Giovedì 23 novembre si è tenuta l’Assemblea degli azionisti della Juventus. E’ stato approvato il bilancio di esercizio al 30 giugno 2023 e la proposta di aumento di capitale per massimo 200 milioni di euro
L’Assemblea, presieduta dal presidente Gianluca Ferrero, ha toccato molti temi: tra vicissitudini che hanno visto coinvolta la Juventus e prospettive future.
Tra gli azionisti più attivi durante l’assemblea anche Salvatore Cozzolino, che ha preso più volte la parola per dialogare con i membri del Cda bianconero. Al termine dell’assemblea, il socio di minoranza, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Calciomercato.it.
Un suo giudizio sulla gestione della società dal punto di vista economico.
Spiega Cozzolino: “Questa dirigenza si è insediata a metà esercizio 2022/2023, in un momento molto difficile dal punto di vista sportivo e gestionale. Ha fatto quello che doveva fare, a mio parere meglio del previsto, considerando le circostanze. I costi sono stati ottimizzati e ridotti, hanno ripulito la rosa calciatori da ingaggi fuori mercato per giocatori dal rendimento discutibile”.
Prosegue l’azionista: “Ancora molto c’è da fare, ma la situazione patrimoniale adesso, grazie all’aumento di capitale appena deliberato, è sotto controllo. Tuttavia credo che la stima fatta dal CdA sul danno causato dagli effetti correnti e di lungo termine delle sanzioni FIGC e UEFA sia troppo ottimistica e vada ben oltre i 100 milioni di cui si è parlato in Assemblea. Per questo motivo l’aumento di capitale doveva essere più sostanzioso“.
Su un eventuale potenziamento della rosa: “Tra l’altro, viste le condizioni di mercato, hanno giustamente deciso di non rifinanziare il bond in scadenza a inizio 2024, per cui servirà utilizzare più a fondo le linee di credito con le banche. In generale ho molti dubbi che ci siano le risorse necessarie per il potenziamento tecnico della rosa. Indispensabile la qualificazione Champions, e la rinegoziazione del main sponsor di maglia con qualche nome più generoso di Jeep che scadrà a giugno”.
Un giudizio sulla gestione dei processi sportivi estivi che hanno visto la Juventus protagonista
“I processi sono stati gestiti come al solito. E cioè a braghe calate. Non è possibile che una società quotata venga periodicamente tartassata dalla Giustizia Sportiva sulla base di sole ipotesi investigative. Quello che ha subito la Juventus negli ultimi 20 anni dalla Giustizia Sportiva non è una roba normale. I danni economici subiti sono enormi. Ma soprattutto il grande problema è la disparità di trattamento verso altri club“.
Sull’arrendevolezza nella difesa da parte della Società: “La nostra proprietà non ha mai reagito a tale gioco sporco, e non ha sostanzialmente gradito nemmeno l’attivismo di Andrea Agnelli su questo versante. La decisione di assecondare sempre e comunque le vessazioni della Giustizia Sportiva è stata una scelta suicida, perchè ormai hanno capito che ci teniamo tutto. E ci riproveranno ancora, vedrete. Stavolta ci siamo salvati dalla serie B solo per la civile e intelligente mobilitazione dei tifosi che hanno cominciato a disdettare gli abbonamenti alle pay-tv. Il sistema malato ha capito l’antifona e ha ripiegato su quella porcata di patteggiamento, che contiene probabilmente anche accordi ufficiosi relativi alle vicende del 2006″.
Tanti i temi toccati, dalle prospettive sul futuro al passaggio di consegne tra i due cugini, Andrea Agnelli e John Elkann.
Le ambizioni di Juventus e dei tifosi con uno sguardo al futuro
L’azionista Salvatore Cozzolino spiega: “La Juventus non può partecipare e basta. Non può essere una comprimaria. La Juventus deve lottare per vincere ed invece in Italia e in Europa ci sono grumi di potere marcio che vorrebbero ridimensionarci per molto tempo e magari definitivamente, ma questo non deve accadere. Noi tifosi questa volta abbiamo preso consapevolezza che siamo i finanziatori di questo circo, e che possiamo colpirli nel portafoglio. Il futuro del calcio passa per la SuperLega e per la sentenza UE del 21 dicembre. Potrebbe essere una nuova svolta Bosman, perchè obiettivamente il monopolio UEFA non è concepibile nell’Europa delle Libertà, come detto da Florentino Perez”.
Elkann e Agnelli: come giudica il passaggio di testimone
Dalla presidenza Andrea Agnelli a quella di Gianluca Ferrero, ‘uomo di John Elkann’: “I passaggi di testimone nella famiglia non sono mai indolori e lineari. Avvengono sempre in circostanze delicate. Andrea Agnelli ritengo possa essere ancora il miglior presidente per la Juventus, ma negli ultimi anni aveva perso completamente la direzione, non aveva ascoltato buoni consigli e si era circondato di maneger inadeguati, a partire da Paratici”.
Sulla nuova società: “Elkann ha voluto una svolta tecnica per sistemare la situazione e ha messo dentro un manipolo di volenterosi impiegati del catasto, ottimi professionisti, ma poca o nulla juventinità. La scelta comprende il desiderio di tornare a toni bassi, pacatezza e simpatia. Tutte cose che riempiono la bocca ma che di solito lasciano le bacheche vuote. Le squadre vincenti appaiono “arroganti” per definizione, sul campo e fuori, basti vedere l’attuale Inter o il Napoli. Oppure in chiave Europea il Real Madrid”.
Andamento del titolo azionario: prospettive e margini di intervento da parte della nuova dirigenza a tutela degli azionisti
Conclude poi Salvatore Cozzolino: “Il titolo Juventus in Borsa è molto sottovalutato rispetto al valore teorico del marchio. Se guardiamo la storia recente dei passaggi di proprietà di società calcistiche in Europa ci rendiamo conto che il prezzo di Borsa è assolutamente irrealistico. Tuttavia la mancanza cronica del dividendo, i continui necessari aumenti di capitale, e soprattutto l’incapacità/non volontà dell’azionista di maggioranza di tutelare l’azienda soprattutto dal punto di vista mediatico e giuridico-sportivo rendono certamente il titolo meno appetibile per gli investitori”
Interventi a tutela degli azionisti?: “Nulla. Non faranno nulla. Questa dirigenza è fatta di onesti traghettatori con compiti ben precisi. Proveremo nei prossimi mesi a fare una Associazione di piccoli azionisti che possa costituire un interlocutore credibile. Ma il percorso è complicato”.
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