La Juventus, alla fine – per davvero – riesce a portare via dal prato dell’Allianz Stadium i tre punti. Partita stregata, sotto Halloween ci può stare, e bianconeri che portano il pareggio avanti sino allo scadere. Andre Cambiaso scaccia la paura: è delirio a Torino
Grande protagonista del match è stato Moise Kean. Attivo, volenteroso e esplosivo, gli viene negato il gol in due occasioni, prima dalla tecnologia e poi da un fallo, che può starci. Nella ripresa, però, non digerisce il cambio.
L’impatto di Moise Kean sta crescendo, lo ha ammesso anche Allegri in conferenza stampa dopo il match. Gioca meglio, sta in maniera migliore in campo e dialoga coi compagni. Mentalmente più connesso con la squadra e con la partita, è un Kean ritrovato e migliorato quello di questo inizio di stagione.
La partita di ieri dà seguito alla trasferta di Milano, con Moise Kean deciso e decisivo e non solo per la procurata espulsione d Thiaw nel primo tempo. Ieri sera, con l’Hellas, lo stesso Kean. Strappi, corsa e testa bassa. E’ l’atteggiamento a colpire, la fiducia di Allegri e il lavoro sulla testa dell’attaccante di Vercelli stanno portando i frutti che si auspicava il tecnico.
Manca solo il gol, che per un attaccante non è proprio una cosa da nulla. A onor del vero, però il gol Moise Bioty lo aveva anche trovato. Prima, con uno strappo e dribbling da punta vera: salta Folorunsho e scarica una bordata che complice la deviazione di Vlahovic va in porta. Gollasso, dallo Stadium l’impressione è solo questa. Annullato. E ancora nella ripresa, attacco dell’area di rigore e poderosa incornata da 9 vero, anche questo non convalidato. Restano i gesti tecnici, da vero attaccante.
Nel post gara Allegri elogia il proprio numero 18, sottolineandone prestazione e attitudine. L’allenatore bianconero, anche in tempi non sospetti, ha sempre ‘coccolato’ Kean, che ora risponde presente, ma non prende bene la sostituzione.
La prestazione di Moise Kean era da 7 in pagella, senza i gol. Che comunque l’attaccante aveva fatto, due e bellissimi entrambi. E’ chiaro che in una serata del genere ad un certo punto possa salire anche un po’ di scoramento e di nervosismo.
In passato l’attaccante della Juve non sempre era parso lucido in queste situazioni, ieri gestisce bene le decisioni avverse del direttore di gara – corrette da regolamento – ma inevitabilmente accusa il colpo. Dopo il secondo gol annullato, si procura un giallo per proteste. Non quelle del ‘vecchio Moise immaturo’, ma quelle di un attaccante dispiaciuto di vedersi tappare in gola il secondo urlo della serata. Allegri poco dopo decide ti sostituirlo, per dare spazio a Chiesa.
Il numero 18 esce ancora nervoso e non vuole fermarsi in panchina. E’ infuriato, per i gol, per il risultato… e anche con Allegri che lo ha tolto. Può starci. Qualche parola di troppo, sbuffa e tira dritto. E’ Pinsoglio, custode del clima dello spogliatoio bianconero, a inseguire il classe 2000. Dalla tribuna non si sente, ma il portiere mormora qualcosa vicino all’orecchio di Kean. L’attaccante si convince e si siede in panchina, lanciando ancora due occhiate al mister. Finisce tutto così, con una panchina mal digerita e il nervosismo per una gara stregata. Aveva voglia di gol ed era la sua serata. Dopo la gara Allegri getta acqua sul fuoco: “Era nervoso e l’ho tolto. Non era la sua serata, deve stare tranquillo”. Insomma, scintille che rientrano in quelle famose “cose di campo”, che restano lì… o almeno così ci insegnano i diretti interessati.
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