Le parole di Aurelio Andreazzoli ai microfoni di DAZN al triplice fischio della gara tra Napoli ed Empoli. Ecco quanto dichiarato dal tecnico degli Azzurri
Dopo aver anestetizzato il Napoli per ampi tratti della gara, l’Empoli ha avuto il merito di azzannare definitivamente la contesa grazie ad una perla di Kovalenko. Sono tanti gli spunti offerti dall’intervista di Aurelio Andreazzoli ai microfoni di DAZN.
Ecco quanto dichiarato dall’allenatore dell’Empoli, che dopo aver ribadito l’importanza della vittoria, si è espresso sulla necessità per i toscani di tenere ben saldi i piedi per terra per evitare cali di concentrazione: “Non mi interessa molto la storia passata; mi fa piacere naturalmente, stare su quello fatto non conviene molto. Bisogna essere sintonizzati su ciò che si può fare e migliorare. Calma, non siamo salvi con la vittoria di Napoli però è un bel viatico che possiamo sfruttare. Credo che se si può fare un parallelo, abbiamo affrontato questo stadio con 50 mila persone con la stessa mentalità con cui l’abbiamo sfidato le scorse volte: ed è questo ciò che fa differenza e permette ai calciatori di esprimere il meglio che hanno”.
Un paragone con la scialba prestazione di Frosinone è immediato: “A Frosinone abbiamo fatto male e abbiamo pagato immediatamente, giustamente. La strada è quella di oggi, sempre sul pezzo, andare avanti, limitare l’avversario, togliere loro una percentuale di qualità che hanno e presentarsi con le nostre, altrimenti questo stadio ti spaventa”.
Napoli-Empoli, Andreazzoli rivela: “Ora abbiamo verticalità e puntiamo su quella”
Andreazzoli ha poi detto la sua sulle caratteristiche della squadra, ponendo l’accento sul modo con il quale tende a valorizzare le caratteristiche dei singoli:
“Ora abbiamo verticalità e puntiamo su quella; mi piacerebbe avere un’altra fisionomia ma la guadagneremo. L’azione del gol è stata un’azione corale, con inserimenti e tagli che volevamo, palla giocata sul pulito. Di questo sono molto soddisfatto. Esterni d’attacco non a piede invertito? Non ho concetti di gioco particolari, tento di mettere i calciatori nella posizione in cui si sentono più forte. Non voglio sacrificare il pensiero dei calciatori con le mie idee tattiche. Non voglio limitarli”.