La Juventus torna dal ‘Franchi’ di Firenze con i tre punti e si sistema a soli due punti dall’Inter capolista, al termine di una gara sofferta e vinta con un atteggiamento difensivo portato all’estremo
Uno dei protagonisti di questa Juve e della solidità ritrovata è sicuramente Szczesny, che non si risparmia né in campo, né fuori.
La Juventus vince a Firenze contro la Fiorentina e lo fa con una prestazione che porta la firma del proprio allenatore Massimiliano Allegri, che ha la meglio su Vincenzo Italiano. Due approcci al match agli antipodi, che sanciscono la vittoria dei bianconeri.
La Juve, bassa e chiusa, riparte in campo aperto e colpisce in avvio. Poi tesse la tela, sempre più stretta, e la ‘Viola’ non trova lo squalo giusto. In un paio di occasioni, su tutte la conclusione di Nico Gonzalez e la punizione di Cristiano Biraghi, ad esaltarsi è Wojciech Szczesny. Il polacco è uno dei protagonisti dei sei clean sheet consecutivi e anche ieri si dimostra decisivo. Vero leader dello spogliatoio, il polacco è perfettamente calato nel contesto della nuova stagione bianconera e dopo lo scivolone di Reggio Emilia, è tornato a grandissimi livelli. E’ un portiere top.
Nella vittoriosa Juventus di Firenze c’è un grande spirito di squadra. La Juventus di oggi è un gruppo solido, senza primedonne, con calciatori che remano tutti verso la stessa direzione e che seguono alla grande i dettami tattici del proprio mister. Come ha ammesso anche il portiere polacco.
Protagonista tra i pali, protagonista davanti e microfoni e telecamere. Wojciech Szczesny è uno della vecchia guardia, che sta vivendo una seconda vita alla Juventus. Da erede di Gianluigi Buffon – compito ingrato per chiunque, che il polacco ha impersonificato alla grande nel corso degli anni – a riferimento per il nuovo ciclo bianconero, ancora con Allegri.
Dopo il match, non è un caso che c’è anche lui a parlare ai broadcaster ‘Dazn’ e ‘Sky’ in zona mista. L’estremo difensore è un personaggio frizzante quando viene intervistato, sagace e intelligente. Mai banale e talvolta pungente. E padroneggia un italiano davvero di livelli eccelso. Ieri sera, nella pancia del ‘Franchi’, dopo la vittoria è andato in scena un piccolo show del portiere. Dapprima sminuisce l’intervento su Biraghi: “Una parata normale, non mi sembrava molto difficile, non al livello di quella di Muriel contro l’Atalanta”. Poi esalta l’atteggiamento della sua Juve: “Sinceramente oggi non abbiamo fatto una buonissima partita a livello offensivo, ma dietro abbiamo fatto molto bene. Non è bellissimo da vedere ma oggi è stato efficace”.
Il portiere si mostra portavoce di uno spartito che tutti hanno rispettato, ma non ci sta nel dualismo risultato-bel gioco, e spiega: “Vogliamo vedere tutti un calcio bello, ma ogni tanto bisogna andare sul sicuro. La Juventus ha le qualità per fare qualcosa in più? Sicuramente”. Come a dire che questa squadra ha le qualità per fare meglio, ma contano anzitutto i tre punti. Infatti, quando gli viene chiesto cosa pensa della posizione in classifica (-2 dall’Inter prima e +7 dall’Atalanta quinta) il portiere spiega: “Sinceramente sono contento per i 3 punti conquistati“. Game, set, match. Un mantra, una filosofia assorbita da tutti, in primis dal portiere… vero leader di questa Juve. “Nei momenti difficili della partita decido io come impostare il gioco, le colpe me le prendo io”, come un capitano insomma, senza la fascia al braccio.
Prosegue lo show di uno Szczesny in grande spolvero, esaltato dalla prova difensiva e dal sesto clean sheet consecutivo.
C’è spazio, nel post partita, anche per qualche frecciatina su quanto accaduto lo scorso anno, spiega il polacco con una punta di veleno: “Differenze con lo scorso anno? Già che non ci tolgono dieci punti è un passo avanti“, ma cos’è cambiato nello spogliatoio? “C’è un buono spirito, abbiamo una squadra giovane e nessuno si sente più importante degli altri”.
Gli spunti non finiscono, perché quando il portiere parla dell’atteggiamento della formazione e della soddisfazione per i tre punti, c’è anche spazio per una battuta: “Abbiamo avuto momenti difficili, circa 89′ minuti“. Una frase scherzosa, che spiega bene quanto sia stata difficile la partita della Juventus. Un piano tattico agevolato anche dal gol in avvio di Miretti, il primo in Serie A e con la Juve. Sul giovane centrocampista, classe 2003, Szczesny ha un pensiero: “Lo sto prendendo in giro da due anni, è un ragazzo di qualità e ha un calcio forte e preciso, non fare gol in quasi 60 partite con la Juventus non va bene. Non deve fare un gol ogni due anni, ma almeno dieci a stagione”.
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