Hakimi è un giocatore rimasto un solo anno in Serie A, lasciando però un ricordo indelebile. Ecco alcuni suoi aspetti meno conosciuti.
I tifosi dell’Inter ricorderanno bene le gesta di Achraf Hakimi con la maglia nerazzurra. Vero è che la sua avventura con il club rivale del Milan è durata soltanto una stagione, la 2020/2021, ma è bastata a farsi ricordare come uno degli acquisti più azzeccati degli ultimi anni.
Nonostante l’ottimo inserimento in squadra, l’Inter ha deciso di venderlo per le nuove politiche di contenimento dei costi. Così impose la società nerazzurra, all’epoca del trasferimento al PSG. Da notare che, per avere l’atleta marocchino, l’Inter pagò 40 milioni più 5 di bonus al Real Madrid.
Anche in Francia Hakimi ha fatto vedere il meglio del suo repertorio, divenendo in breve tempo uno dei giocatori più rappresentativi della Ligue 1. Ma al di là delle innegabili abilità calcistiche, sul giocatore vi sono alcune curiosità che molti non sanno, alcuni aspetti della sua persona che lo rendono unico e, anche per questo, così amato dalla tifoseria del mondo del pallone. Eccoli di seguito.
Achraf Hakimi è un classe 1998 nato in Spagna. Proprio così: una sua particolarità, non nota a tutti, è che è nato e vissuto a Madrid e non in Marocco. Infatti è figlio di genitori immigrati. Tuttavia il legame con la sua terra di origine non è mai venuto meno ed, anzi, le radici sono ben visibili quando indossa la maglia della nazionale del Marocco.
Il terzino oggi al PSG ha infatti scelto di giocare per la nazionale nordafricana, pur avendo tutti i requisiti per giocare con la nazionale spagnola. Una scelta di cuore, sicuramente, ma anche una scelta che lo ha ripagato all’ultimo mondiale, quando il Marocco si è arreso soltanto in semifinale alla Francia.
Il marocchino Achraf Hakimi ha iniziato a soli 8 anni a giocare per un club dalla lunghissima storia, come il Real Madrid. Qui ha fatto tutta la trafila delle giovanili per poi arrivare fino in prima squadra, dove però è stato pochissimo – durante la stagione 2017/2018.
In particolare, dopo il periodo nella cantera del Real Madrid e al Real Madrid Castilla, società satellite delle merengues iscritta in Segunda Division B, il primo ottobre 2017 vi fu il suo esordio in prima squadra.
Era una partita che al Santiago Bernabeu vedeva opposte Real ed Espanyol. Finì due a zero per i padroni di casa, con Achraf in campo per tutto il tempo. Per il calciatore e per i blancos fu giorno speciale, perché per la prima volta nella loro storia misero nell’undici titolare un giocatore di origini arabe.
Ma nel corso del tempo il club con il record di vittorie in Champions League decise di non puntare su di lui e sulla sua ulteriore crescita. Infatti, nemmeno due anni ad altissimo livello in Bundesliga sono serviti a convincere l’allenatore di allora Zidane a dargli una maglia da titolare con le merengues. Ecco perché Achraf Hakimi è prima andato all’Inter e poi al PSG.
Se la tecnica è indubbia, Hakimi però eccelle anche in velocità, una dote che ad un terzino fa sempre comodo – considerando la duplice fase difensiva-offensiva che spesso è chiamato a svolgere. Ed il marocchino è proprio tra coloro che più spesso si propone in avanti, con giocate intelligenti, pregevoli assist e, a volte, conclusioni vincenti.
Ad agevolarlo, dicevamo, la velocità. Si stima che nel periodo in Bundesliga abbia raggiunto la velocità record di 36,2 km/h – non il calciatore più veloce del pianeta ma poco ci manca. E, come dicevamo, Hakimi ha anche un talento con pochi eguali che, combinato alla rapidità, lo rende un ‘cliente’ davvero difficile per chi va a marcarlo.
Non a caso lo sport è sempre stato tra le passioni dell’atleta, che nella prima gioventù si oppose alla volontà della madre: quest’ultima infatti desiderava facesse altre discipline, in particolare nuoto, atletica leggera o judo. Ma, pur avendolo iscritto ai relativi corsi, Hakimi continuava a pensare al pallone. E a distanza di anni, è corretto dire che – visti i risultati – è stata la scelta più opportuna.
Achraf Hakimi è oggi alla sua terza stagione al PSG, club in cui è arrivato dopo una sola stagione all’Inter. Con i nerazzurri però vinse subito lo Scudetto, arricchendo ulteriormente il suo palmares. Per lui la firma di un contratto di 5 anni, visto che si è legato alla squadra parigina fino al 2026.
Secondo quanto riportato da Sky Sport, all’Inter – che aveva bisogno di monetizzare e fare cassa – sono andati 60 milioni di euro di parte fissa, insieme ad altri milioni a titolo di bonus.
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