Nella settimana di Milan-Juventus, a Torino e precisamente in zona Continassa si è parlato soprattuto di Nicolò Fagioli e del caso scommesse che ha travolto il calcio italiano. Il calciatore ha ricevuto una squalifica, figlia di un patteggiamento con la procura federale
Nicolò Fagioli è stato sanzionato con una squalifica di 12 mesi, 5 dei quali commutati in prescrizioni alternative, dice la procura della FICG. Ieri, dunque, il primo giorno da giocatore squalificato.
Squalifica, di questo si tratta, perché per 7 mesi il centrocampista non potrà partecipare a competizioni ufficiali con la Juventus, né chiaramente essere convocato. Per il centrocampista piacentino classe 2001, da ieri, è iniziata una nuova fase della sua carriera.
Il talentuoso giocatore potrà però continuare ad allenarsi con la squadra. La disposizione della procura federale non lo vieta e la Juventus ha deciso di supportare quello che è a tutti gli effetti un patrimonio bianconero. Da un lato, il percorso di Fagioli per uscire dal tunnel delle scommesse, dall’altro la società che gli permette di continuare a svolgere il lavoro coi compagni.
Fagioli può dunque mantenere la propria forma fisica: va detto che questo porta vantaggi a entrambi i soggetti interessati. Al giocatore, che non dilapida la preparazione e lavorerà per farsi trovare pronto tra 7 mesi; alla società, che cerca di non sperperare un talento cresciuto in casa in un momento di difficoltà. Situazione diametralmente opposta a quella di Paul Pogba che, dopo la positività al doping, non ha più potuto usufruire delle aree del JTC e di allenarsi col gruppo. Una scelta di policy diversa della Juventus. A Fagioli, ragazzo evidentemente fragile che vive un momento di forte stress, stare con la squadra non potrà fare altro che bene, anche di testa.
Juventus, il percorso di Fagioli e la chiusura dell’account di Instagram
Parallelamente alla permanenza nel gruppo squadra, c’è un lavoro individuale che Nicolò Fagioli dovrà potare avanti. Per guarire dalla ludopatia e re-imbracciare una carriera interrotta in una maniera a dir poco impensabile.
La fortuna di Nicolò Fagioli è quella di trovarsi alla Juventus, società che fin da subito ha deciso di supportare il proprio talento senza però nascondere le responsabilità del proprio tesserato. Ecco dunque spiegato la tempestiva comunicazione alla Procura della FICG, come sottolineato in una nota ufficiale del club.
Restare nel gruppo squadra può essere importante per Fagioli, ma non può chiaramente bastare. Ecco perché il giocatore è seguito da uno psicologo, Paolo Jarre, che lo accompagnerà nel percorso di disintossicazione. Di questo si tratta, a tutti gli effetti. Al termine poi dei 7 mesi di allontanamento dai campi, ne seguiranno altri 5 come precisato nel patteggiamento. Tra associazioni dilettantesche e centri federali, Fagioli diventerà testimonial – a suo malgrado – di un esempio da non seguire, al fine di sensibilizzare principalmente i più giovani.
In tutto ciò, data la forte pressione mediatica, Nicolò Fagioli ha chiuso il suo account Instagram, dopo aver però lasciato un ultimo messaggio al mondo dei social: “Pensavo di partire chiedendo scusa non solo ai tifosi bianconeri, ma tutti i tifosi del mondo del calcio per l’errore ingenuo che ho fatto”, si legge nella prima story, poi Fagioli aggiunge: “Invece no, sono obbligato a partire con lo schifo che scrivono su di me giornali e persone, solo per mettermi in cattiva luce con mille falsità… o forse per conquistare due visualizzazioni in più. Parlerò presto“. Il giocatore, forse, si riferisce a chi lo ha additato di aver di fatto infangato il nome di altri colleghi, tra i muri della Procura di Torino. Una vicenda ancora dai tratti torbidi. In attesa che le parole future di Nicolò Fagioli, da lui stesse promesse, aiutino a fare chiarezza a tutti i tifosi del mondo del calcio.