Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha parlato a margine del premio ‘Beppe Viola’ della questione scommesse e risposto a Salvini sulle sue dimissioni
Gabriele Gravina prende la parola e tuona, chiarendo la propria posizione sulle tante vicende che stanno sconvolgendo il calcio italiano. Dalla questione doping a – soprattutto – la vicenda scommesse con la squalifica di Fagioli e il patteggiamento a cui va incontro Sandro Tonali. Rispondendo anche a Matteo Salvini, che in questi giorni ha chiesto a gran voce le dimissioni del presidente Figc proprio in seguito al caos scommesse.
A margine della conferenza di presentazione in Figc del Premio Beppe Viola, prestigiosi riconoscimenti che vendono protagonisti da anni le maggiori personalità dello sport italiano, lo stesso Gravina ha parlato a ruota libera: “Noi siamo impegnati a capire i nostri ragazzi, e parliamo solo di due casi (Tonali e Fagioli, ndc). Perché dobbiamo fare attenzione a questo tema. Ho la sensazione che stiamo giocando sulla pelle di ragazzi molto giovani. Io ho il dovere come padre e come nonno, di difendere la dignità di tanti giovani italiani che in questo momento stanno diventanto carne da macello a livello di comunicazione diffusa e non particolarmente onesta. Noi dobbiamo tutelare anche l’integrità morale, ma anche accompagnare questi ragazzi in un processo di crescita dove ciascuno di noi si deve assumere le proprie responsabilità. Per questo le nostre sanzioni prevedono per la prima volta opportunità di recupero. Noi questi ragazzi non li abbandoneremo mai“.
Gravina, a margine della presentazione del premio ‘Beppe Viola’, risponde anche su questioni più ‘politiche’, replicando a chi come Salvini ha invocato le sue dimissioni: “La politica è un’espressione ampia, delimiterei i confini dei soggetti che hanno commentato forse in maniera non approfondita i temi specifici. Ho visto un po’ di approssimazione in alcune affermazioni. La risposta è stata decisa e ferma da pate del movimento sportivo, è una legge dello Stato che impone a determinati soggetti il rispetto, dell’autonomia, che implica un altro principio, quello della democrazia. La libertà non deve essere calpestata da nessuno. Il concetto di autonomia e democrazia è emerso in tutte le affermazioni, dichiarazioni di risposta (vedi Abodi e Malagò, ndc) che chiaramente io sottoscrivo”.
“Poi c’è un tema anche di conoscenza. Bisogna approfondire meglio alcuni argomenti, altrimenti facciamo danno al nostro paese e non solo al calcio. Ho sentito parlare di responsabilità del mondo del calcio legato alle scommesse. Se vogliamo fare una provocazione, se il mondo del calcio non avesse inserito nel novembre 2020 nel suo statuto le sanzioni per colpire chi scommette, noi avremmo dovuto adeguarci alle leggi dello Stato. E non avremmo avuto sanzioni. Noi riteniamo di aver adottato delle norme di tutela. Ho sentito parlare di doping, ma è stato un caso. Lo abbiamo individuato, noi dobbiamo stabilire le norme. Non siamo responsabili di chi si dopa, noi dobbiamo individuare e punire chi si dopa. Ho sentito parlare di diritti televisivi, ma non compete a noi. La legge Melandri pone in capo ai soggetti organizzatori, la Lega è destinataria di queste responsabilità. Ho sentito parlare di infrastrutture. Legittimanente il governo italiano ha deciso e comunicato in maniera forte che non c’è un euro. La Federazione non è un’azienda di costruzioni che realizza stadi. Noi ci siamo preoccupati di offrire opportunità, non a caso abbiamo portato Euro 2032, un successo nazionale e internazionale”.
“Voi capite, parlate anche di debiti. Li conosciamo, ma a volte vengono da provvedimenti che in maniera azzardata hanno rimandato la copertura delle perdite di cinque anni e questo crea indebitamente. Le rateizzazioni le capisco come vantaggi, ma generano indebitamento. Le rivalutazioni stabilite sono per legge, non le stabiliamo noi. Se ci sono sentenze che portano a fallimenti perché vengono applicate leggi dello Stato che prevedono la ristrutturazione del debito, non capisco perché si attribuiscano responsabilità a soggetti che hanno comunque responsabilità di rispettare le leggi dello Stato. Non facciamo altro che questo”.
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