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Che fine hanno fatto i giocatori dell’Inter campione d’Italia nel 1980?

La formazione dell’Inter Campione d’Italia stagione 1979/1980 annovera calciatori di indubbio livello. Eccone 5 che fecero la differenza.

Altobelli con la Coppa del Mondo che vinse nel 1982
Altobelli con la Coppa del Mondo che vinse nel 1982 (LaPresse) – calciomercato.it

La stagione di Serie A che avrebbe condotto all’inizio degli anni ’80, decade gloriosa per il nostro calcio sia per i successi della nazionale che sarebbero arrivati di lì a poco, sia per il prestigio che avrebbe ottenuto il massimo campionato italiano, vide trionfare i nerazzurri dell’Inter.

Il riferimento va ovviamente alla Serie A 1979/1980, torneo svoltosi tra il 16 settembre 1979 e l’11 maggio 1980 e che vide la squadra rivale del Milan nel derby cittadino, prevalere sulle inseguitrici grazie ad un ruolino di marcia composto da 14 vittorie, 13 pareggi e sole 3 sconfitte. All’epoca si trattava di un torneo a 16 squadre, con la regola dei due punti e non tre per vittoria. Ecco perché l’Inter conseguì lo Scudetto con ‘soli’ 41 punti – una soglia che oggi varrebbe soltanto la matematica salvezza in A. A tre lunghezze rimasero i bianconeri della Juventus, e a sei i granata del Torino.

Quella squadra merita di essere ricordata perché sbagliava poco, affidandosi alle capacità dell’allenatore Bersellini e alla bravura di giocatori quali Giuseppe Baresi, Ivano Bordon e Alessandro Altobelli. Ma non c’erano soltanto loro a comporre la rosa vincente in quella stagione. La nostra scheda indicherà 5 nomi chiave dell’Inter dello Scudetto 1980, spiegando cosa fanno oggi questi 5 ex atleti e se hanno ancora legami con il mondo del pallone. Infine spazio alla rosa completa di quell’annata memorabile.

Spillo Altobelli, dopo i gol i tanti impegni nel pallone e fuori

All’epoca capocannoniere del torneo fu Roberto Bettega (Juventus) con 16 reti, che mancò poco tempo dopo l’accesso al mondiale del 1982 per problemi fisici. Nella rassegna iridata vi fu invece Alessandro Altobelli, che arrivò all’azzurro proprio grazie alle prestazioni con la maglia dell’Inter.

Spillo, questo il suo soprannome per il fisico slanciato e snello, era la punta titolare di quella formazione Campione d’Italia e, nella stagione dello Scudetto 1980, si distinse perché in 29 presenze fece ben 15 gol, con un media dunque di più di un gol ogni due partite.

Tecnicamente ad Altobelli non mancava nulla: attaccante completo e capace di colpire sia di destro che di sinistro, tecnico ed abile anche nelle conclusioni di testa. Inoltre era veloce ed aveva un ottimo fiuto del gol. Giocò fino al 1988 all’Inter per poi passare alla Juventus dove stette una sola stagione. Chiuse la carriera nel 1990 al Brescia.

Oggi cosa fa? Ebbene, Alessandro Altobelli è rimasto nel mondo del calcio, ma si è avvicinato anche al mondo della politica negli anni ’90 del secolo scorso, subito dopo il ritiro. Il percorso in quell’ambiente però non proseguì.

Scelse di non fare la carriera di allenatore, tuttavia tornò a giocare dopo il ritiro dal terreni tradizionali.. per praticare il beach soccer ad alti livelli. Infatti negli anni ’90 ha fatto parte della nazionale italiana divenendo capocannoniere ai mondiali dell’epoca.

Altobelli è stato anche osservatore dell’Inter, come pure direttore sportivo del Padova, nel periodo in cui la squadra veneta godeva di buona popolarità grazie alle stagioni in Serie A. Da molto tempo l’ex atleta svolge il ruolo di commentatore sportivo per BeIN Sports Arabia ma è anche nella tv italiana dove ha un ruolo come opinionista, in Rai e nelle televisioni private.

Ivano Bordon
Ivano Bordon (LaPresse) – calciomercato.it

Ivano Bordon, dalla porta alla preparazione dei portieri con la seconda Coppa del Mondo

All’epoca in nazionale c’era uno come Dino Zoff quindi per Ivano Bordon molto spazio per difendere i pali azzurri non c’era. Si è rifatto con gli interessi nell’Inter, di cui era il portiere titolare e con cui vinse lo Scudetto della stagione di Serie A 1979/1980, contribuendo in modo decisivo con le sue abilità e le sue parate.

Ivano Bordon, dopo la lunga avventura con l’Inter che iniziò nel 1969 e terminò nel 1983, militò nella Sampdoria e chiuse la carriera agonistica nel Brescia, nel 1989.

Di seguito fu preparatore dei portieri alla Juventus e all’Inter ma, in particolare, nella Nazionale di Lippi Campione del Mondo in Germania nel 2006. Il suo contributo fu evidentemente decisivo per la conquista del titolo mondiale in quell’annata straordinaria per il calcio italiano. Da notare che Bordon fece parte altresì della spedizione azzurra dei Mondiali di Spagna ’82, perciò di fatto vinse non uno ma due mondiali di calcio. Nel corso del tempo si è cimentato anche nella scrittura, avendo pubblicato una autobiografia dal titolo In presa alta.

