Calcio e scommesse, La Barbera: “La ludopatia non risparmia nessuno. Così si riconosce chi ne soffre” | ESCLUSIVO

Il Professore Ordinario di Psichiatria del Dipartimento BIND dell’Università degli Studi di Palermo è intervenuto ai microfoni di Calciomercato.it

La vicenda scommesse ha portato alla ribalta il fenomeno della ludopatia. Un fenomeno di cui si è parlato, fin qui, davvero troppo poco. La ludopatia è un disturbo del comportamento che colpisce sempre più italiani, senza distinzione di sesso, età e classe sociale.

Calcio e ludopatia, intervista a Daniele La Barbera
Professore Daniele La Barbera – Calciomercato.it

In questi giorni stiamo scoprendo che anche tanti giocatori professionisti sono dipendenti dal gioco d’azzardo. D’altronde sia Nicolò Fagioli che Sandro Tonali si sono dichiarati ludopatici. Per conoscere meglio la ludopatia e capire cosa ha spinto campioni del mondo del calcio a mettere a rischio la loro carriera, abbiamo intervistato in esclusiva ai microfoni di Calciomercato.it, Daniele La Barbera.

Con il Professore Ordinario di Psichiatria del Dipartimento BIND dell’Università degli studi di Palermo abbiamo cercato subito di capire se ci sono soggetti maggiormente predisposti a sviluppare ludopatia: “Alcune caratteristiche psicologiche o di personalità, predispongono a sviluppare un problema ludopatico – afferma il professore La Barbera -, la difficoltà a gestire le emozioni negative e lo stress, l’impulsività, la tendenza a vivere stati ansiosi o depressivi, la difficoltà a provare piacere, soddisfazione o emozioni positive, scarse capacità di attenzione o di volontà. L’avere vissuto traumi significativi è inoltre un altro possibile fattore di rischio, specialmente se associato ad alcuni degli aspetti sopra descritti”.

Come scritto prima, la ludopatia è un disturbo che abbraccia davvero tutti: “Oggi sappiamo che la ludopatia è presente trasversalmente in ogni età della vita, dall’adolescenza, alla senescenza e non risparmia nessuna classe sociale, né il disoccupato in cerca di fortuna, né la casalinga che ha difficoltà ad arrivare a fine mese, né l’anziano con una pensione striminzita, ma neanche manager, imprenditori, professionisti e in generale soggetti dotati di notevoli possibilità economiche, che cercano nel gioco un attivatore emozionale”.

Ci sono chiaramente dei segnali di allarme per rendersi conto che un soggetto può davvero essere affetto da ludopatia – “Se si tratta di soggetti in età adolescenziale, si possono manifestare modificazioni del comportamento abituale, richieste pressanti di denaro a familiari, parenti ed amici, stati di nervosismo o di chiusura – prosegue il Professore -. Ma in generale  tranne che non si tratti di soggetti con elevate risorse finanziarie – la ricerca di denaro è l’elemento che caratterizza gli stadi più avanzati della ludopatia; non raramente vengono sottratti da casa oggetti preziosi, gioielli, ricordi di famiglia per ricavarne denaro o vengono contratti prestiti con usurai a tassi molto svantaggiosi”.

Calcio e ludopatia, La Barbera: “Alla base delle scommesse può esserci un’attività per la quale si ha un grande trasporto e passione”

Si entra così nello specifico, per cercare di capire perché dei calciatori, ricchi e famosi, hanno deciso di mettere a rischio la loro carriera per giocare d’azzardo:

Calcio e ludopatia, intervista a Daniele La Barbera
Fagioli (LaPresse) – Calciomercato.it

“Non esiste una sola possibile spiegazione – afferma La Barbera -. A volte il gioco d’azzardo può essere una fonte di eccitazione che risulta molto gradita al soggetto, a volte può sottostare l’idea di procurarsi ulteriori guadagni; non è un caso se alcuni calciatori decidano di scommettere proprio sulle partite di calcio, perché non è raro che alla base delle scommesse di un ludopatico ci sia un’attività per la quale egli ha un grande trasporto e passione. Uno dei più gravi ludopatici che ho curato era un signore che sin da ragazzino aveva frequentato per passione l’ambiente dell’ippodromo e che aveva per l’ippica una passione sviscerata, che lo ha portato nel tempo a scommettere cifre sempre più elevate e sempre più frequentemente sulle corse dei cavalli per oltre quarant’anni della propria esistenza, con effetti devastanti sulla vita lavorativa e familiare e sulla sua salute mentale”.

