Jose Mourinho in conferenza stampa dopo la faticosissima vittoria della Roma con il Lecce arrivata con una rimonta clamorosa nel recupero
La Roma, in qualche modo, ne esce con tre punti di importanza clamorosa. All’inizio del recupero i giallorossi erano sotto, in due minuti i gol di Azmoun e Lukaku che ribaltano la situazione facendo esplodere l’Olimpico.
Compreso Mourinho, che nel postpartita mantiene però la calma anche in conferenza stampa: “Era possibile solo con la connessione squadra-tifosi. Perché quando una squadra perde in casa una partita che deve vincere, ed entra all’80’ e gioca già in maniera caotica e l’avversario inizia a essere pericoloso per la prima volta, se non c’è connessione tra squadra e stadio è impossibile. È lo stadio che ti pressa. Quella connessione però mi ha spinto a decidere per adottare la filosofia degli anni 50-60 negli ultimi 10 minuti. Loro hanno avuto la possibilità di fare il secondo, poi nel caos abbiamo obbligato il Lecce a entrare nel caos difensivo. Il gol del pareggio ha messo una pressione estrema e siamo riusciti a vincere. Un fine settimana che non è normale, perché di solito le squadre top vincono tutte, invece stavolta hanno perso tre squadre della parte alta più Fiorentina o Juve. Ed era importantissimo vincere, ringrazio i ragazzi e i tifosi”.
Mourinho ha poi continuato, rivendicando il filotto di risultati: “La gente dimentica o vuole dimenticare. Se tu metti via le tre partite prima del finale del mercato dove non avevamo giocatori per giocare, analizza poi la nostra stagione e guarda le partite e i punti che abbiamo fatto. A parte il disastro di Genova. Anche con l’Inter era difficile, senza panchina, con il famoso alibi del signor De Siervo. Se analizzi il campionato la squadra gioca meglio rispetto all’anno scorso e i punti che abbiamo potevano essere di più ma ci lasciano in una situazione in cui possiamo lottare fino alla fine. Oggi per fortuna non ci sono stati infortuni. Pellegrini e Spinazzola sono più vicini a tornare ogni giorno che passa. Smalling lo vedo più difficile e lontano, ed è quello che ci lascia in grande difficoltà. Perché a Praga mi parli di rotazioni, ma chi gioca in difesa? Mancini, Llorente e Ndicka. Te lo dico già. Emotivamente era importante la vittoria, lo spogliatoio era molto felice. Lo meritano, sono ragazzi straordinari, una famiglia bella”.
Poi anche un pensiero su Dybala, che incredibilmente ha giocato tutti e 96 i minuti: “Sì, aveva un problema alla caviglia. Io non avrei mai pensato potesse giocare 90 minuti, né io né il dipartimento medico né Paulo. Lo ha fatto per emozione, per risultato, per un patto con la squadra, ma non era in condizione. Abbiamo deciso che non avrebbe calciato palle ferme, altrimenti rischiava. Lo ha fatto per il risultato. Nel primo tempo ha preso un colpo alla caviglia, ma poi è andato avanti”. Infine sul derby: “Mi aspetto la Lazio di sempre. Una squadra con molta esperienza, ad esempio quella che ha fatto espellere Ibanez l’anno scorso. Squadra che sa gestire i momenti. E senza criticare la Lega, perché se lo facessi sarei un idiota, con un vantaggio di 48 ore ma stavolta la Lega non è colpevole”.
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