Caso Superlega: l’avvocato esce allo scoperto

Dall’intelligenza artificiale applicata al calcio alla Superlega. A TvPlay, media partner Social Football Summit, ha parlato l’avvocato Pier Filippo Capello

Il mondo del calcio è in continuo movimento, ed inevitabilmente anche le tecnologie che orbitano intorno allo sport iniziano a farsi sempre più importanti.

L'avvocato Capello e la Superlega: "Qualcosa potrebbe cambiare"
Il presidente Ceferin (LaPresse) – Calciomercato.It

Di questo, e tanto altro, ha parlato l’avvocato Pier Filippo Capello ai microfoni di TvPlay, media partner Social Football Summit: “Con Deloitte avremo un nostro panel in cui parleremo di come l’intelligenza artificiale cambia, sta cambiando e cambierà l’industria del calcio. Parliamo di un’industria particolare perché il prodotto che viene venduto, ovvero dei 22 ragazzi in campo, è lo stesso da oltre 120 anni, però dall’altra parte il modo in cui noi ne fruiamo cambia continuamente. La tecnologia di oggi cambierà in maniera radicale nel giro di 5 anni il modo noi godremo di questo spettacolo“.

L’avvocato Capello e la Superlega: “Qualcosa potrebbe cambiare”

Il calcio e le tecnologie ad esse legato cambiano per uno sport che sta trovando man mano sempre più strade tramite cui esprimersi.

L'avvocato Capello e la Superlega: "Qualcosa potrebbe cambiare"
Aleksander Ceferin, presidente Uefa (LaPresse) – Calciomercato.it

A proposito di grandi cambiamenti, un paio d’anni fa fu lanciato il progetto Superlega, poi arenatosi in un primo momento. A proposito di ciò che ne consegue Capello ha ammesso: “La SuperLega, intesa come il progetto che hanno provato a lanciare un paio d’anni fa, è difficile che possa avere un futuro, ma i procedimenti giuridici sulla legittimità o meno dell’idea sono ancora pendenti. Mi risulta che quello pendente a livello europeo dovrebbe essere deciso entro la fine dell’anno. Quindi entro qualche settimana o mese rischiamo di avere una decisione che non dico possa essere un nuovo “caso Bosman” ma qualcosa potrebbe cambiare”.

“Quello che è successo in Inghilterra è una risposta del calcio alle accuse che stanno subendo dal governo inglese e dall’establishment inglese per cui si dice che il calcio non sia in grado di autogovernarsi”, ha quindi aggiunto e concluso l’avvocato Capello.

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