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Totò Schillaci, addio alla scuola calcio a Palermo: i ragazzi non hanno più fame di successi

L’ex bomber Schillaci dopo il ritiro ha aperto una scuola calcio a Palermo, ma nel tempo le cose non sono andate come sperato all’inizio. 

Totò Schillaci
Totò Schillaci (LaPresse) – calciomercato.it

Totò Schillaci è uno degli attaccanti nei confronti di cui i tifosi italiani hanno i migliori ricordi. Fu l’eroe di Italia ’90, la rassegna iridata che vedeva la nostra nazionale tra le favorite ma che si concluse prima della finale, in quella gara contro l’Argentina di Maradona che deluse le aspettative di milioni di fan dei colori azzurri.

In quel campionato mondiale Schillaci fu capocannoniere e, in seguito, continuò a giocare per la Juventus, squadra in cui si consacrò come attaccante di spessore assoluto. Giocò poi nell’Inter per alcuni stagioni ed infine chiuse la carriera in Giappone, nel club Jubilo Iwata.

Dopo il ritiro non vi fu la scelta di continuare come allenatore: la vita di Schillaci prese altre strade, tanto che l’ex goleador è stato visto più volte in televisione ed anche in alcuni sceneggiati e film. Nel suo percorso una scuola calcio che, però, non ha dato i frutti che, originariamente Totò Schillaci si era aspettato. Ecco perché.

Totò Schillaci, la delusione e la chiusura della scuola calcio a Palermo

L’ex centravanti della Juventus e della Nazionale ha mantenuto un legame con il calcio, ma a livello locale. Ad esempio è proprietario dell’U.S. Palermo, formazione delle categorie dilettantistiche siciliane, mentre alcuni anni fa ha seguito da direttore tecnico l’avvio del progetto dell’Asante, club della città di Palermo di Terza Categoria che si lega alle attività di un’omonima ONLUS. La sua peculiarità è l’essere formato soltanto da atleti migranti.

Soprattutto, fino al recente passato le attività di stampo sportivo di Totò Schillaci erano riconducibili alla scuola del Cep, il quartiere popolare di Palermo dove aveva tirato i primi calci al pallone.

Negli ultimi tempi, però, la scelta di abbandonare il progetto avviato alcuni decenni fa. La ragione non sta nella volontà di realizzare progetti diversi o in un calo personale di motivazione, bensì nei rapporti con i giovani e con i genitori di questi ultimi.

In particolare, interpellato dal Sole 24 Ore, Schillaci ha spiegato che i ragazzini gli appaiono sempre più indolenti e poco volenterosi nell’impegnarsi al meglio per tentare la carriera di calciatore.

I genitori invece, tendono a difenderli sempre, coccolarli eccessivamente e viziarli. L’ex atleta ha fatto l’esempio del rimprovero ad uno degli allievi per un controllo sbagliato: il più delle volte la conseguenza è ritrovarsi i genitori contro e pronti a litigare.

La crisi del calcio italiano è specchio delle nuove generazioni: la tesi di Schillaci

Totò Schillaci ha chiuso la sua scuola calcio perché, a suo dire, i tempi sono molto cambiati rispetto ad alcuni decenni fa, quando scelse di offrire una chance ai giovani locali, per emergere a livello calcistico. Oggi – ha spiegato Schillaci – molti ragazzi non avrebbero più la fame di una volta a causa degli agi e delle comodità odierne, che anni fa non c’erano.

Anche chi proviene da famiglie umili ha molto spesso il cellulare in mano, da cui non si separa mai. Non solo, Schillaci è molto critico verso le ultime generazioni, sostenendo che i 14enni di oggi pensano molto di più ai soldi, alla fama sul web ed alle belle donne.

Morale: non hanno più voglia di faticare e sacrificarsi per migliorare a livello tecnico, atletico e tattico. Insomma un rapporto con i giovani che, alla lunga, si è incrinato ed il rammarico non manca: Totò Schillaci ha spiegato di essere perciò stato costretto a chiudere la scuola calcio di Palermo, anche se in passato aveva raggiunto la ragguardevole cifra di circa 600 allievi.

Schillaci allo stadio per una gara dei mondiali '14 in Brasile
Schillaci allo stadio per una gara dei mondiali ’14 in Brasile (LaPresse) – calciomercato.it

L’ex bomber non usa mezzi termini per definire l’attuale situazione del calcio giovanile. E la sua esperienza – in fondo – altro non è che specchio di un scenario generale. L’ex atleta ha spiegato che se i giovani arrivano a giocare a 14-15 anni è già anto, poi si stufano e pensano ad altre cose.

La colpa è anche degli allenatori

Ma Totò accusa anche gli allenatori delle squadre giovanili, che di solito pensano solo a vincere, per il loro ego, e tanti ragazzi sono lasciati ai margini della squadra. Ecco perché – sottolinea l’ex calciatore – se oggi si va vedere una partita di Giovanissimi o Allievi ci si può accorgere che il livello è sceso molto.

Sicuramente una triste conclusione per chi, a fine carriera, era tornato ad insegnare calcio proprio nei luoghi dove era cresciuto. Ma Totò Schillaci non ha potuto fare altro che constatare che i tempi sono cambiati. E che il suo pur ammirevole ruolo era ormai destinato ad essere archiviato.

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