Totò Di Natale torna sul no alla Juve e il non aver indossato la maglia del Napoli: e sulla Nazionale si fida ciecamente di Spalletti
Nel calcio i paragoni sono il pane quotidiano. Tra giocatori, club, allenatori, ma anche e soprattutto tra campioni e leggende di epoche diverse. Periodi completamente diversi, con bandiere che hanno fatto la storia del calcio e ora è praticamente impossibile trovare. In Serie A abbiamo avuto la fortuna di ammirarne tante, da Totti a Del Piero, da Zanetti a Maldini. Ma anche altri giocatori di livello enorme che oggi sarebbero sicuramente tra i top europei. E che hanno fatto una precisa scelta di cuore, anche se non legata a una big e per questo forse ancora più ammirevole.
Pensiamo a Totò Di Natale, che domani compie 46 anni: due volte di fila capocannoniere della Serie A e sesto marcatore all time del nostro campionato con 209 gol. Uno che insomma ha fatto la storia e ha rifiutato il mondo, diventando un idolo e un simbolo per l’Udinese in particolare. Tanto da rifiutare la Juventus: “Sono sempre stato molto legato ai tifosi e alla città. A Udine si vive bene, lì sono cresciuto come uomo e come calciatore, ed è lì che ho costruito la mia famiglia. In quegli anni poi la squadra era molto forte, ogni stagione lottavamo per un posto in Europa. La famiglia Pozzo mi ha sempre trattato come un figlio. Quando ci fu la possibilità di andare alla Juve, la volontà mia e della società fu quella di continuare insieme. E così abbiamo fatto”. Ma nessun rimpianto: “Non cambierei nulla della mia carriera, rifarei tutto allo stesso modo”.
Di Natale: “Napoli maglia pesante per i napoletani. Spalletti uomo giusto per l’Italia”
Da napoletano viene naturale pensare come forse il sogno più grande di DiNatale fosse quello di vestire la maglia azzurra. Eppure Totò risponde così: “Giocare a Napoli non è facile, specie se sei napoletano: soffri di più quando le cose vanno male. È una maglia pesante da indossare per chi è nato e cresciuto lì. Ho preferito esserne tifoso, e lo sono tuttora”.
E quindi gioiendo per il terzo scudetto con Luciano Spalletti, che lui conosce molto bene: “Sapevo che il mister avrebbe vinto il campionato. È un grande allenatore, ha occhi ovunque, sta 24 ore sul campo per curare ogni singolo particolare. Vederlo vincere a Napoli per me è stato speciale”. Ora il mister di Certaldo ha una missione complicatissima come la Nazionale: “È l’uomo giusto. Ha la capacità di entrare nella testa dei giocatori e di tenere sempre alta la tensione nello spogliatoio. Credo che questo fosse il momento giusto per allenare la Nazionale. Con un po’ di pazienza, se lo lasceranno lavorare tranquillo, farà bene”.