Gabriele Oriali
Gabriele Oriali (LaPresse) – calciomercato.it

Gabriele Oriali, l’ex mediano che continua a vincere

Altro componente chiave di quell’Inter vincente sul finire degli anni ’70 e ad inizio anni ’80, fu Gabriele Oriali. Anche lui come Bordon nella spedizione dei Mondiali del 1982, nacque terzino per poi assumere con successo il ruolo di mediano. Si distinse per spirito di sacrificio e costanza di rendimento, ma dimostrò anche buoni doti tecniche.

In quella stagione Oriali con la maglia nerazzurra giocò 25 partite facendo 6 gol, dunque contribuendo in modo non secondario alla conquista dello Scudetto da parte dell’Inter. Dopo le giovanili con i nerazzurri la sua carriera fu quasi tutta a Milano, per poi passare nel 1983 alla Fiorentina e restarvi fino al 1987, anno del ritiro dal calcio giocato. In 392 gare giocate in massima serie segnò 43 volte: un ottimo bottino per un mediano.

Di seguito non fece l’allenatore, ma scelse di diventare dirigente sportivo e responsabile dell’area tecnica al Parma e all’Inter. E’ stato anche team manager in nazionale maggiore e, in particolare, è stato nello staff della nazionale di Antonio Conte, Gian Piero Ventura e Roberto Mancini. Fu tra i partecipanti della fortunata spedizione che portò al titolo europeo in Inghilterra nel 2021.

Oggi Oriali ha chiuso la sua esperienza in azzurro, dopo il rinnovamento dello staff seguito alle dimissioni di Mancini e all’arrivo del nuovo Ct Spalletti. L’ex calciatore non ha seguito in Arabia il commissario tecnico che con lui ha vinto gli Europei.

Giuseppe Baresi
Giuseppe Baresi (LaPresse) – calciomercato.it

Giuseppe Baresi, il calcio nel sangue anche dopo il ritiro

Fratello del più noto Franco Baresi e difensore come lui, Giuseppe si distinse nella squadra rivale dei rossoneri e contribuì anch’egli in modo significativo al trionfo nel campionato di calcio di Serie A edizione 1979/1980. Un po’ come Franco Baresi era in grado di occupare con efficacia più zone del campo grazie alla sua naturale duttilità. Fu impiegato infatti con centrale difensivo, terzino ed anche mediano, ruolo in cui dava il meglio di sé come calciatore.

All’Inter stette moltissimo tempo, dal 1976 al 1992, e collezionò in questa piazza quasi 400 presenze. Spicca in particolare il campionato 1979/1980 in cui giocò 30 gare. Terminò la carriera non con i nerazzurri, ma al Modena in Serie B dove militò per due stagioni, per poi ritirarsi al termine dell’annata cadetta nel 1994 – all’età di 36 anni.

Dopo la carriera agonistica, anche Giuseppe Baresi ha continuato ad essere vicino al mondo del calcio, una passione mai tramontata. Dalla fine degli anni ’90 ha infatti svolto varie esperienze nell’ambiente nerazzurro, anzitutto sulla panchina della formazione Allievi dell’Inter. Di seguito è stato responsabile del settore giovanile del club e vice allenatore della prima squadra, affiancando all’epoca il mister portoghese José Mourinho. Baresi partecipò così ai grandi successi dei milanesi negli anni Duemila, Triplete compreso.

In seguito l’ex difensore cambiò nuovamente ruolo, divenendo scout e responsabile delle Academy nerazzurre nel mondo.

Evaristo Beccalossi
Evaristo Beccalossi (LaPresse) – calciomercato.it

Evaristo Beccalossi, sport, tv e politica

La nostra rassegna su 5 giocatori di quell’Inter che vinse lo Scudetto nella stagione 1979/1980, si conclude con Evaristo Beccalossi – attaccante estroso che contribuì con i suoi gol alla conquista dello Scudetto dell’annata.

Tecnicamente Beccalossi era dotato ed era capace di ottimi dribbling e di giocate in grado di creare superiorità numerica. Fu il compagno ideale di giocatori tutta grinta e corsa come Baresi ed Oriali ed integrò alla perfezione la rosa vincente di quell’Inter.

La sua carriera agonistica fu lunghissima e lo vide nei campi fino ad inizio anni ’90. Nel suo CV oltre all’esperienza con l’Inter, anche i periodi al Brescia, alla Sampdoria e al Monza. Appese gli scarpini al chiodo nel 1991, quando militava nella formazione dilettantistica del Breno.

Dopo il ritiro, Beccalossi rimase nel calcio con un esperienza nello staff del Taranto e tentò il percorso in politica. Per lui anche un’esperienza come supervisore e poi di presidente del Lecco, carica che rivestì per alcuni anni.

E’ stato anche capo delegazione delle nazionali italiane Under 19 e Under 20. Non solo. Come tanti ex colleghi calciatori, Evaristo Beccalossi ha svolto e svolge il ruolo di opinionista in televisione e di ospite in programmi dedicati al calcio.

Rosa Inter campione d’Italia 1980

Portieri: Ivano Bordon, Renato Cipollini;

Difensori: Graziano Bini (capitano), Giuseppe Baresi, Nazzareno Canuti, Roberto Mozzini, Leonardo Occhipinti, Franco Pancheri;

Centrocampisti: Gianpiero Marini, Evaristo Beccalossi, Gabriele Oriali, Giancarlo Pasinato, Domenico Caso;

Attaccanti: Alessandro Altobelli, Claudio Ambu, Carlo Muraro.

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