L’avvocato Cesare Di Cintio approfondisce i possibili sviluppi del caso scommesse: le eventuali sanzioni per calciatori e club
Il caso scommesse ha rappresentato un vero e proprio terremoto, l’ennesimo, per il calcio italiano. Il coinvolgimento di Fagioli, Tonali e Zaniolo ha acceso i riflettori su un problema che puntualmente da tempo si ripropone: quello delle scommesse appunto.
A differenza delle precedenti inchieste, quella sportiva partita dall’indagine della Procura di Torino ha un aspetto diverso da evidenziare: da quanto emerso i calciatori non hanno provato ad alterare i risultati delle partite per vincere le loro scommesse. Ć partito da questo l’avvocato Cesare Di Cintio,Ā titolare dello Studio Legale DCF Sport Legal, specializzato in diritto dello sport, in un’intervista esclusiva concessa a Calciomercato.it.
“In passato avevamo riscontrato comportamenti dolosi volti ad alterare i risultati delle partite per trarre vantaggio personale. Si trattava di un illecito sportivo. Oggi – le sue dichiarazioni – si tratta di un vizio personale, di un qualcosa di natura diversa: secondo me si tratta di una condotta che i calciatori hanno sottovalutato. L’articolo 24 vieta di scommettere ai calciatori anche su piattaforme legali. Il tema ĆØ: posso scommettere su piattaforme legali su altri sport, ma non sullo sport che pratico”.
Mentre le indagini, penali e sportive, vanno avanti, si discute ovviamente di quali potrebbero essere le sanzioni sportive per chi ha effettivamente scommesso su partite di calcio: “La sanzione prevista in questi casi ĆØ molto pesante. Le scommesse sono vietate per tutti i tesserati all’interno della Federazione, non solo per i calciatori. La norma parla di squalifica o inibizione (a seconda che si tratti di atleti o dirigenti) non inferiore ai tre anni e di un’ammenda non inferiore 25mila euro”.
L’avvocato Di Cintio sull’inchiesta scommesse: “Pochi rischi per i club”
Si tratta di sanzioni minime che potrebbero essere anche aumentate (o diminuite) ad esempio nel caso in cui un tesserato avesse scommesso su partite della propria squadra. “La norma parla di una sanzione non inferiore ai tre anni – conferma l’avvocato Di Cintio – . Poi ci puĆ² essere nell’ambito del giudizio il gioco delle attenuanti o aggravanti”.
Questione diversa per i club che, stando al parere dell’avvocato, non dovrebbero correre particolari rischi: “La Juventus, come tutte le societĆ oggi che disputano campionati professionistici, ĆØ tenuta a dotarsi – in base al Dlgs 231 del 2001 – di un modello di gestione e di controllo improntato anche a evitare che tesserati commettano dei reati. Se il modello funziona evita problemi ai club. Oggi rispetto al passato anche gli eventuali rischi per le societĆ sono notevolmente ridimensionati, quando adottano modelli di gestione e controllo funzionati e dimostrano di aver fatto il possibile”.