Il numero 7 bianconero ha avuto un grande inizio di stagione, ma il futuro a Torino resta incerto. Gli ostacoli al rinnovo e l’apertura di Giuntoli alla cessione
Quattro gol e un assist in sette partite, Chiesa si è messo alle spalle i problemi (fisici) del recentissimo passato riprendendosi la Juventus. Il feeling calcistico con Allegri rimane precario, ma è con lo spostamento al centro dell’attacco – orchestrato dallo stesso livornese – che il classe ’97 potrebbe compiere un nuovo e importante salto di qualità.
Dal presente al futuro, che resta incerto per il figlio d’arte. E il motivo è semplice: in casa bianconera, per ragioni economico-finanziarie, nessuno è incedibile. Compreso Chiesa, che infatti avrebbe potuto lasciare Torino già l’estate scorsa se sul tavolo di Giuntoli fosse arrivata l’offerta giusta. Ovvero non meno di 50/60 milioni di euro, cifre che avrebbero consentito al Football Director di avere più margini in sede di campagna acquisti.
Magari anche di mettere le mani su Lukaku, seppur l’arrivo del belga era strettamente legato alla cessione di Vlahovic, col quale il venticinquenne ligure forma una coppia atipica che, però, in Serie A ha il suo perché. Che fa la differenza, specie con entrambi in forma. Vale la pena sottolineare questo aspetto, visto che tutti e due – in particolare il serbo – non danno affatto garanzie sul piano fisico.
In attesa dell’estate, è sempre ‘calda’ la possibilità di un rinnovo del contratto attualmente in scadenza a giugno 2025. Più che possibilità, una necessità, perché a quella data manca appena un anno e mezzo, un tempo misero nel calcio di oggi. Ma la trattativa non è semplice, Fali Ramadani è un osso duro e Giuntoli non può fare il passo più lungo della gamba.
L’agente di Chiesa, quindi Chiesa stesso, chiede che il suo stipendio (circa 5 milioni) venga alzato intorno ai 7 milioni netti, ossia vicino a quello di Vlahovic anche se l’ingaggio del classe 2000 sarebbe a salire. Nell’ultimo anno di contratto dovrebbe salire a 12 milioni…
Juventus, Mauro: “Mancano leader e Chiesa non può esserlo”
Chiesa è un punto fermo della Juve di Allegri, ma non è e “non può esserne un leader” come affermato da Massimo Mauro a ‘Tuttosport’.
L’ex bianconero argomenta la sua opinione a proposito di mancanza di leader nella squadra: “Dall’addio di Pirlo nella mediana juventina mancano elementi di grande statura internazionale. Ne servirebbero un paio per rendere di nuovo la Juve la squadra da battere”.