Dal sostituto di Osimhen, a Verona-Napoli fino al caso scommesse: l’intervista ad Alfredo Aglietti, ex attaccante dei gialloblu e degli azzurri.
Nona giornata di campionato. Primo match dopo la sosta. Sarà una sfida delicatissima per Verona e Napoli per diverse ragioni. La formazione di casa ha inanellato una serie di risultati negativi di recente. Gli azzurri hanno rischiato anche di cambiare allenatore durante questa pausa.
Tanti i problemi in casa Napoli in questo momento. Non solo l’allenatore, ma anche gli infortuni di Anguissa e soprattutto Osimhen rendono la sfida contro il Verona ancora più complicata. E Garcia ha altri pochi giorni per sciogliere il dubbio in attacco: Simeone o Raspadori? Questo è il dilemma. Il doppio ex Alfredo Aglietti, attaccante degli anni ’90 con 10 gol in Serie A e numerose presenze in B e C (ora allenatore), è intervenuto ai microfoni di Calciomercato.it e offre il suo punto di vista.
Aglietti, lei che è stato doppio ex, che partita si aspetta da Verona-Napoli?
“E’ una sfida delicata per entrambe le squadre per i propri obiettivi. Il Verona non era partito male, poi ha avuto un calo. In questo momento è un po’ in difficoltà. Al Napoli invece ci sono delle situazioni che disturbano. Sarà una partita delicata per entrambe le formazioni”.
Vista l’indisponibilità di Osimhen, chi farà giocare Garcia: Simeone o Raspadori? E chi sceglierebbe mister Aglietti?
“Chi farei giocare io? Conta poco. Secondo me Garcia farà giocare Raspadori per vederlo come punta. L’ha alternato in varie posizioni, è l’occasione giusta per capire bene qual è il ruolo di Giacomo all’interno del Napoli sotto la sua gestione”.
Come lo vede Raspadori?
“Il Napoli utilizza lo stesso sistema di gioco della Nazionale. Se c’è Osimhen, il ruolo più adatto a Raspadori può essere punta esterna, a sinistra, venendo dentro il campo. Come Politano che converge verso il centro partendo da destra. Il titolare a sinistra chiaramente è Kvaratskhelia. Dei tre davanti Raspadori è la prima alternativa. E’ chiaro che insieme a Osimhen, mantenendo lo stesso sistema di gioco, il ruolo più efficace per Giacomo è quello di partire largo e avvicinarsi a Victor”.
Che idea si è fatto del caso scommesse che ha colpito il calcio italiano?
“Bisogna capire bene le reali situazioni dei ragazzi, che cosa hanno fatto. Al di là del discorso ludopatia, questi ragazzi devono capire che sono già fortunati e non devono cadere in queste leggerezze. I calciatori devono anche essere degli esempi. Sotto questo aspetto, le società fanno anche riunioni in cui si spiegano le eventuali sanzioni in cui si incorre se dovessero crearsi queste situazioni. Ma poi puntualmente ci ricascano. Se certe situazioni saranno certificate, ci dovranno essere giuste sanzioni. Non si può fare finta di niente”.
Quando lei era calciatore, si verificano spesso situazioni analoghe? C’era una certa dipendenza dal gioco?
“Quando giocavo io, le scommesse erano appena entrate nel mondo calcistico. E’ una problematica che va avanti da molto tempo e ogni tanto ci si ricasca. Andrebbe fatta un’analisi approfondita ed è giusta che ci siano le persone più adatte per fare certe correzioni per fare in modo che questi errori non si ripetano”.
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