Alla vigilia di un match decisivo per le speranze qualificazione verso gli Europei 2024, le parole del commissario tecnico
Giornata di vigilia a Coverciano in vista del match di domani sera in programma all’Olimpico tra Italia e Macedonia del Nord. La formazione allenata da Luciano Spalletti, reduce da numerosi infortuni degli ultimi giorni, dovrà affrontare ancora una volta una selezione divenuta una vera e propria ‘bestia nera’ nella storia recente della Nazionale.
Una partita che potrebbe risultare già decisiva in vista delle speranze qualificazione ai prossimi Europei. Agli Azzurri servirà infatti una vittoria per agganciare a 13 punti l’Ucraina e giocarsi tutto all’ultima giornata lunedì sera. All’Olimpico la conferenza stampa di Spalletti, che ha parlato del ko di Bastoni, dell’atmosfera che troverà e ovviamente dell’incontro con Totti.
Ha detto di aver iniziato un percorso e voler continuare così. “Si tenta di andare a toccare tutti i temi che ci vogliono per affrontare una partita di questo livello. Abbiamo a disposizione una settimana in cui dobbiamo riempire bene quel tempo. Bisogna stare attenti a non eccedere nelle cose che diciamo. Ci sono studi fatti su come dobbiamo confrontarci. Facciamo la riunione al mattino, abbiamo fatto un allenamento doppio per mettere in pari chi aveva giocato prima di sabato. Noi stiamo attenti, anche se ci è successo di Bastoni, noi siamo stati attenti alle dosi di allenamento che abbiamo fatto. C’entra magari un po’ di tensione in queste cose, la voglia di esserci di questi ragazzi, che è totale, magari li fa andare oltre a qualche problemino che hanno pur di aiutare la squadra. Ma si ragiona in maniera corretta e seria. Anche io devo imparare come ci si comporta dentro queste tempistiche di lavoro e ho modificato qualcosa. E bisogna imparare cosa significa la responsabilità della nostra maglia. Lì per lì non la metti a fuoco, di volta in volta aumenta”.
Kean? “Sono venuto via prima, ma se non c’è stato niente di nuovo lo abbiamo”.
Chi calcerà un rigore domani? “Ne abbiamo tre bravissimi. Mi aspetterei per la personalità che ha che Jorginho si vada a prendere la palla. Me lo aspetto per la qualità di uomo, di specialista, sono sicuro che non si tirerà indietro. L’ho conosciuto personalmente solo in questi giorni qui e mi ha fatto un impressione incredibile. Dal punto di vista del far muovere tutta la squadra, farmi vedere quale sia la sua volontà di stare dentro questo gruppo, in queste partite. Lui è sempre stato presente, anche se non l’avevo convocato”.
Ti hanno dato fastidio questi imprevisti? “Siamo abituati a queste situazioni. C’è anche una fatica psicologica che intossica muscoli. A me piace vedere partite, stare sul divano, ruzzolare la palla, sono in controtendenza, spero ce ne siano ancora di più. Giocando tutte queste partite si rischia un po’ di essere in automatico, dipende però dall’automatismo, dalla cadenza. Non è detto che giocano diverse partita ci si infortuni per forza. È sempre la testa che determina”.
Da Macedonia a Macedonia cosa è cambiato? “Sono partite che ci sono servite. Diventa più facile riuscire a creare il gruppo e la relazione, da qui a domani sera conta solo quello, non altro, quel risultato lì. Da domani si riprende in mano anche altro. Ora è questo che vogliamo fare. Bisogna vincere questa partita e fare una buona prestazione”.
Che atmosfera si aspetta verso di lei all’Olimpico? Come è stato l’incontro con Totti? “Sarà bellissima qualsiasi atmosfera troverò. Che sia di quelle corrette o diverse, sarà bellissimo rivederlo pieno. Ci saranno 54mila persone. È una roba che tocca solo a quelli fortunati come noi, avere un totale pubblico a disposizione, avere la possibilità di fargli vedere il nostro valore. È un po’ la stessa cosa di quando entro in qualsiasi stadio, quando vedo la curva piena. È vedere un tramonto bellissimo, un quadro bellissimo . Lì è stato creato questo momento di vita veramente toccante. Io c’ero già stato con Totti, la federazione ha la collaborazione. Sono stato felice di salutare questi bambini, mi sembra di donare uno e ricevere 1000. Quando entriamo nelle stanze diventano con gli occhi di mille colori, ti vedono come un supereroe e invece sono proprio loro che hanno questo super potere di donarti la sensazione che c’è bisogno di amicizia vera. È stato bello ancora di più questo abbraccio farlo con Francesco, è stato un capitolo entusiasmante della mia storia da allenatore. Con lui ho fatto uno dei giri più belli su questa giostra del luna park, su questa bellezza che è il calcio. Gli ho visto fare giocate, debbo essergli riconoscente per quello che mi ha fatto vedere. Anche per questo non ho mai smesso di abbracciarlo. Come dicono in tanti, ma penso tutti, noi si dipende dalle qualità dei calciatori. Io ho avuto tanti i vantaggi ad avere allenato un calciatore come Totti”.
Avete una tattica speciale per i calciatori della Macedonia? Giocherete come sempre o cambierete formazione? “La Macedonia è squadra di tutto rispetto. Non bisogna essere rigidi, ma elastici, nel calcio. Lo facciamo spesso. Elmas sa fare tutte e due le cose, può trovare verticalizzazioni nel gioco stretto. Ma dobbiamo avere sempre equilibrio.
Avete fatto cose straordinarie in allenamento? “Se riusciamo a fare un allenamento dove il calciatore ha più piacere a svilupparlo viene anche meglio. Ma abbiamo fatto cose umane. Il gesto tecnico fa vedere quello che siamo, il contrasto e il duello vinto fa vedere dove vogliamo arrivare”.
A livello personale come sarà tornare all’Olimpico? “Per me vedere l’Olimpico pieno è come vedere l’arcobaleno. È una roba bellissima, per tutti i momenti emozionanti che ho passato su quella panchina. Dove abbiamo prodotto un calcio che trascinava il pubblico a nuovi slogan, poi abbiamo fatto risultati importantissimi. Poi come titoli non ne abbiamo vinti molti, ma il livello di calcio è un titolo di cui puoi godere sempre. Perché i bambini quando li incontri dall’altra parte del mondo, io ero con la tuta dello Zenit i bambini mi dicevano “Spalletti-Roma”. Quel calcio aveva provocato un messaggio indelebile nei bambini che amano e sono il nostro futuro. Quella può essere un’altra vittoria, quando anche dall’altra parte del mondo riconoscono la bellezza”.
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