Jose Mourinho prende la parola in conferenza stampa dopo la vittoria contro l’Udinese e trova il modo di pensare all’Italia vittoriosa in Coppa Davis
Jose Mourinho non può che essere soddisfatto per la vittoria della Roma contro l’Udinese, anche se non senza qualche rammarico per una partita ancora una volta non chiusa dopo il vantaggio che rischiava di sfuggire.
Lo Special One ne parla infatti in conferenza stampa: “Sei in controllo con l’avversario in difficoltà e devi approfittarne, andare alla giugulare e chiudere la storia. Invece non l’abbiamo fatto e sono tornati in partita. Loro sono molto pericolosi se perdiamo la palla, la soluzione era non perdere palla. Nel secondo tempo abbiamo fatto molto bene, ma è mancata quell’ambizione. Abbiamo però avuto una grandissima reazione, la panchina era ricca di soluzioni. Tante volte piango perché non c’è in panchina la qualità per cambiare la partita, oggi era ricca. Col secondo gol c’era qualità in campo, ma anche poca organizzazione. Era un po’ caotico. Il calcio caotico crea problemi all’avversario ma anche a te quando non hai la palla. Con l’ultimo cambio abbiamo trovato stabilità. Se non avessimo vinto sarebbe stato frustrante, sono tre punti fondamentali anche perché Lazio, Atalanta e Fiorentina hanno perso punti”.
I minuti della conferenza di Mourinho sono quelli in cui Jannik Sinner porta i nostri colori al successo in Coppa Davis dopo 47 anni. Lo Special One si informa: “L’Italia ha vinto la Coppa Davis?”, chiede durante la sua risposta alla prima domanda. Sinner è 5-0, una formalità. E Mou commenta ammirato: “Complimenti!”.
Mourinho: “Mancini ha dovuto prendere gli antidolorifici prima del gol. Poi gli ho detto…”
Mourinho poi continua: “Mi dispiace tantissimo che Kristensen e Azmoun non possano giocare in Europa, che è uno spazio in cui puoi provare cose diverse perché è un’altra storia rispetto alla Serie A. Purtroppo per Azmoun non c’è tanto spazio per giocare titolare con Lukaku e Dybala, però oggi c’erano tante soluzioni. L’unica debolezza era lì dietro, quando Mancini ha segnalato la sua difficoltà all’adduttore è dura. È l’unico problema che abbiamo per gestione e sicurezza, ma se siamo tutti abbiamo la possibilità di fare quello che abbiamo fatto oggi. Mi sono sentito in grado di cambiare nella difficoltà”.
Come mai non si riesce a chiudere le partite? “Siamo noi con le nostre qualità e i nostri difetti. Magari abbiamo coraggio, atteggiamento, la capacità di assumere rischi e ribaltare tante partite come abbiamo fatto in questi due anni e mezzo. Che è una grandissima qualità, legata ai tifosi. Ho allenato 6-7 squadre, quando la squadra è in difficoltà i tifosi o vanno a casa o ti fischiano. Qui invece non vanno a casa e ti appoggiano, questo crea un clima che aiuta la squadra a fare quello che fa spesso. Due punti extra molto importanti per noi”. Infine sul colloquio con Mancini a bordocampo prima del suo gol: “È venuto da me perché aveva bisogno di antidolorifici. Conosce il suo corpo, aveva problemi all’adduttore ma era un dolore tendineo, ma lui anche solo con una gamba va fino alla fine”.
In particolare questa ultima frase è sembrata anche una sorta di frecciatina a Smalling, che invece – ha detto ieri Mourinho – “non sa giocare sul dolore e si tira indietro”. Poi Mou conclude: “Gli ho detto solo ‘rimani lì che non c’è nessun altro'”. Mourinho si alza ed esce. Sinner chiude contro De Minaur e da fuori la sala stampa scatta l’applauso di chi era incollato alla tv: siamo campioni del mondo!