un altro modo”
Infine, l’attaccante nerazzurro conclude: “Dopo che è uscita la sentenza con la quale non sono riusciti ad ottenere da noi nemmeno un euro perché non gli corrispondeva – visto che il nostro aiuto, grande aiuto, glielo abbiamo dato quando dovevamo farlo -, escono e questo per cercare di infangarci. Che persone bisogna essere per cercare di approfittarsi della morte di un figlio per prenderci del denaro”.