Secondo lei quanto è alta la probabilità che un calciatore che ha deciso di scommettere, mettendo a rischio la propria carriera, sia effettivamente un ludopatico? – “Dipende dalle modalità con le quali scommette. Non dobbiamo dimenticare che esiste – a fronte del gioco d’azzardo patologico che è una vera e propria malattia psichica – il gioco normale, cioè quello che si realizza occasionalmente, che non assume carattere di frequenza o di necessità di cui il soggetto non può più fare a meno. Quando compare questo carattere della compulsività, cioè la condizione per la quale il soggetto non può più controllare l’impulso di giocare e non può smettere nonostante i rischi e le conseguenze negative, siamo di fronte ad un disturbo psichico vero e proprio”.

Come si guarisce dalla ludopatia? – “Oggi esistono metodi di trattamento accreditati ed efficaci che prevedono interventi psicoterapeutici individuali e di gruppo, interventi sistemico-familiari, gruppi di autoaiuto, impiego di farmaci mirati al disturbo e alle caratteristiche emotive del soggetto. In rapporto alla tipologia di problema potrà essere indicata la terapia o le terapie più adatte”.

Quanto è alto il rischio di ricadute e il gioco online rischia di peggiorare la situazione? –“Tutte le dipendenze, una volta instauratesi, vanno considerate disturbi cronici, e in quanto tali sempre passibili di ricadute, specialmente nei periodi in cui il soggetto, come non raramente accade agli ex ludopatici e a tutti coloro che hanno superato una forma di dipendenza, da alcol, sostanze, comportamenti o esperienze –  attraversa momenti di deserto edonico, cioè di grosse difficoltà a trovare gratificazione e piacere dalle normali attività ricreative e sociali”.

Ludopatia, La Barbera: “Risorse e interventi insufficienti per arginare il fenomeno”

La vicenda scommesse sta aiutando a conoscere un fenomeno che in questi anni si è volutamente ignorato:

Calcio e ludopatia, intervista a Daniele La Barbera
Professore Daniele La Barbera – Calciomercato.it

“Il gioco d’azzardo patologico è un disturbo che oggi colpisce in Italia un milione e duecentomila soggetti – prosegue il Professore -, quindi tutto ciò che può attirare l’attenzione e sensibilizzare i decisori verso questa grave patologia individuale e sociale è certamente utile per mobilizzare risorse e interventi che oggi sono sicuramente insufficienti ad arginare il fenomeno, come tutte le patologie che riguardano una qualche forma di dipendenza patologica”.

Esistono sportelli di ascolto? Cos’altro si può fare? – “I SERD, Servizi per le dipendenze patologiche che fanno capo alle ASP, sono le strutture istituzionali preposte al trattamento alle quali ci si può rivolgere per ricevere sostegno e aiuto terapeutico. Esistono anche una quantità di centri privati sparsi per il territorio nazionale, alcuni dei quali affidabili e in grado di offrire l’intervento di professionisti qualificati. L’aspetto fondamentale per il trattamento efficace di queste forme, come di tutte le altre dipendenze, è rappresentato dalla necessità che il paziente pervenga ad una consapevolezza tale da desiderare di affrontare il problema e seguire un percorso di cura; a volte per raggiungere questo stadio possono essere necessari anni”.

Che consiglio darebbe a questi giovani ricchi che rischiano di mandar in fumo la loro carriera? – “Purtroppo “i buoni consigli” raramente sono efficaci per frenare una disturbo comportamentale che si instaura proprio in base alla insensibilità ai rischi che si corrono o alle gravi conseguenze negative che il soggetto affronta o affronterà in rapporto al gioco. Certamente la vicinanza e il sostegno di persone di cui il soggetto si fida può avere delle influenze positive anche per consentire al paziente di aprirsi e di confidare le proprie difficoltà, aspetto che può essere il primo decisivo passo verso la risoluzione del problema”.

Il gioco online rischia di peggiorare la situazione? – “Senza alcun dubbio la possibilità di effettuare scommesse dal pc o dallo smartphone ha ampliato enormemente la portata del gioco d’azzardo patologico e ne ha peggiorato enormemente l’incidenza e la gravità in tutto il mondo, consentendo ai soggetti ludopatici di giocare in ogni momento, in ogni luogo, facilmente, istantaneamente, reiteratamente. Oggi il gioco online produce proventi inimmaginabili alle aziende che lo gestiscono, dell’ordine di centinaia di miliardi di dollari, e non è raro, come è avvenuto in Italia, che soggetti politici contigui all’asse governativo abbiano interesse nell’ambito di queste società, con evidenti e gravi possibili conflitti di interesse, che si vanno a ribaltare nell’ambito delle iniziative di prevenzione delle ludopatie e di limitazione dei danni da esse provocati”.

Gestione cookie